Tutto su Chiesa e Sacramenti:
FALSITA' CONTRO LA CHIESA
PREMESSA
Gli attacchi perpetrati nei confronti della Chiesa hanno dei punti ben precisi: si parte da notizie totalmente false, infondate e farneticanti, si passa per cifre paurosamente gonfiate (ad esempio "il cristianesimo ha fatto più morti del comunismo") fino ad arrivare alla tecnica della vero somiglianza. Impastare la vicenda storica o attuale di riferimenti reali o di avvenimenti orecchiati (luoghi comuni) lasciando un'impressione di verosimiglianza. Parte essenziale di questa tecnica di mistificazione è conservare un riferimento parziale alla realtà, in modo che la stragrande maggioranza della gente superficiale o disattenta possa avere l'impressione di muoversi su un terreno a lei noto (si le conosco le crociate e le inquisizioni!! provate a chiedere che sono...), e che potrebbe in ogni momento verificare, ma che naturalmente non verificherà mai perché crede di conoscere bene o semplicemente per svogliatezza o perché quello che si legge fa piacere perché corrisponde ad un preconcetto ben annidato.
Ma il bluff consiste proprio nell'indicare come documento di prova delle proprie fantasie storiche un'opera reale e teoricamente constatabile da tutti. Anche se nessuno andrà poi ad approfondire, l'iniziale verosimiglianza di molti particolari creerà un'irragionevole "certezza generale", che non è intaccata dalla contestazione analitica delle singole falsità e che è difficile da scalfire.
ACCUSA: QUELLO CHE DICE IL VANGELO È DIVERSO DA QUELLO CHE DICE LA CHIESA.
RISPOSTA: La tradizione della Chiesa è formata da un percorso che inizia con la Genesi, continuata, approfondita, rivelata e riequilibrata nel Nuovo Testamento costituito dai 4 Vangeli, spiegata attraverso il tempo dagli Apostoli con gli Atti, e nelle varie epoche dai SANTI e dalle Apparizioni divine, con i miracoli e i prodigi. Si fa ricca anche di tutti quei martiri che con il loro sangue hanno consentito alla Verità, donata da Cristo, di essere testimoniata con coraggio in ogni tempo, fino agli estremi confini della terra.
ACCUSA: MA IL RUOLO DELLA DONNA NELLA CHIESA È DISCRIMINANTE!!
RISPOSTA: Il buon Dio ha avuto bisogno comunque del "Si" di una giovane Donna per incarnarsi, di una povera donna, in un paesino sperduto, poverissimo paesino, una ragazza di quindici o sedici anni in un paesino assolutamente ignoto a tutto il mondo di allora. (Da leggere la "Lettera alle donne" di Giovanni Paolo II)
Nella Sacra Scrittura Dio stesso è presentato come padre e come madre[...] Non c'è dubbio che proprio Cristo abbia molto rivalutato le donne e ristabilisce la dignità della donna in una società e in una cultura dove la donna godeva di scarsa considerazione[...] Cristo ha fondato la sua Chiesa sui dodici apostoli... ma anche su Maria[...] santa Geltrude, santa Caterina da Siena, santa Teresa d'Avila sono state non soltanto grandi donne di preghiera, ma anche profetesse. [...] Pensiamo all'islam, all'induismo, al buddismo. Dove sono, mi chiedo le donne in queste religioni? Non esistono. E poi ancora: dove sono le donne protestanti? [...] pensiamo soltanto a quanti vescovi focolarini oggi pendono dalle labbra della fondatrice di quel movimento, Chiara Lubich[...] (B46 p.37-38)
Si ricordi che fu la Chiesa, nella sua riforma dell'istituzione matrimoniale, abolì, oltre alla lapidazione femminile per adulterio, la possibilità del ripudio, che era concessa, sia presso gli ebrei che presso i romani, ai soli maschi.
La monogamia predicata da Cristo e dalla sua Chiesa, ha cambiato del tutto la storia di milioni di donne, in tutte quelle parti del mondo in cui esse erano state sino ad allora sottomesse alla poligamia. La monogamia, infatti, fu, storicamente, l'affermazione della pari dignità spirituale tra uomo e donna, che sino a Cristo non era mai stata riconosciuta. [...]
(per tutte le domande e le risposte leggete questa pagina: Attacchi alla Chiesa Cattolica)
Ecco qui invece una notizia che dovrebbe far aprire gli occhi a chi crede che la Chiesa non faccia un tubo:
Nel 2009/10 la Chiesa ha devoluto ai poveri 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), ma si preferisce tapparsi le orecchie Nel 2009/10 la Chiesa ha devoluto ai poveri 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), ma si preferisce tapparsi le orecchie Nel 2009/10 la Chiesa ha devoluto ai poveri 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), ma si preferisce tapparsi le orecchie Mentre un'Italia ignorante, convinta che alla totale assenza d'economia del Terzo Mondo si ponga magicamente rimedio con la vendita dell'anello del Papa (dal valore di due semplici fedi nuziali), Gino Strada, fondatore di Emergency, ricordava che 8 ore di guerre in Iraq costano 250 milioni di dollari (500 miliardi li lire) e che le auto blu ci costano un miliardo di euro annui. Intanto l'ONU va ripetendo che tutti gli Stati del mondo -insieme- non forniscono ai poveri quanto da sola offre la Chiesa Cattolica. Sarebbe ora che gli italiani, smettendola di essere disposti ad ubriacarsi di ogni leggenda metropolitana, andassero realmente ad informarsi, con dati ufficiali e non con le paginette dei cyber-bulli che su facebook crescono come funghi, su quanto la Chiesa Cattolica fa o non fa a favore di quanti soffrono condizioni di indigenza. Si, perché sebbene la furiosa, martellante, e sleale propaganda anticlericale sia riuscita a far credere agli Italiani che la Chiesa è il più bel volto del demonio, il bilancio degli interventi caritativi della CEI parla chiaro: tra il 2009 e il 2010 la somma degli interventi caritativi della sola Chiesa Cattolica Italiana è stata di ben 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), una cifra immensa, che va ripartita in due blocchi: gli interventi in Italia e quelli nei Paesi del terzo mondo. Ma vediamo meglio nel dettaglio il quadro della situazione:
INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE:
A) Una quota di € 90 milioni è stata destinata alle 226 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale. La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 203.778,52) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: € 67.926,17), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (€ 0,7460 per abitante).
B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: per il terremoto in Abruzzo (€ 5.000.000); a monasteri di clausura femminili che versano in condizioni di particolare necessità; alla Caritas Italiana che coordina interventi sul territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente disagiate, l’accoglienza e l’assistenza degli anziani, dei senzatetto e dei rifugiati, il recupero delle vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate a favorire il reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di detenuti; contributi a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che operano per l’assistenza ai poveri, agli emarginati e ai profughi, per la prevenzione dell’usura, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili; contributi ad associazioni e centri in difesa della vita umana. Il criterio per l’ammissibilità delle domande è l’oggettiva rilevanza nazionale degli interventi; le persone giuridiche richiedenti devono essere, di norma, canonicamente riconosciute e soggette alla giurisdizione ecclesiastica.
INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO
Nell’anno 2009 una quota di € 85 milioni è stata destinata agli interventi caritativi a favore di Paesi del terzo mondo.
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato. Relativamente ai fondi dell’anno 2009 sono pervenuti n. 550 progetti, di cui quelli finora approvati sono stati 197. Sono stati respinti i progetti che non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n. 222/1985, o la cui realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche. I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti: dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario, agricolo ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali; non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali, né la formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche taluni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più mirati per emergenze locali.
Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi, per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.
- In ambito scolastico: formazione di insegnanti per le scuole primarie e secondarie in Burkina Faso, India, Mali, Camerun, Bolivia e Perú; promozione della formazione culturale attraverso l’apertura di biblioteche classiche e multimediali in Niger; creazione di un centro di formazione socio-educativa nelle zone rurali dell’Uruguay; realizzazione di un centro di alfabetizzazione per ragazzi e di formazione professionale per giovani nella Repubblica Democratica del Congo; avvio di un programma universitario per la formazione a distanza in Argentina; implementazione di un programma educativo per bambini lavoratori in India; formazione alla non violenza ed educazione alla pace nelle scuole diocesane in Niger e in Colombia; realizzazione di corsi di formazione per operatori turistici con orientamento socio-culturale in Argentina; promozione dell’alfabetizzazione di bambini marginalizzati o appartenenti a comunità fuori casta in India; integrazione scolastica per bambini audiolesi in Bénin; realizzazione di un master universitario a distanza in social entrepreneurship and management in Kenya.
- In ambito sanitario: avvio di una banca del sangue in India; acquisto di equipaggiamenti per i centri di radioterapia dell’ospedale Spirito Santo a Bombay e del Lourdes Hospital a Verapoly in India; progetto Dream per la prevenzione e la cura dell’AIDS in Africa; potenziamento delle attività sanitarie nella Repubblica Democratica del Congo; allestimento ed equipaggiamento di un centro materno infantile in Perù; ampliamento di un centro sanitario a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) e acquisto dei relativi equipaggiamenti; supporto al consolidamento del sistema sanitario e dei servizi materni e infantili in Etiopia; acquisto di equipaggiamenti ospedalieri in Tanzania; rinnovo delle attrezzature per la rianimazione neonatale dell’ospedale Gesù Maria Giuseppe a Quixada in Brasile; potenziamento dei servizi di un centro per disabili fisici a Ouagadougou (Burkina Faso); creazione di un centro di salute in una zona rurale del Rwanda; miglioramento dei servizi di fisioterapia nell’ambulatorio Hogar Padre Olallo a Camagüey (Cuba); acquisto di un’unità di fisioterapia ad Amman (Giordania); formazione permanente del personale sanitario ed educazione alla salute della popolazione presso l’ospedale Raoul Follereau di Bissau (Guinea Bissau); formazione di personale sanitario in Sudan.
- Nel settore della promozione umana: creazione di un laboratorio tessile per l’avviamento al lavoro femminile in Tanzania; rafforzamento delle organizzazioni di giovani agricoltori con lo sviluppo di tecniche di coltura e giardinaggio in Burkina Faso; realizzazione di una scuola professionale per ragazzi di strada a Bangalore (India); rinnovamento dei macchinari tipografici a Santarém (Brasile) e Tacna y Moquegua (Perù); creazione di un laboratorio d’arte e corsi di formazione in Camerun; implementazione di un allevamento equino in Uganda; sostegno allo sviluppo agricolo in Guatemala; realizzazione di un sistema di approvvigionamento di acqua potabile a Concepción (Paraguay); promozione e formazione di donne tribali e “dalit” in India; formazione professionale dei detenuti del carcere di Nampula in Mozambico per favorirne il reinserimento sociale post-carcerario; creazione di un allevamento ovino in Guinea Conakry; creazione di una banca del cereale in Mali. Tra le emergenze e le calamità per le quali si è intervenuti nel 2009 si segnalano:
- Filippine, Indonesia e Samoa (alluvione) € 2.000.000;
- Sri Lanka (emergenza umanitaria) € 1.200.000; - Burkina Faso (inondazioni) € 370.000. L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma di € 85 milioni destinata nell’anno 2008 è stata interamente erogata per finanziare 566 dei 1.346 progetti presentati.
I dati complessivi del 2010 non sono ancora pronti, ma lo saranno fra qualche mese. La CEI però già rende noto che la somma per lo scorso anno, dovuto all'incremento del gettito fiscale IPERFE, è ancora superiore, arrivando ad un totale di 235 milioni di euro, dunque 470 miliardi di vecchie lire.
La Chiesa spende ed opera. E sapete perché tutte le opere di carità della Chiesa avvengono nel silenzio più totale?
Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18.
“Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
Notizie correlate: Il presidente degli Avvocati Matrimonialisti: «la Caritas salva migliaia di persone»
Gli attacchi perpetrati nei confronti della Chiesa hanno dei punti ben precisi: si parte da notizie totalmente false, infondate e farneticanti, si passa per cifre paurosamente gonfiate (ad esempio "il cristianesimo ha fatto più morti del comunismo") fino ad arrivare alla tecnica della vero somiglianza. Impastare la vicenda storica o attuale di riferimenti reali o di avvenimenti orecchiati (luoghi comuni) lasciando un'impressione di verosimiglianza. Parte essenziale di questa tecnica di mistificazione è conservare un riferimento parziale alla realtà, in modo che la stragrande maggioranza della gente superficiale o disattenta possa avere l'impressione di muoversi su un terreno a lei noto (si le conosco le crociate e le inquisizioni!! provate a chiedere che sono...), e che potrebbe in ogni momento verificare, ma che naturalmente non verificherà mai perché crede di conoscere bene o semplicemente per svogliatezza o perché quello che si legge fa piacere perché corrisponde ad un preconcetto ben annidato.
Ma il bluff consiste proprio nell'indicare come documento di prova delle proprie fantasie storiche un'opera reale e teoricamente constatabile da tutti. Anche se nessuno andrà poi ad approfondire, l'iniziale verosimiglianza di molti particolari creerà un'irragionevole "certezza generale", che non è intaccata dalla contestazione analitica delle singole falsità e che è difficile da scalfire.
ACCUSA: QUELLO CHE DICE IL VANGELO È DIVERSO DA QUELLO CHE DICE LA CHIESA.
RISPOSTA: La tradizione della Chiesa è formata da un percorso che inizia con la Genesi, continuata, approfondita, rivelata e riequilibrata nel Nuovo Testamento costituito dai 4 Vangeli, spiegata attraverso il tempo dagli Apostoli con gli Atti, e nelle varie epoche dai SANTI e dalle Apparizioni divine, con i miracoli e i prodigi. Si fa ricca anche di tutti quei martiri che con il loro sangue hanno consentito alla Verità, donata da Cristo, di essere testimoniata con coraggio in ogni tempo, fino agli estremi confini della terra.
ACCUSA: MA IL RUOLO DELLA DONNA NELLA CHIESA È DISCRIMINANTE!!
RISPOSTA: Il buon Dio ha avuto bisogno comunque del "Si" di una giovane Donna per incarnarsi, di una povera donna, in un paesino sperduto, poverissimo paesino, una ragazza di quindici o sedici anni in un paesino assolutamente ignoto a tutto il mondo di allora. (Da leggere la "Lettera alle donne" di Giovanni Paolo II)
Nella Sacra Scrittura Dio stesso è presentato come padre e come madre[...] Non c'è dubbio che proprio Cristo abbia molto rivalutato le donne e ristabilisce la dignità della donna in una società e in una cultura dove la donna godeva di scarsa considerazione[...] Cristo ha fondato la sua Chiesa sui dodici apostoli... ma anche su Maria[...] santa Geltrude, santa Caterina da Siena, santa Teresa d'Avila sono state non soltanto grandi donne di preghiera, ma anche profetesse. [...] Pensiamo all'islam, all'induismo, al buddismo. Dove sono, mi chiedo le donne in queste religioni? Non esistono. E poi ancora: dove sono le donne protestanti? [...] pensiamo soltanto a quanti vescovi focolarini oggi pendono dalle labbra della fondatrice di quel movimento, Chiara Lubich[...] (B46 p.37-38)
Si ricordi che fu la Chiesa, nella sua riforma dell'istituzione matrimoniale, abolì, oltre alla lapidazione femminile per adulterio, la possibilità del ripudio, che era concessa, sia presso gli ebrei che presso i romani, ai soli maschi.
La monogamia predicata da Cristo e dalla sua Chiesa, ha cambiato del tutto la storia di milioni di donne, in tutte quelle parti del mondo in cui esse erano state sino ad allora sottomesse alla poligamia. La monogamia, infatti, fu, storicamente, l'affermazione della pari dignità spirituale tra uomo e donna, che sino a Cristo non era mai stata riconosciuta. [...]
(per tutte le domande e le risposte leggete questa pagina: Attacchi alla Chiesa Cattolica)
Ecco qui invece una notizia che dovrebbe far aprire gli occhi a chi crede che la Chiesa non faccia un tubo:
Nel 2009/10 la Chiesa ha devoluto ai poveri 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), ma si preferisce tapparsi le orecchie Nel 2009/10 la Chiesa ha devoluto ai poveri 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), ma si preferisce tapparsi le orecchie Nel 2009/10 la Chiesa ha devoluto ai poveri 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), ma si preferisce tapparsi le orecchie Mentre un'Italia ignorante, convinta che alla totale assenza d'economia del Terzo Mondo si ponga magicamente rimedio con la vendita dell'anello del Papa (dal valore di due semplici fedi nuziali), Gino Strada, fondatore di Emergency, ricordava che 8 ore di guerre in Iraq costano 250 milioni di dollari (500 miliardi li lire) e che le auto blu ci costano un miliardo di euro annui. Intanto l'ONU va ripetendo che tutti gli Stati del mondo -insieme- non forniscono ai poveri quanto da sola offre la Chiesa Cattolica. Sarebbe ora che gli italiani, smettendola di essere disposti ad ubriacarsi di ogni leggenda metropolitana, andassero realmente ad informarsi, con dati ufficiali e non con le paginette dei cyber-bulli che su facebook crescono come funghi, su quanto la Chiesa Cattolica fa o non fa a favore di quanti soffrono condizioni di indigenza. Si, perché sebbene la furiosa, martellante, e sleale propaganda anticlericale sia riuscita a far credere agli Italiani che la Chiesa è il più bel volto del demonio, il bilancio degli interventi caritativi della CEI parla chiaro: tra il 2009 e il 2010 la somma degli interventi caritativi della sola Chiesa Cattolica Italiana è stata di ben 440 milioni di euro (880 miliardi di lire), una cifra immensa, che va ripartita in due blocchi: gli interventi in Italia e quelli nei Paesi del terzo mondo. Ma vediamo meglio nel dettaglio il quadro della situazione:
INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE:
A) Una quota di € 90 milioni è stata destinata alle 226 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale. La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 203.778,52) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: € 67.926,17), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (€ 0,7460 per abitante).
B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: per il terremoto in Abruzzo (€ 5.000.000); a monasteri di clausura femminili che versano in condizioni di particolare necessità; alla Caritas Italiana che coordina interventi sul territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente disagiate, l’accoglienza e l’assistenza degli anziani, dei senzatetto e dei rifugiati, il recupero delle vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate a favorire il reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di detenuti; contributi a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che operano per l’assistenza ai poveri, agli emarginati e ai profughi, per la prevenzione dell’usura, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili; contributi ad associazioni e centri in difesa della vita umana. Il criterio per l’ammissibilità delle domande è l’oggettiva rilevanza nazionale degli interventi; le persone giuridiche richiedenti devono essere, di norma, canonicamente riconosciute e soggette alla giurisdizione ecclesiastica.
INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO
Nell’anno 2009 una quota di € 85 milioni è stata destinata agli interventi caritativi a favore di Paesi del terzo mondo.
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato. Relativamente ai fondi dell’anno 2009 sono pervenuti n. 550 progetti, di cui quelli finora approvati sono stati 197. Sono stati respinti i progetti che non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n. 222/1985, o la cui realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche. I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti: dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario, agricolo ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali; non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali, né la formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche taluni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più mirati per emergenze locali.
Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi, per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.
- In ambito scolastico: formazione di insegnanti per le scuole primarie e secondarie in Burkina Faso, India, Mali, Camerun, Bolivia e Perú; promozione della formazione culturale attraverso l’apertura di biblioteche classiche e multimediali in Niger; creazione di un centro di formazione socio-educativa nelle zone rurali dell’Uruguay; realizzazione di un centro di alfabetizzazione per ragazzi e di formazione professionale per giovani nella Repubblica Democratica del Congo; avvio di un programma universitario per la formazione a distanza in Argentina; implementazione di un programma educativo per bambini lavoratori in India; formazione alla non violenza ed educazione alla pace nelle scuole diocesane in Niger e in Colombia; realizzazione di corsi di formazione per operatori turistici con orientamento socio-culturale in Argentina; promozione dell’alfabetizzazione di bambini marginalizzati o appartenenti a comunità fuori casta in India; integrazione scolastica per bambini audiolesi in Bénin; realizzazione di un master universitario a distanza in social entrepreneurship and management in Kenya.
- In ambito sanitario: avvio di una banca del sangue in India; acquisto di equipaggiamenti per i centri di radioterapia dell’ospedale Spirito Santo a Bombay e del Lourdes Hospital a Verapoly in India; progetto Dream per la prevenzione e la cura dell’AIDS in Africa; potenziamento delle attività sanitarie nella Repubblica Democratica del Congo; allestimento ed equipaggiamento di un centro materno infantile in Perù; ampliamento di un centro sanitario a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) e acquisto dei relativi equipaggiamenti; supporto al consolidamento del sistema sanitario e dei servizi materni e infantili in Etiopia; acquisto di equipaggiamenti ospedalieri in Tanzania; rinnovo delle attrezzature per la rianimazione neonatale dell’ospedale Gesù Maria Giuseppe a Quixada in Brasile; potenziamento dei servizi di un centro per disabili fisici a Ouagadougou (Burkina Faso); creazione di un centro di salute in una zona rurale del Rwanda; miglioramento dei servizi di fisioterapia nell’ambulatorio Hogar Padre Olallo a Camagüey (Cuba); acquisto di un’unità di fisioterapia ad Amman (Giordania); formazione permanente del personale sanitario ed educazione alla salute della popolazione presso l’ospedale Raoul Follereau di Bissau (Guinea Bissau); formazione di personale sanitario in Sudan.
- Nel settore della promozione umana: creazione di un laboratorio tessile per l’avviamento al lavoro femminile in Tanzania; rafforzamento delle organizzazioni di giovani agricoltori con lo sviluppo di tecniche di coltura e giardinaggio in Burkina Faso; realizzazione di una scuola professionale per ragazzi di strada a Bangalore (India); rinnovamento dei macchinari tipografici a Santarém (Brasile) e Tacna y Moquegua (Perù); creazione di un laboratorio d’arte e corsi di formazione in Camerun; implementazione di un allevamento equino in Uganda; sostegno allo sviluppo agricolo in Guatemala; realizzazione di un sistema di approvvigionamento di acqua potabile a Concepción (Paraguay); promozione e formazione di donne tribali e “dalit” in India; formazione professionale dei detenuti del carcere di Nampula in Mozambico per favorirne il reinserimento sociale post-carcerario; creazione di un allevamento ovino in Guinea Conakry; creazione di una banca del cereale in Mali. Tra le emergenze e le calamità per le quali si è intervenuti nel 2009 si segnalano:
- Filippine, Indonesia e Samoa (alluvione) € 2.000.000;
- Sri Lanka (emergenza umanitaria) € 1.200.000; - Burkina Faso (inondazioni) € 370.000. L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma di € 85 milioni destinata nell’anno 2008 è stata interamente erogata per finanziare 566 dei 1.346 progetti presentati.
I dati complessivi del 2010 non sono ancora pronti, ma lo saranno fra qualche mese. La CEI però già rende noto che la somma per lo scorso anno, dovuto all'incremento del gettito fiscale IPERFE, è ancora superiore, arrivando ad un totale di 235 milioni di euro, dunque 470 miliardi di vecchie lire.
La Chiesa spende ed opera. E sapete perché tutte le opere di carità della Chiesa avvengono nel silenzio più totale?
Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18.
“Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
Notizie correlate: Il presidente degli Avvocati Matrimonialisti: «la Caritas salva migliaia di persone»
NO ALLA COMUNIONE SULLA MANO!!!
La Comunione sulla mano è peccato!!! Esattamente, anche se ormai tutti fanno così.
Di seguito, le prove che dimostrano che è un sacrilegio toccare il Corpo purissimo di Cristo se non si è sacerdoti. Nemmeno le suore dovrebbero farlo!
Vi ricordo che questo era anche uno degli obbiettivi della Massoneria (SE AVETE LETTO LA SEZIONE: "Demonio e Demoni DI QUESTO SITO); le persone poi che fanno le sette sataniche, prendono l'Ostia e la portano alle loro messe nere! Non vi voglio dire poi cosa ci fanno con il meraviglioso corpo di Gesù, è troppo tremendo...!
COMUNIONE SULLA MANO? ANCHE I MISTICI DICONO DI NO!
"Dopo aver pregato, il Salvatore insegnò. Le parole uscivano dalla sua bocca come la luce irraggiante dal fuoco; essa permeava gli Apostoli, a eccezione di Giuda. Presa poi la patena con i frammenti di pane, Gesù disse ai convitati: - Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo, che sarà dato per voi! - Protese quindi la destra, come per benedire, mentre così faceva, irradiava da Lui un abbagliante splendore. Non solo erano luminose le sue parole, ma anche il pane posato sulla lingua degli Apostoli, il quale era tutto raggiante. Vidi inoltre gli stessi Apostoli radiosi di Luce, a eccezione di Giuda, che divenne tenebroso. Il Nazareno aveva posto il Pane prima sulla lingua di Pietro e poi su quella di Giovanni; quindi aveva fatto segno a Giuda di avvicinarsi. L'Iscariota era stato il terzo, al quale Gesù aveva presentato il Sacramento; poi gli aveva detto: - Fa presto quanto vuoi fare! Aveva comunicato quindi gli altri Apostoli, che gli si erano avvicinati a due a due".
(Dalle Rivelazioni della Beata Anna Caterina Emmerich, stimmatizzata agostiniana nata l'8 settembre 1774 e morta il 9 febbraio 1824, volume secondo, pagina 107, della Editrice Cantagalli di Siena).
"In mezzo a continui patimenti, essa nella festa del Corpus Domini ebbe ricchissime visioni circa la istituzione del santissimo Sacramento... Vidi un quadro dell'istituzione del SS. Sacramento. Il Signore sedeva al centro del lato lungo della tavola; alla sua dritta sedeva Giovanni, alla sua sinistra uno svelto e sottile apostolo, che molto a Giovanni assomigliavasi; presso di lui sedeva Pietro, che spesso sporgeva il capo per sopra il suo vicino. Sul principio vidi il Signore ancor per alcun tempo ammaestrare sedendo. Quindi egli sorse in piedi e gli altri con lui; tutti lo guardavano silenziosi e con una certa curiosità, e stavano intenti a ciò che egli fosse per fare. Vidi allora come sollevasse in alto il piatto su cui posava il pane, e rivolgesse gli occhi al cielo, e quindi con un coltello d'osso percorrendo le linee che solcavano quel pane, lo spezzasse in bocconi. Lo vidi poi muover la mano dritta sopra quei frammenti come benedicendoli. Mentre ei ciò fece, si diffuse da lui uscendo un gran splendore, il pane risplendeva, egli stesso era luminoso e come nella luce disciolto, e cotesta luce si diffuse sopra tutti i presenti e sembrava che penetrasse in loro. E tutti divennero silenziosi e raccolti; il solo Giuda vidi oscuro e come se respingesse cotesta luce. Gesù sollevò pure in alto il calice e gli occhi, e lo benedisse allo stesso modo. Non posso trovare altra espressione adatta a rappresentare ciò che in lui succedesse durante cotesta santa cerimonia, fuor quella di dire ch'io vedevo e sentivo come egli si trasformasse. Poi il pane ed il calice divennero luce. Vidi che aveva deposto i frammenti sopra la superficie di un piatto, che assomigliavasi ad una patena, e che con la sua dritta distribuiva cotesti bocconi ponendoli in bocca a ciascuno..."
(Vita della Beata Anna Caterina Emmerich, scritta dal P.C.E. Schmóger della Congregazione del SS. Redentore, volume II, pp. 413-414, Editrice Marietti, Torino 1871).
"L'anima di un sacerdote venne da me e mi disse di pregare per lui, perché doveva soffrire molto. Di più non poté dire; poi sparì. Un'altra anima del Purgatorio mi spiegò in seguito: "Egli deve soffrire molto, poiché ha seguito l'uso di distribuire la Comunione nelle mani dei fedeli e perché ha fatto rimuovere i banchi che servivano per ricevere la Comunione in ginocchio. Si potrebbe aiutarlo rimettendo i banchi al loro posto, là dove egli li fece togliere, ed esortando coloro che furono abituati da lui a ricevere la Comunione nelle mani a non farla più così". Parlai con il Decano del posto, che ebbe molta comprensione. Disse: "Non sono stato io ad introdurre l'uso della Comunione in mano. Per quanto riguarda i banchi, posso tentare di soddisfare questo desiderio, ma devo lasciare che decidano i sacerdoti del luogo". Parecchie volte venne l'anima di un altro sacerdote, lamentandosi che soffriva moltissimo, poiché aveva rimosso i banchi in chiesa, costringendo il popolo a ricevere la Comunione in piedi. Da ciò si capisce che qualcosa qui non funziona. È vero: il Papa ha permesso di ricevere la Comunione anche in piedi. Chi però desidera inginocchiarsi, deve avere la possibilità di farlo. Così vuole il Papa, e noi possiamo pretendere ciò da ogni sacerdote. Se un sacerdote, o un vescovo, sapesse qual è la sua grande responsabilità nell'introdurre l'uso della comunione in mano, non lo farebbe certamente, e non lo permetterebbe..."
(Maria Simma, Le anime del Purgatorio mi hanno detto..., pp. 150-151, Editrice Dielle, Messina 1975).
"Più volte querelossi grandemente il Signore con la sua serva del grave dolore che gli cagionavano in cuore le scostumatezze del Clero di allora. Egli, rammentando quelle singolarissime grazie con cui arricchir volle coloro, i quali si consacravano al suo santuario, le disse: "Vedi, mia figlia, io sono come colui, il quale partendo da questa vita, lascia agli amici suoi l'oggetto più prezioso dei suoi averi. Così ai miei ministri, che ho prescelti a preferenza degli Angeli e degli uomini, nel dividermi da questo mondo ho rimesso ciò che avevo di più caro e lasciato loro cinque doni: la fede è il primo, il secondo la consegna delle due chiavi del cielo e della terra, il terzo è la virtù di trasformare in un angelo un nemico di Dio, il quarto è il potere di consacrare il mio Corpo, ciò che a nessun Angelo è concesso, il quinto è il privilegio di poter toccare con le proprie mani la Carne mia purissima..."
(Suor Maria Bernardina dell'Ordine delle Cappuccine, Vita di S. Brigida di Svezia, pagina 280, Venezia 1890).
"Nell'assunzione di questo Sacramento (l'Eucaristia) fu sempre costume nella Chiesa di Dio che i laici ricevessero la comunione dai Sacerdoti e i Sacerdoti celebranti invece comunicassero se stessi, costume che con ogni ragione deve ritenersi come proveniente dalla Tradizione apostolica"(Concilio di Trento, Decreto sull'Eucaristia, sessione XIII D.-B. 881). p. Vittorio Luchetti
C'è il libro di Maria Simma "Fateci uscire da qui ", dove a pag. 50 racconta di una signora, ministro straordinario molto devota, il giorno che morì la composero nella bara, celebrarono il funerale al momento di chiudere definitivamente la bara si accorsero con stupore che le sue mani erano diventate nere, la seppellirono. L'anima di questa signora apparve a Maria Simma e le disse che era in purgatorio per scontare la pena di aver toccato il Corpo di Gesù, per questo le sue mani nella bara erano diventate nere!
C'è anche da aggiungere la mistica Rani John Kerala: molto tempo fa ci furono dei miracoli eucaristici incredibili, addirittura filmati da tantissime persone che erano presenti al fatto; in pratica, appena la Santa Ostia le veniva data (in bocca, ovviamente) iniziava a trasformarsi diventando VERO SANGUE E CARNE! In più, il nostro Signore Gesù, le è apparso varie volte dandole, Lui stesso in bocca (vedete, non in mano!) la Santa Comunione.
Vi invito a dare un'occhiata al sito web (inglese): Mother of Kanchikode e i filmati che, oltre al sito, troverete anche su You Tube.
Molti miracoli giravano attorno a questa ragazza e quindi non ci sono dubbi che sia stata scelta dal Cielo per avvisare l'umanità dell'importanza della Santa Ostia.
MESSA ALL'ASTA UN'OSTIA CONSACRATA
II 15 aprile, la diocesi di Sioux City, Iowa, USA, ha pubblicato un comunicato nel quale si afferma che la questione dell'Ostia consacrata offerta all'asta è stata risolta: l'offerente ha ritirato l'offerta all'incanto.
La mattina del 15 aprile, mons. Roger J. Augustine, amministratore della diocesi, si è incontrato con l'offerente: questi ha assicurato che non v'è stata alcuna vendita; ha espresso il suo dispiacere per l'accaduto e ha chiesto scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi per la sua iniziativa. L'Ostia è stata consegnata a mons. Augustine che ne ha disposto secondo quanto stabilito dalla legge della Chiesa.
L'ACCADUTO: Il 9 aprile scorso, (2005), il giorno dopo lo svolgimento dei funerali del Papa, sulla rete Ebay (sito internet di vendite all'asta, presente in tutto il mondo) degli Stati Uniti, è stata offerta all'incanto un'Ostia consacrata. L'offerente ha dichiarato che si sarebbe trattato di un'Ostia che egli aveva conservata nel corso di una Santa Messa in Vaticano, celebrata dal Papa, e a cui aveva assistito e partecipato nel 1988, nonostante non sia un cattolico. AI momento della Comunione, costui si sarebbe recato, per due volte, a prendere l'Ostia, al solo scopo di conservarla: ovviamente, ha ricevuto l'Ostia sulla mano, com'è d'uso nella Chiesa del post-concilio.
Insieme all'Ostia, costui ha offerto all'incanto anche quattro francobolli e un apri-bottiglia che, secondo lui, sarebbe stato benedetto dal Papa, perché lui stesso li teneva in mano durante la Messa.
L'Associated Press ha confermato che l'Ostia, partita da una base d'asta di 100 dollari, sarebbe stata venduta, il lunedì 11 aprile, per 2000 dollari, e sarebbe stata comprata da un cattolico che intendeva preservarla da ogni ulteriore profanazione e dal rischio che cadesse in mano a dei satanisti.
La diocesi di Sioux City, Iowa, interessata alla vicenda, ha reagito con forza di fronte a questa novità blasfema, e il suo portavoce, mons. Jim Wharton, si è subito attivato per cercare di neutralizzare la cosa.
I responsabili del "sito Ebay" hanno dichiarato che, secondo loro, non v'è nulla di male nel mettere all'asta un oggetto da collezione come un'Ostia consacrata.
Non è la prima volta che un'Ostia consacrata viene usata per gli scopi più diversi: dalla mania personale, come sembrerebbe in questo caso, alla mania di gruppo, e di gruppi dediti al culto di Satana.
Questa volta si sono sommati due fattori: la profanazione dell'Ostia e il successo mediatico del Papa che l'avrebbe consacrata. Se non ci fosse stata tutta la grancassa dei mezzi d'informazione sulla scomparsa di Giovanni Paolo li, forse nessuno si sarebbe sognato di offrire all'asta un'Ostia consacrata da lui e, forse, lo stesso accadimento sarebbe passato inosservato.
Ma la cosa che salta più all'occhio è che, nonostante i fenomeni come questo, si continui a distribuire la "Comunione sulla mano".
Non solo non v'è mai stata e non v'è ancora alcuna seria giustificazione per un uso tanto irriverente e blasfemo, ma non si comprende che senso possa avere continuare a distribuire il Corpo di Nostro Signore in maniera del tutto indiscriminata, anche a migliaia di persone insieme, nei posti più diversi, ove non ci si preoccupa neanche della qualificazione dei presenti: non solo se sono o meno in peccato mortale, ma nemmeno se sono o no dei cattolici.
Questa continua banalizzazione del sacro, questa continua umanizzazione delle cose della Religione, questa diffusa e affermata leggerezza, non possono essere bilanciate da nessun bel discorso di buona volontà, fosse profferito financo da un Papa.
La Religione viene vissuta e praticata dai fedeli sulla base della loro esperienza ordinaria in seno alla Chiesa, e se tale esperienza è principalmente centrata sulla superficialità, sulla leggerezza, sull'incontrollata spontaneità, a nulla varranno i bei discorsi, e la Fede ne risentirà per il numero e per la qualità.
Questi ultimi quarant'anni la dicono lunga in questo senso!
OSTIE CHE VOLANO VIA
Lettera di un vecchio prete canadese
Il 2 luglio 1970, un prete molto serio ci scriveva una lettera, raccontandoci il fatto straordinario di Ostie consacrate che sono volate via da se stesse da un Ciborio.
Noi abbiamo saputo la notizia anche da altre persone e ne abbiamo mandate alcune per una inchiesta sul posto. Ecco alcuni estratti della lettera di quel sacerdote. Sono venuto a conoscenza, da un prete del Québec, di un avvenimento straordinario che sembra essere un miracolo eucaristico.
Una di queste ultime domeniche (i1 21o 28 giugno 1970), alla Messa parrocchiale delle 7, nella chiesa di Beauceville (P.Q. Canada), il parroco don Carlo Eugenio Houde, sulla cinquantina, celebrava la S. Messa. Avendo già detto ai suoi parrocchiani che, d'ora in avanti, avevano il permesso di comunicarsi ricevendo la Santa Ostia nella mano, secondo le direttive dell'Arcivescovado di Québec, (1) prima della Messa disse ai suoi parrocchiani pressappoco così: "Per evitare delle complicazioni, vi comunicherete tutti ricevendo la Santa Ostia nella mano". (N.B.: Ciò era contrario alle direttive episcopali, le quali lasciano la libertà ai fedeli di comunicarsi, ricevendo la Santa Comunione sulla mano o nella bocca!). Al momento della Comunione, il parroco don Houde si volse verso i fedeli, tenendo le mani sul Ciborio. Ma prima che avesse preso un'Ostia e fatto un passo, ecco che una cinquantina di Ostie consacrate uscirono da se stesse dal Ciborio, e, levatesi in aria, si dispersero attorno al celebrante, cadendo, poi, lentamente, verso terra!
Don Houde fu talmente sorpreso da questa meraviglia che rimase alcuni minuti immobile, pallido per lo spavento. Poi, ispirato interiormente, disse ai fedeli che s'avvicinavano alla Sacra Mensa: "D'ora innanzi, voi vi comunicherete tutti facendo la Santa Ostia sulla lingua e non più sulla mano, perché il buon Dio ce ne ha dato ora un segno!".
Poi, s'inginocchiò per raccogliere le Sante Ostie disperse sul tappeto e distribuì la Santa Comunione. Di ritorno al presbiterio, disse: "Mai più, in vita mia. darò la Santa Comunione sulle mani!".
Se tutto questo è vero, il Signore ha voluto mostrarci che ricevere la Comunione nella mano è come gettare la Santa Ostia per terra, perché vi sono sovente delle briciole che cadono dalla mano dei comunicandi (la stessa cosa succede anche quando parecchi preti concelebrano!). Ecco perché la Chiesa esigeva l'uso di una patena, tenuta da un inserviente, per raccogliere le particole che contengono il Corpo di Cristo! Ecco perché anche le rubriche prescrivevano che il prete raccogliesse le briciole che erano potute restare sul corporale e che si lavasse le dita al di sopra del calice, dopo essersi comunicato, o se le purificasse in un piccolo vaso con l'acqua, dopo aver dato la Santa Comunione. Tutte queste precauzioni erano, appunto, per evitare le profanazioni e i sacrilegi.
Questo fatto miracoloso e le numerosissime profanazioni che ovunque si moltiplicano, dovrebbero decidere le Autorità Episcopali ad annullare un tale permesso, già, purtroppo, concesso: di dare la Comunione sulla mano.
(Da: Vers Demain, gennaio-febbraio 1971, p. 29, Canada)
(1): Solo i Vescovi progressisti hanno dato il "via" a questa "a-teologica" distribuzione della comunione sulle mani. E lo hanno dato ancora prima delle disposizioni - purtroppo! - ormai ufficiali. Comunque, anche queste, sono venute in seguito alle richieste dei Vescovi più progressisti.
SAI COME ANDREBBE PRESA LA SANTA OSTIA?
Adesso stiamo attenti all’affermazione di Gesù: quando furono saziati, Egli disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Anche se non si trattava di pane benedetto, era uscito miracolosamente dalle mani di Dio, spuntato dal nulla, quindi era prezioso e Gesù chiese di raccogliere tutto.
Non possiamo non pensare ai frammenti dell’Eucaristia, quei pezzettini quasi invisibili che spesso cadono dall’altare perché il celebrante passa il purificatoio nel calice senza avere prima versato un po’ di acqua e averla bevuta. O i pezzettini di Eucaristia quasi invisibili che rimangono incollati sulle mani o sulle dita dei fedeli che prendono sulla mano l’Eucaristia e non si accorgono che cadono per terra. Ogni piccolissimo frammento, anche se quasi invisibile, è sempre Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù.
Quale responsabilità per il Sacerdote che non “raccoglie i pezzi avanzati” e per i fedeli che trattano l’Eucaristia con superficialità?
Questa indifferenza è gravissima, spesso si tratta l’Eucaristia peggio ancora di un pezzo di pane e non si cura nulla, non c’è riverente adorazione, non c’è la conoscenza che tutto viene dall’Eucaristia e senza questo cibo non c’è vita cristiana. Ci sono persone che non possono riceverla, ho già affermato che il desiderio sincero di riceverla spiritualmente e l’adorazione davanti al Tabernacolo ottiene misericordia e molti aiuti dal Signore. Perché Gesù ama tutti e vuole salvare anche i più grandi peccatori.
Devo farvi leggere una mail inviata da Barbara, spiega il suo immenso stupore davanti al celebrante che proibisce ai fedeli di fare una riverenza a Gesù prima di prendere la Santa Comunione. Una contraddizione incredibile, si dovrebbe gioire quando un fedele compie qualsiasi riverenza davanti a Gesù presente nell’Eucaristia, invece no, non và bene, non si deve fare. Vediamo perché.
Caro Padre Giulio, lunedì 24 aprile, sono andata a Messa nella Chiesa (e convento) di Santa Maria Nuova, con l'intenzione di confessarmi dopo la Santa Messa. Durante la Messa , al momento del Padre Nostro, il celebrante ha detto che lo dovevamo recitare prendendoci tutti quanti per mano. Arrivati al momento della Comunione, una signora anziana che si trovava davanti a me, ha fatto un profondo inchino prima di ricevere Gesù, mentre io invece, ho fatto una genuflessione, come sono solita fare durante la Messa , al momento della Comunione. Alla fine della Messa, sono andata dal frate che ha celebrato, dicendogli che avevo bisogno di confessarmi e lui mi ha risposto:
Padre Franco: “Va bene. Ti devo dire una cosa, che non so se te l'ha mai detta nessuno.....”.
Barbara: “Cosa?!”.
Padre Franco: “Che non devi fare l'inchino prima di ricevere la Comunione ”.
Barbara: “Innanzitutto, io non ho fatto l'inchino, ma lo ha fatto una signora davanti a me, mentre io invece, ho fatto la genuflessione! E perché non dovrei fare un atto di riverenza al Signore Gesù?!”.
Padre Franco: “Perché il sacerdote ci rimane male e nella Liturgia non si fa”.
Barbara: “Cosaaa??!!!! Lei dunque, ci rimarrebbe male???!!! O forse ci rimane male Dio, se piuttosto non lo faccio??!! Invece, nella Liturgia si fa eccome l'atto di riverenza, perché la Redemptionis Sacramentum dice che l'atto di riverenza prima di ricevere Gesù, non solo si può fare, ma si DEVE fare. Lei dunque cominci a leggere la Redemptionis Sacramentum , prima di dire certe cose!!!! In più, l'atto di riverenza è DOVUTO A DIO e nelle Lettere di San Paolo sta scritto che nel Nome di Gesù, ogni ginocchio si pieghi, nei Cieli, sulla terra e sottoterra!!!!!”.
Padre Franco: “No, non è vero”.
Barbara: “La smetta di dire menzogne, perché lei sa benissimo che quello che dico è vero e se lei non è obbediente a Cristo e al Suo Vangelo e alla dottrina della Chiesa, lei si mette contro Gesù e il Papa!!! Mi scusi, ma adesso non mi va più di confessarmi!”.
Padre Franco: “Ah...! Non ti vuoi più confessare, adesso?!”.
Barbara: “Non da lei! Io, ho bisogno di confessarmi da un Uomo di Dio, obbediente alle leggi di Cristo e della Chiesa e purtroppo, lei, non ha questi requisiti!! Mi scusi di nuovo! Buongiorno!”.
E naturalmente, sono andata via a “gambe levate!”.
Caro Padre Giulio, non vedo l'ora che lei scriva una bella omelia su quanti non amano più Gesù, veramente ti portano all'esasperazione e ci scommetto che se noi fedeli facessimo atti di riverenza nei loro confronti, sarebbero contentissimi, si lascerebbero riverire eccome, ma GUAI a riverire DIO, soprattutto durante la Liturgia ! Forse durante la Messa Gesù perde la Sua Divinità , rimanendo un semplice Uomo???!!!!
Cordiali saluti. Barbara».
La Redemptionis sacramentum è una disposizione/istruzione della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti del 25 marzo 2004, “su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia ”.
Al numero 90 afferma: “I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi, e confermato da parte della Sede Apostolica. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento dell’Eucaristia, facciano la debita riverenza”.
(da: preghiereagesuemaria)
COMUNICARSI CON LA MANO: PECCATO?
S. Agostino disse: "A forza di veder tutto, si finisce con l'accettare tutto". Vero. I più si sono adeguati a questo nuovo stile in buona fede, dopo di aver assistito abitualmente a questa novità di celebrazione eucaristica, servita da sacerdoti adeguatisi al gusto del giorno.
Qui, ritorno a farne il punto, dopo due mie pubblicazioni su questo tema, per "amore della verità" (II.a Thess. 8-11) e per un vero amore verso Colui al quale noi tutti siamo tenuti a contraccambiare l'amore "con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze" (Cfr. Rom. XII, 9-11; Gv. VIII, 4-9).
Naturalmente, non sono motivi estetici che mi fanno opporre alla Comunione sulla mano, ma perché non è di natura cattolica, essendo contro la pietà cristiana, di nessun rispetto delle mani unte del Sacerdote né di alcuna successione continua della Tradizione, la quale, anzi, si era sempre sviluppata in senso contrario. Infatti, nella Chiesa cattolica, è sempre stato uso ricevere la santa Comunione nella bocca, distribuita dal Sacerdote, il quale agisce "in persona Christi". Per questo, S. Pio X inserì esplicitamente nel suo Catechismo Maggiore questo venerando costume liturgico: "...Nei momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere... Se la santa Ostia si attaccasse al palato, bisognerebbe distaccarla con la lingua, e giammai con la dita". (Catechismo Maggiore, parte IV, c. IV, & 4). Come vedete, non sono dettagli di poca importanza, ma manifestano la cura di sempre della Chiesa per promuovere il massimo rispetto per il SS. Sacramento e anche le minime particelle consacrate.
False, comunque, sono state tutte le ciance di tanto clero che si son dati a raccontare che, nei primi secoli della Chiesa, la distribuzione della Comunione era senza adorazioni né genuflessioni, che si servivano anche da soli, a domicilio, intorno a un tavolo.
La verità storica è tutt'altro. Certo, le persecuzioni obbligavano i cristiani a radunarsi in privato, magari nelle catacombe. Quindi, gli altari di fortuna, le tavole, non furono mai la regola, ma solo l'eccezione. Prima di questo, il rispetto all'Eucaristia faceva sì che si scegliessero soprattutto le tombe dei Martiri come altari. San Felice (Papa dal 269 al 274) ordinò che la Messa fosse celebrata sulla tomba di un Martire (Cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 158, ed. J. Bayet, Paris. E de Boccard 1955, p. 71 ss.). E questa decisione regolarizzava un uso già stabilito (cfr. "Dictionaire d'Archéologie chrètienne et de Liturgie", Paris, èd. Letpuzey et Ané., 1914, tome I, art. AUTEL, col. 3165-68).
San Pio I (Papa dal 141 al 156) aveva già inculcato il rispetto della Chiesa, "casa di Dio", e dell'altare. Anche san Soterio (Papa dal 167 al 175) (Cfr. lbdem-Regesta, pp. 921-922). Si legga anche S. lreneo di Lione (130208) (cfr. "Contra haereses", livre IV, c. 18, n. 6, PG, tome VII, col. 1029). E si leggano i San Gregorio di Nyssa (335-394), i Sant'Agostino d'Ippona (354-430), S. Pietro Grisologo (406450)... e via via! La moda, quindi, della "Cena" intorno a un tavolo non è, dunque, di tradizione apostolica, bensì di quel ex-frate massone Lutero che fantasticò Nostro Signore che celebrava rivolto al "popolo" (I. c. p. 1-8).
Così pure non ci fu mai l'uso di passare di mano in mano, su un piatto o in un canestro, l'Ostia consacrata. Questa non veniva presa, ma ricevuta... e solo dalla mano di un Sacerdote. Lo affermò anche Tertulliano: "Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu sumimus" (Cfr. Liber de Corona, III, 3-P L., tomo li, col. 79). È dunque storicamente falso ogni altro dire. S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: "Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangerentur nisi a ministris" (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Mansi I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919). L'abitudine di alcuni di fare diversamente, spinse la Chiesa a prendere delle sanzioni per far adempiere le norme apostoliche. San Damaso (Papa dal 366 al 384) interdisse l'abitudine di tenere in privato l'Alimento divino: "obiationes sub dominio laicorum detineri vetat" (Cfr. Regesta, p. 931). II Concilio di Saragozza, nel 380, lanciò l'anatema (canone III) contro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione. Lo stesso fu fatto dal Concilio di Toledo, nell'anno 400 (canone XIV). Ma già prima, da Santo Stefano (Papa dal 254 al 257) aveva prescritto che "i laici non dovevano considerare le funzioni ecclesiastiche come fossero loro attribuite" (Cfr. Regesta, p. 925-Mans I, 889). Gli abusi, quindi, non erano la regola della Chiesa primitiva, il costume tradizionale di comunicarsi. S. Leone I (Papa dal 440 al 461) voleva che il Sacramento dell'Eucarestia si ricevesse tramite la bocca: hoc enim ORE sumitur quod Fide tenetur" (cfr. P L., tomo 54, col. 452). Papa Agapito I nel 536, compì un miracolo di guarigione improvvisa durante la Messa: "cumque ei Dominicus Corpus mitteret in os", cioè dopo aver dato l'Ostia consacrata nella bocca.
I soli che si comunicavano in piedi e con la mano, furono gli Ariani; ma questi negavano la divinità di Cristo e vedevano nell'Eucarestia solo un semplice simbolo d'unione.
La Chiesa cattolica, quindi, non ha mai cambiato disciplina. S. Tommaso d'Aquino, il maggior dottore della Chiesa cattolica (1225-1274), si fece eco di questa prescrizione apostolica: "La distribuzione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote per tre motivi: in primo luogo, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cristo. Ora, è Cristo stesso che ha consacrato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consacrazione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote, altrettanto appartiene a lui la distribuzione. In secondo luogo, il sacerdote è stabilito intermediario tra Dio e il popolo. Di conseguenza, come a lui spetta l'offrire a Dio i doni del popolo, altrettanto spetta a lui donare al popolo i doni santificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacramento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consacrati, ed altrettanto le mani del Sacerdote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nessun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità". (Cfr. Summa Teologica, Ill.a pars, q. 82, a. 3).
II Concilio di Trento, nel 1551, dirà: "... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla Tradizione apostolica" (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchridion... ed. 33 a, N. 16-48°).
Lo stesso Paolo VI, nella sua enciclica "Mysterium FideV (3.9.1965), scrisse che "non bisognava cambiare il modo tradizionale di ricevere la Comunione" (&& 61-62).
Anche il "Memorial Domini" (29 maggio 1969), richiama alla disciplina cattolica: "... Tenuto conto della situazione attuale della Chiesa nel mondo intero, questa maniera di distribuire la santa Comunione deve essere conservata, non solamente perché essa ha dietro di sé una tradizione plurisecolare, ma soprattutto perché essa esprime il rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia... questo modo di agire, devesi considerare tradizionale, assicura più efficacemente che la santa Comunione venga distribuita con il rispetto, il decoro e la dignità che le competono (...). Una forte maggioranza di vescovi ritiene che nulla debba essere cambiato alla disciplina attuale".
Invece, dopo il Vaticano Il s'incominciò la rivoluzione; il "fumo di Satana" inondò tutto il Tempio di Dio della Chiesa cattolica. Fu una vera rivoluzione! Si sono truccati persino i testi primitivi; si sono truccate sistematicamente anche le enciclopedie, i dizionari, i testi di teologia, di spiritualità, di archeologia, di liturgia, di catechesi mistogogiche e via dicendo. Si sono fatte affermazioni gratuite, citando vicendevolmente da un testo all'altro, giochi da ping-pong che valse per gli ingenui, gli impreparati, i sentimentali, i propensi alle grullerie, come fossero del materiale scientificamente dimostrato. Così i fedeli vennero gabbati a gettito continuo, abbagliati con mezzi gonfiati dal padre della menzogna travestito da angelo di luce.
Concludendo questi pochi accenni storici teologici, tolti da un mare di materiale su questo comunicarsi con la mano, Noi abbiamo l'ardire di affermare che coloro che comunicano, ingiungendo di comunicarsi con la mano, commettono certamente un atto peccaminoso sotto diversi aspetti.
Per primo, sarebbe una disubbidienza alla Tradizione cattolica. E poi sarebbe un'ingiustizia per l'empietà che commette verso Dio di cui lede la Maestà, e verso il Sacerdote cattolico di cui usurpa le prerogative. Certo, solo Dio sa quale misura abbiano questi peccati, non solo materiali ma anche formali. È incredibile che si sia dimenticato quanto ci insegnavano prima, in proposito, che era già materia leggera, nel sacrilegio, se si toccava un calice, una patena, altri pannolini sacri, senza essere stati autorizzati (cfr. Codice 1306).
I fedeli che non si sono lasciati sorprendere dal gioco dei modernisti e progressisti, si astenevano dal comunicarsi con la mano. Ma c'era proprio da domandarsi come si è giunti fino a quel punto. II principio fu del clero che cessò di trasmettere le verità di fede al popolo dei battezzati, facendone delle pecorelle smarrite ed erranti. Noi di "Chiesa viva" abbiamo subito reagito, con ben 12 articoli, storico teologici, contro questa disposizione sacrilega, chiaramente contro i testi dogmatici del Concilio di Trento.
Ma possibile che non si sappia che la "Comunione sulla mano" faceva parte di un "piano massonico" da lunga data preparato? Eppure, proprio la CEI (novembre 1989), con un vero "colpo di mano" da parte di vescovi progressisti e neo-modernisti, approfittando dell'assenza di molti Presuli, da un loro raduno sul tema, riuscì a far passare (`ordinanza" con un solo voto in più! E così, questo "placet" divenne "causa" di profanazioni sacrileghe, di sottrazioni di Ostie consacrate per usi sacrileghi, di "messe nere", di dispersione di frammenti per terra, di allontanamento, infine, delle anime dei fedeli dal ringraziamento dopo la Messa, così da sfumare il senso del divino; e certo si è proceduto a tappe: dall'obbligo ("bisogno") si passò alla convenienza ("conviene"); dalla convenienza, poi, si passò al silenzio, perché non ci fu più, o quasi, il ringraziamento. Eppure, Pio XII aveva scritto: "Raccogliti nel segreto e gioisci del tuo Dio, poiché tu possiedi Colui che il mondo intero non può toglierti" (cfr. "Mediator Dei", 20 settembre 1947). Piano piano, si abrogò al Sacerdote di fare l'abluzione delle sue dita dopo la Comunione; si eliminò quasi del tutto il digiuno, previa l'assunzione eucaristica; si è tolto il Santissimo Sacramento dal centro dell'altare, mettendolo "in laterale", in oscura posizione: si ridussero e si finì col disusare sia le private che le pubbliche devozioni latreutiche para-liturgiche; si tolse dai calendari la solennità del Corpus Domini; si minuscolizzarono le iniziali delle parole sacre; si tolsero i banchi col genuflessorio, sostituendolo con banali sedie e, oggi, si sono tolte anche queste; non si parlò più della necessità della confessione prima di ricevere la santa Comunione, quando fosse necessaria per peccati gravi; si fan trattare le Sacre Specie da tante mani indegne, e si è arrivato persino, in USA, a spedire, per posta, l'Ostia consacrata a coloro che desideravano comunicarsi...E potrei continuare, ma credo sia sufficiente quello che abbiamo detto, pur avendo tralasciato di citare il pensiero dei Padri della Chiesa e del Magistero solenne, "de fide" (Concilio di Firenze e Concilio di Trento), che hanno definito la "Presenza Reale" di Cristo anche nelle "particelle", o "frammenti" di Pane eucaristico, per cui, essendo "de fide", diventa certa e logica la mia affermazione che il distribuire la "Comunione sulla mano" diventa un gesto oggettivamente sacrilego. Si legga, ad hoc, anche la definizione che ne dà il "Codice di Diritto Canonico"': "Sacrilegio: è profanazione di persona, cosa e luoghi sacri o consacrati con rito religioso". Ora, qui, nella santa Comunione eucaristica, la "Presenza Reale" non è forse la stessa Persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio Lui stesso, presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, anche in tutti i "frammenti" che, con la nuova prassi liturgica, possono facilmente cadere in terra 'ene venir calpestati, e tantissime altre particole consacrate finiscono nelle tasche e persino sui corpi immondi di donne, come avviene nelle "messe nere" o in altre profanazioni sataniche, alimentate, appunto, da questi sacrilegi sulle "Ostie consacrate", trafugate dalle chiese attraverso proprio la distribuzione sulle mani?..
E chiudo richiamando quello che disse il Concilio di Trento: "L'USO CHE SOLO IL SACERDOTE DIA LA COMUNIONE CON LE SUE MANI CONSACRATE, È UNA TRADIZIONE APOSTOLICA" (Sessione 13 c.8).
E con una chiarificazione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino: "IL CORPO DI CRISTO APPARTIENE Al SACERDOTI... ESSO NON SIA TOCCATO DA ALCUNO CHE NON SIA CONSACRATO"!
(da preghiereagesuemaria)
Vi prego di leggere tutta questa pagina con tantissime altre prove e risposte alle vostre domande, riguardo la Santa Comunione e l'importanza di prenderla con le mani: Comunione sulla mano ; è davvero scritta bene, con anche tante curiosità e fatti accaduti. Leggete, leggete, leggete! Il cristiano non sia MAI ignorante su queste cose! La religione non ammette ignoranza!
Ecco un'altro effetto negativo della Comunione sulla mano: Youtube
I Sacerdoti non devono permetterlo! Che ne sanno poi loro se la Particola la mangiano o meno?
Attenti, quello è il Corpo di Gesù, c'è LUI lì dentro!!!!! Comunicarsi poi senza confessione con peccato mortale è un altro Sacrilegio ancora perchè permettete che Gesù entri dentro il vostro corpo pieno di peccati disgustosi; lo fate soffrire così!!!
State attenti, la Messa è la preghiera più bella che ci ha dato il Cielo. Non viverla bene vuol dire allontanare da sè una grandissima grazia! La Messa è l'unico vero momento in cui siamo UNO con LUI, un momento così bello e dolce che dovremmo vivere sempre, ogni giorno! State bene attenti, seguite le leggi millenarie della Chiesa! NIENTE deve essere modificato! VIVA LA COMUNIONE SULLA BOCCA!!!
- Elisabetta -
Di seguito, le prove che dimostrano che è un sacrilegio toccare il Corpo purissimo di Cristo se non si è sacerdoti. Nemmeno le suore dovrebbero farlo!
Vi ricordo che questo era anche uno degli obbiettivi della Massoneria (SE AVETE LETTO LA SEZIONE: "Demonio e Demoni DI QUESTO SITO); le persone poi che fanno le sette sataniche, prendono l'Ostia e la portano alle loro messe nere! Non vi voglio dire poi cosa ci fanno con il meraviglioso corpo di Gesù, è troppo tremendo...!
COMUNIONE SULLA MANO? ANCHE I MISTICI DICONO DI NO!
"Dopo aver pregato, il Salvatore insegnò. Le parole uscivano dalla sua bocca come la luce irraggiante dal fuoco; essa permeava gli Apostoli, a eccezione di Giuda. Presa poi la patena con i frammenti di pane, Gesù disse ai convitati: - Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo, che sarà dato per voi! - Protese quindi la destra, come per benedire, mentre così faceva, irradiava da Lui un abbagliante splendore. Non solo erano luminose le sue parole, ma anche il pane posato sulla lingua degli Apostoli, il quale era tutto raggiante. Vidi inoltre gli stessi Apostoli radiosi di Luce, a eccezione di Giuda, che divenne tenebroso. Il Nazareno aveva posto il Pane prima sulla lingua di Pietro e poi su quella di Giovanni; quindi aveva fatto segno a Giuda di avvicinarsi. L'Iscariota era stato il terzo, al quale Gesù aveva presentato il Sacramento; poi gli aveva detto: - Fa presto quanto vuoi fare! Aveva comunicato quindi gli altri Apostoli, che gli si erano avvicinati a due a due".
(Dalle Rivelazioni della Beata Anna Caterina Emmerich, stimmatizzata agostiniana nata l'8 settembre 1774 e morta il 9 febbraio 1824, volume secondo, pagina 107, della Editrice Cantagalli di Siena).
"In mezzo a continui patimenti, essa nella festa del Corpus Domini ebbe ricchissime visioni circa la istituzione del santissimo Sacramento... Vidi un quadro dell'istituzione del SS. Sacramento. Il Signore sedeva al centro del lato lungo della tavola; alla sua dritta sedeva Giovanni, alla sua sinistra uno svelto e sottile apostolo, che molto a Giovanni assomigliavasi; presso di lui sedeva Pietro, che spesso sporgeva il capo per sopra il suo vicino. Sul principio vidi il Signore ancor per alcun tempo ammaestrare sedendo. Quindi egli sorse in piedi e gli altri con lui; tutti lo guardavano silenziosi e con una certa curiosità, e stavano intenti a ciò che egli fosse per fare. Vidi allora come sollevasse in alto il piatto su cui posava il pane, e rivolgesse gli occhi al cielo, e quindi con un coltello d'osso percorrendo le linee che solcavano quel pane, lo spezzasse in bocconi. Lo vidi poi muover la mano dritta sopra quei frammenti come benedicendoli. Mentre ei ciò fece, si diffuse da lui uscendo un gran splendore, il pane risplendeva, egli stesso era luminoso e come nella luce disciolto, e cotesta luce si diffuse sopra tutti i presenti e sembrava che penetrasse in loro. E tutti divennero silenziosi e raccolti; il solo Giuda vidi oscuro e come se respingesse cotesta luce. Gesù sollevò pure in alto il calice e gli occhi, e lo benedisse allo stesso modo. Non posso trovare altra espressione adatta a rappresentare ciò che in lui succedesse durante cotesta santa cerimonia, fuor quella di dire ch'io vedevo e sentivo come egli si trasformasse. Poi il pane ed il calice divennero luce. Vidi che aveva deposto i frammenti sopra la superficie di un piatto, che assomigliavasi ad una patena, e che con la sua dritta distribuiva cotesti bocconi ponendoli in bocca a ciascuno..."
(Vita della Beata Anna Caterina Emmerich, scritta dal P.C.E. Schmóger della Congregazione del SS. Redentore, volume II, pp. 413-414, Editrice Marietti, Torino 1871).
"L'anima di un sacerdote venne da me e mi disse di pregare per lui, perché doveva soffrire molto. Di più non poté dire; poi sparì. Un'altra anima del Purgatorio mi spiegò in seguito: "Egli deve soffrire molto, poiché ha seguito l'uso di distribuire la Comunione nelle mani dei fedeli e perché ha fatto rimuovere i banchi che servivano per ricevere la Comunione in ginocchio. Si potrebbe aiutarlo rimettendo i banchi al loro posto, là dove egli li fece togliere, ed esortando coloro che furono abituati da lui a ricevere la Comunione nelle mani a non farla più così". Parlai con il Decano del posto, che ebbe molta comprensione. Disse: "Non sono stato io ad introdurre l'uso della Comunione in mano. Per quanto riguarda i banchi, posso tentare di soddisfare questo desiderio, ma devo lasciare che decidano i sacerdoti del luogo". Parecchie volte venne l'anima di un altro sacerdote, lamentandosi che soffriva moltissimo, poiché aveva rimosso i banchi in chiesa, costringendo il popolo a ricevere la Comunione in piedi. Da ciò si capisce che qualcosa qui non funziona. È vero: il Papa ha permesso di ricevere la Comunione anche in piedi. Chi però desidera inginocchiarsi, deve avere la possibilità di farlo. Così vuole il Papa, e noi possiamo pretendere ciò da ogni sacerdote. Se un sacerdote, o un vescovo, sapesse qual è la sua grande responsabilità nell'introdurre l'uso della comunione in mano, non lo farebbe certamente, e non lo permetterebbe..."
(Maria Simma, Le anime del Purgatorio mi hanno detto..., pp. 150-151, Editrice Dielle, Messina 1975).
"Più volte querelossi grandemente il Signore con la sua serva del grave dolore che gli cagionavano in cuore le scostumatezze del Clero di allora. Egli, rammentando quelle singolarissime grazie con cui arricchir volle coloro, i quali si consacravano al suo santuario, le disse: "Vedi, mia figlia, io sono come colui, il quale partendo da questa vita, lascia agli amici suoi l'oggetto più prezioso dei suoi averi. Così ai miei ministri, che ho prescelti a preferenza degli Angeli e degli uomini, nel dividermi da questo mondo ho rimesso ciò che avevo di più caro e lasciato loro cinque doni: la fede è il primo, il secondo la consegna delle due chiavi del cielo e della terra, il terzo è la virtù di trasformare in un angelo un nemico di Dio, il quarto è il potere di consacrare il mio Corpo, ciò che a nessun Angelo è concesso, il quinto è il privilegio di poter toccare con le proprie mani la Carne mia purissima..."
(Suor Maria Bernardina dell'Ordine delle Cappuccine, Vita di S. Brigida di Svezia, pagina 280, Venezia 1890).
"Nell'assunzione di questo Sacramento (l'Eucaristia) fu sempre costume nella Chiesa di Dio che i laici ricevessero la comunione dai Sacerdoti e i Sacerdoti celebranti invece comunicassero se stessi, costume che con ogni ragione deve ritenersi come proveniente dalla Tradizione apostolica"(Concilio di Trento, Decreto sull'Eucaristia, sessione XIII D.-B. 881). p. Vittorio Luchetti
C'è il libro di Maria Simma "Fateci uscire da qui ", dove a pag. 50 racconta di una signora, ministro straordinario molto devota, il giorno che morì la composero nella bara, celebrarono il funerale al momento di chiudere definitivamente la bara si accorsero con stupore che le sue mani erano diventate nere, la seppellirono. L'anima di questa signora apparve a Maria Simma e le disse che era in purgatorio per scontare la pena di aver toccato il Corpo di Gesù, per questo le sue mani nella bara erano diventate nere!
C'è anche da aggiungere la mistica Rani John Kerala: molto tempo fa ci furono dei miracoli eucaristici incredibili, addirittura filmati da tantissime persone che erano presenti al fatto; in pratica, appena la Santa Ostia le veniva data (in bocca, ovviamente) iniziava a trasformarsi diventando VERO SANGUE E CARNE! In più, il nostro Signore Gesù, le è apparso varie volte dandole, Lui stesso in bocca (vedete, non in mano!) la Santa Comunione.
Vi invito a dare un'occhiata al sito web (inglese): Mother of Kanchikode e i filmati che, oltre al sito, troverete anche su You Tube.
Molti miracoli giravano attorno a questa ragazza e quindi non ci sono dubbi che sia stata scelta dal Cielo per avvisare l'umanità dell'importanza della Santa Ostia.
MESSA ALL'ASTA UN'OSTIA CONSACRATA
II 15 aprile, la diocesi di Sioux City, Iowa, USA, ha pubblicato un comunicato nel quale si afferma che la questione dell'Ostia consacrata offerta all'asta è stata risolta: l'offerente ha ritirato l'offerta all'incanto.
La mattina del 15 aprile, mons. Roger J. Augustine, amministratore della diocesi, si è incontrato con l'offerente: questi ha assicurato che non v'è stata alcuna vendita; ha espresso il suo dispiacere per l'accaduto e ha chiesto scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi per la sua iniziativa. L'Ostia è stata consegnata a mons. Augustine che ne ha disposto secondo quanto stabilito dalla legge della Chiesa.
L'ACCADUTO: Il 9 aprile scorso, (2005), il giorno dopo lo svolgimento dei funerali del Papa, sulla rete Ebay (sito internet di vendite all'asta, presente in tutto il mondo) degli Stati Uniti, è stata offerta all'incanto un'Ostia consacrata. L'offerente ha dichiarato che si sarebbe trattato di un'Ostia che egli aveva conservata nel corso di una Santa Messa in Vaticano, celebrata dal Papa, e a cui aveva assistito e partecipato nel 1988, nonostante non sia un cattolico. AI momento della Comunione, costui si sarebbe recato, per due volte, a prendere l'Ostia, al solo scopo di conservarla: ovviamente, ha ricevuto l'Ostia sulla mano, com'è d'uso nella Chiesa del post-concilio.
Insieme all'Ostia, costui ha offerto all'incanto anche quattro francobolli e un apri-bottiglia che, secondo lui, sarebbe stato benedetto dal Papa, perché lui stesso li teneva in mano durante la Messa.
L'Associated Press ha confermato che l'Ostia, partita da una base d'asta di 100 dollari, sarebbe stata venduta, il lunedì 11 aprile, per 2000 dollari, e sarebbe stata comprata da un cattolico che intendeva preservarla da ogni ulteriore profanazione e dal rischio che cadesse in mano a dei satanisti.
La diocesi di Sioux City, Iowa, interessata alla vicenda, ha reagito con forza di fronte a questa novità blasfema, e il suo portavoce, mons. Jim Wharton, si è subito attivato per cercare di neutralizzare la cosa.
I responsabili del "sito Ebay" hanno dichiarato che, secondo loro, non v'è nulla di male nel mettere all'asta un oggetto da collezione come un'Ostia consacrata.
Non è la prima volta che un'Ostia consacrata viene usata per gli scopi più diversi: dalla mania personale, come sembrerebbe in questo caso, alla mania di gruppo, e di gruppi dediti al culto di Satana.
Questa volta si sono sommati due fattori: la profanazione dell'Ostia e il successo mediatico del Papa che l'avrebbe consacrata. Se non ci fosse stata tutta la grancassa dei mezzi d'informazione sulla scomparsa di Giovanni Paolo li, forse nessuno si sarebbe sognato di offrire all'asta un'Ostia consacrata da lui e, forse, lo stesso accadimento sarebbe passato inosservato.
Ma la cosa che salta più all'occhio è che, nonostante i fenomeni come questo, si continui a distribuire la "Comunione sulla mano".
Non solo non v'è mai stata e non v'è ancora alcuna seria giustificazione per un uso tanto irriverente e blasfemo, ma non si comprende che senso possa avere continuare a distribuire il Corpo di Nostro Signore in maniera del tutto indiscriminata, anche a migliaia di persone insieme, nei posti più diversi, ove non ci si preoccupa neanche della qualificazione dei presenti: non solo se sono o meno in peccato mortale, ma nemmeno se sono o no dei cattolici.
Questa continua banalizzazione del sacro, questa continua umanizzazione delle cose della Religione, questa diffusa e affermata leggerezza, non possono essere bilanciate da nessun bel discorso di buona volontà, fosse profferito financo da un Papa.
La Religione viene vissuta e praticata dai fedeli sulla base della loro esperienza ordinaria in seno alla Chiesa, e se tale esperienza è principalmente centrata sulla superficialità, sulla leggerezza, sull'incontrollata spontaneità, a nulla varranno i bei discorsi, e la Fede ne risentirà per il numero e per la qualità.
Questi ultimi quarant'anni la dicono lunga in questo senso!
OSTIE CHE VOLANO VIA
Lettera di un vecchio prete canadese
Il 2 luglio 1970, un prete molto serio ci scriveva una lettera, raccontandoci il fatto straordinario di Ostie consacrate che sono volate via da se stesse da un Ciborio.
Noi abbiamo saputo la notizia anche da altre persone e ne abbiamo mandate alcune per una inchiesta sul posto. Ecco alcuni estratti della lettera di quel sacerdote. Sono venuto a conoscenza, da un prete del Québec, di un avvenimento straordinario che sembra essere un miracolo eucaristico.
Una di queste ultime domeniche (i1 21o 28 giugno 1970), alla Messa parrocchiale delle 7, nella chiesa di Beauceville (P.Q. Canada), il parroco don Carlo Eugenio Houde, sulla cinquantina, celebrava la S. Messa. Avendo già detto ai suoi parrocchiani che, d'ora in avanti, avevano il permesso di comunicarsi ricevendo la Santa Ostia nella mano, secondo le direttive dell'Arcivescovado di Québec, (1) prima della Messa disse ai suoi parrocchiani pressappoco così: "Per evitare delle complicazioni, vi comunicherete tutti ricevendo la Santa Ostia nella mano". (N.B.: Ciò era contrario alle direttive episcopali, le quali lasciano la libertà ai fedeli di comunicarsi, ricevendo la Santa Comunione sulla mano o nella bocca!). Al momento della Comunione, il parroco don Houde si volse verso i fedeli, tenendo le mani sul Ciborio. Ma prima che avesse preso un'Ostia e fatto un passo, ecco che una cinquantina di Ostie consacrate uscirono da se stesse dal Ciborio, e, levatesi in aria, si dispersero attorno al celebrante, cadendo, poi, lentamente, verso terra!
Don Houde fu talmente sorpreso da questa meraviglia che rimase alcuni minuti immobile, pallido per lo spavento. Poi, ispirato interiormente, disse ai fedeli che s'avvicinavano alla Sacra Mensa: "D'ora innanzi, voi vi comunicherete tutti facendo la Santa Ostia sulla lingua e non più sulla mano, perché il buon Dio ce ne ha dato ora un segno!".
Poi, s'inginocchiò per raccogliere le Sante Ostie disperse sul tappeto e distribuì la Santa Comunione. Di ritorno al presbiterio, disse: "Mai più, in vita mia. darò la Santa Comunione sulle mani!".
Se tutto questo è vero, il Signore ha voluto mostrarci che ricevere la Comunione nella mano è come gettare la Santa Ostia per terra, perché vi sono sovente delle briciole che cadono dalla mano dei comunicandi (la stessa cosa succede anche quando parecchi preti concelebrano!). Ecco perché la Chiesa esigeva l'uso di una patena, tenuta da un inserviente, per raccogliere le particole che contengono il Corpo di Cristo! Ecco perché anche le rubriche prescrivevano che il prete raccogliesse le briciole che erano potute restare sul corporale e che si lavasse le dita al di sopra del calice, dopo essersi comunicato, o se le purificasse in un piccolo vaso con l'acqua, dopo aver dato la Santa Comunione. Tutte queste precauzioni erano, appunto, per evitare le profanazioni e i sacrilegi.
Questo fatto miracoloso e le numerosissime profanazioni che ovunque si moltiplicano, dovrebbero decidere le Autorità Episcopali ad annullare un tale permesso, già, purtroppo, concesso: di dare la Comunione sulla mano.
(Da: Vers Demain, gennaio-febbraio 1971, p. 29, Canada)
(1): Solo i Vescovi progressisti hanno dato il "via" a questa "a-teologica" distribuzione della comunione sulle mani. E lo hanno dato ancora prima delle disposizioni - purtroppo! - ormai ufficiali. Comunque, anche queste, sono venute in seguito alle richieste dei Vescovi più progressisti.
SAI COME ANDREBBE PRESA LA SANTA OSTIA?
Adesso stiamo attenti all’affermazione di Gesù: quando furono saziati, Egli disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Anche se non si trattava di pane benedetto, era uscito miracolosamente dalle mani di Dio, spuntato dal nulla, quindi era prezioso e Gesù chiese di raccogliere tutto.
Non possiamo non pensare ai frammenti dell’Eucaristia, quei pezzettini quasi invisibili che spesso cadono dall’altare perché il celebrante passa il purificatoio nel calice senza avere prima versato un po’ di acqua e averla bevuta. O i pezzettini di Eucaristia quasi invisibili che rimangono incollati sulle mani o sulle dita dei fedeli che prendono sulla mano l’Eucaristia e non si accorgono che cadono per terra. Ogni piccolissimo frammento, anche se quasi invisibile, è sempre Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù.
Quale responsabilità per il Sacerdote che non “raccoglie i pezzi avanzati” e per i fedeli che trattano l’Eucaristia con superficialità?
Questa indifferenza è gravissima, spesso si tratta l’Eucaristia peggio ancora di un pezzo di pane e non si cura nulla, non c’è riverente adorazione, non c’è la conoscenza che tutto viene dall’Eucaristia e senza questo cibo non c’è vita cristiana. Ci sono persone che non possono riceverla, ho già affermato che il desiderio sincero di riceverla spiritualmente e l’adorazione davanti al Tabernacolo ottiene misericordia e molti aiuti dal Signore. Perché Gesù ama tutti e vuole salvare anche i più grandi peccatori.
Devo farvi leggere una mail inviata da Barbara, spiega il suo immenso stupore davanti al celebrante che proibisce ai fedeli di fare una riverenza a Gesù prima di prendere la Santa Comunione. Una contraddizione incredibile, si dovrebbe gioire quando un fedele compie qualsiasi riverenza davanti a Gesù presente nell’Eucaristia, invece no, non và bene, non si deve fare. Vediamo perché.
Caro Padre Giulio, lunedì 24 aprile, sono andata a Messa nella Chiesa (e convento) di Santa Maria Nuova, con l'intenzione di confessarmi dopo la Santa Messa. Durante la Messa , al momento del Padre Nostro, il celebrante ha detto che lo dovevamo recitare prendendoci tutti quanti per mano. Arrivati al momento della Comunione, una signora anziana che si trovava davanti a me, ha fatto un profondo inchino prima di ricevere Gesù, mentre io invece, ho fatto una genuflessione, come sono solita fare durante la Messa , al momento della Comunione. Alla fine della Messa, sono andata dal frate che ha celebrato, dicendogli che avevo bisogno di confessarmi e lui mi ha risposto:
Padre Franco: “Va bene. Ti devo dire una cosa, che non so se te l'ha mai detta nessuno.....”.
Barbara: “Cosa?!”.
Padre Franco: “Che non devi fare l'inchino prima di ricevere la Comunione ”.
Barbara: “Innanzitutto, io non ho fatto l'inchino, ma lo ha fatto una signora davanti a me, mentre io invece, ho fatto la genuflessione! E perché non dovrei fare un atto di riverenza al Signore Gesù?!”.
Padre Franco: “Perché il sacerdote ci rimane male e nella Liturgia non si fa”.
Barbara: “Cosaaa??!!!! Lei dunque, ci rimarrebbe male???!!! O forse ci rimane male Dio, se piuttosto non lo faccio??!! Invece, nella Liturgia si fa eccome l'atto di riverenza, perché la Redemptionis Sacramentum dice che l'atto di riverenza prima di ricevere Gesù, non solo si può fare, ma si DEVE fare. Lei dunque cominci a leggere la Redemptionis Sacramentum , prima di dire certe cose!!!! In più, l'atto di riverenza è DOVUTO A DIO e nelle Lettere di San Paolo sta scritto che nel Nome di Gesù, ogni ginocchio si pieghi, nei Cieli, sulla terra e sottoterra!!!!!”.
Padre Franco: “No, non è vero”.
Barbara: “La smetta di dire menzogne, perché lei sa benissimo che quello che dico è vero e se lei non è obbediente a Cristo e al Suo Vangelo e alla dottrina della Chiesa, lei si mette contro Gesù e il Papa!!! Mi scusi, ma adesso non mi va più di confessarmi!”.
Padre Franco: “Ah...! Non ti vuoi più confessare, adesso?!”.
Barbara: “Non da lei! Io, ho bisogno di confessarmi da un Uomo di Dio, obbediente alle leggi di Cristo e della Chiesa e purtroppo, lei, non ha questi requisiti!! Mi scusi di nuovo! Buongiorno!”.
E naturalmente, sono andata via a “gambe levate!”.
Caro Padre Giulio, non vedo l'ora che lei scriva una bella omelia su quanti non amano più Gesù, veramente ti portano all'esasperazione e ci scommetto che se noi fedeli facessimo atti di riverenza nei loro confronti, sarebbero contentissimi, si lascerebbero riverire eccome, ma GUAI a riverire DIO, soprattutto durante la Liturgia ! Forse durante la Messa Gesù perde la Sua Divinità , rimanendo un semplice Uomo???!!!!
Cordiali saluti. Barbara».
La Redemptionis sacramentum è una disposizione/istruzione della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti del 25 marzo 2004, “su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia ”.
Al numero 90 afferma: “I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi, e confermato da parte della Sede Apostolica. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento dell’Eucaristia, facciano la debita riverenza”.
(da: preghiereagesuemaria)
COMUNICARSI CON LA MANO: PECCATO?
S. Agostino disse: "A forza di veder tutto, si finisce con l'accettare tutto". Vero. I più si sono adeguati a questo nuovo stile in buona fede, dopo di aver assistito abitualmente a questa novità di celebrazione eucaristica, servita da sacerdoti adeguatisi al gusto del giorno.
Qui, ritorno a farne il punto, dopo due mie pubblicazioni su questo tema, per "amore della verità" (II.a Thess. 8-11) e per un vero amore verso Colui al quale noi tutti siamo tenuti a contraccambiare l'amore "con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze" (Cfr. Rom. XII, 9-11; Gv. VIII, 4-9).
Naturalmente, non sono motivi estetici che mi fanno opporre alla Comunione sulla mano, ma perché non è di natura cattolica, essendo contro la pietà cristiana, di nessun rispetto delle mani unte del Sacerdote né di alcuna successione continua della Tradizione, la quale, anzi, si era sempre sviluppata in senso contrario. Infatti, nella Chiesa cattolica, è sempre stato uso ricevere la santa Comunione nella bocca, distribuita dal Sacerdote, il quale agisce "in persona Christi". Per questo, S. Pio X inserì esplicitamente nel suo Catechismo Maggiore questo venerando costume liturgico: "...Nei momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere... Se la santa Ostia si attaccasse al palato, bisognerebbe distaccarla con la lingua, e giammai con la dita". (Catechismo Maggiore, parte IV, c. IV, & 4). Come vedete, non sono dettagli di poca importanza, ma manifestano la cura di sempre della Chiesa per promuovere il massimo rispetto per il SS. Sacramento e anche le minime particelle consacrate.
False, comunque, sono state tutte le ciance di tanto clero che si son dati a raccontare che, nei primi secoli della Chiesa, la distribuzione della Comunione era senza adorazioni né genuflessioni, che si servivano anche da soli, a domicilio, intorno a un tavolo.
La verità storica è tutt'altro. Certo, le persecuzioni obbligavano i cristiani a radunarsi in privato, magari nelle catacombe. Quindi, gli altari di fortuna, le tavole, non furono mai la regola, ma solo l'eccezione. Prima di questo, il rispetto all'Eucaristia faceva sì che si scegliessero soprattutto le tombe dei Martiri come altari. San Felice (Papa dal 269 al 274) ordinò che la Messa fosse celebrata sulla tomba di un Martire (Cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 158, ed. J. Bayet, Paris. E de Boccard 1955, p. 71 ss.). E questa decisione regolarizzava un uso già stabilito (cfr. "Dictionaire d'Archéologie chrètienne et de Liturgie", Paris, èd. Letpuzey et Ané., 1914, tome I, art. AUTEL, col. 3165-68).
San Pio I (Papa dal 141 al 156) aveva già inculcato il rispetto della Chiesa, "casa di Dio", e dell'altare. Anche san Soterio (Papa dal 167 al 175) (Cfr. lbdem-Regesta, pp. 921-922). Si legga anche S. lreneo di Lione (130208) (cfr. "Contra haereses", livre IV, c. 18, n. 6, PG, tome VII, col. 1029). E si leggano i San Gregorio di Nyssa (335-394), i Sant'Agostino d'Ippona (354-430), S. Pietro Grisologo (406450)... e via via! La moda, quindi, della "Cena" intorno a un tavolo non è, dunque, di tradizione apostolica, bensì di quel ex-frate massone Lutero che fantasticò Nostro Signore che celebrava rivolto al "popolo" (I. c. p. 1-8).
Così pure non ci fu mai l'uso di passare di mano in mano, su un piatto o in un canestro, l'Ostia consacrata. Questa non veniva presa, ma ricevuta... e solo dalla mano di un Sacerdote. Lo affermò anche Tertulliano: "Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu sumimus" (Cfr. Liber de Corona, III, 3-P L., tomo li, col. 79). È dunque storicamente falso ogni altro dire. S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: "Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangerentur nisi a ministris" (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Mansi I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919). L'abitudine di alcuni di fare diversamente, spinse la Chiesa a prendere delle sanzioni per far adempiere le norme apostoliche. San Damaso (Papa dal 366 al 384) interdisse l'abitudine di tenere in privato l'Alimento divino: "obiationes sub dominio laicorum detineri vetat" (Cfr. Regesta, p. 931). II Concilio di Saragozza, nel 380, lanciò l'anatema (canone III) contro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione. Lo stesso fu fatto dal Concilio di Toledo, nell'anno 400 (canone XIV). Ma già prima, da Santo Stefano (Papa dal 254 al 257) aveva prescritto che "i laici non dovevano considerare le funzioni ecclesiastiche come fossero loro attribuite" (Cfr. Regesta, p. 925-Mans I, 889). Gli abusi, quindi, non erano la regola della Chiesa primitiva, il costume tradizionale di comunicarsi. S. Leone I (Papa dal 440 al 461) voleva che il Sacramento dell'Eucarestia si ricevesse tramite la bocca: hoc enim ORE sumitur quod Fide tenetur" (cfr. P L., tomo 54, col. 452). Papa Agapito I nel 536, compì un miracolo di guarigione improvvisa durante la Messa: "cumque ei Dominicus Corpus mitteret in os", cioè dopo aver dato l'Ostia consacrata nella bocca.
I soli che si comunicavano in piedi e con la mano, furono gli Ariani; ma questi negavano la divinità di Cristo e vedevano nell'Eucarestia solo un semplice simbolo d'unione.
La Chiesa cattolica, quindi, non ha mai cambiato disciplina. S. Tommaso d'Aquino, il maggior dottore della Chiesa cattolica (1225-1274), si fece eco di questa prescrizione apostolica: "La distribuzione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote per tre motivi: in primo luogo, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cristo. Ora, è Cristo stesso che ha consacrato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consacrazione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote, altrettanto appartiene a lui la distribuzione. In secondo luogo, il sacerdote è stabilito intermediario tra Dio e il popolo. Di conseguenza, come a lui spetta l'offrire a Dio i doni del popolo, altrettanto spetta a lui donare al popolo i doni santificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacramento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consacrati, ed altrettanto le mani del Sacerdote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nessun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità". (Cfr. Summa Teologica, Ill.a pars, q. 82, a. 3).
II Concilio di Trento, nel 1551, dirà: "... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla Tradizione apostolica" (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchridion... ed. 33 a, N. 16-48°).
Lo stesso Paolo VI, nella sua enciclica "Mysterium FideV (3.9.1965), scrisse che "non bisognava cambiare il modo tradizionale di ricevere la Comunione" (&& 61-62).
Anche il "Memorial Domini" (29 maggio 1969), richiama alla disciplina cattolica: "... Tenuto conto della situazione attuale della Chiesa nel mondo intero, questa maniera di distribuire la santa Comunione deve essere conservata, non solamente perché essa ha dietro di sé una tradizione plurisecolare, ma soprattutto perché essa esprime il rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia... questo modo di agire, devesi considerare tradizionale, assicura più efficacemente che la santa Comunione venga distribuita con il rispetto, il decoro e la dignità che le competono (...). Una forte maggioranza di vescovi ritiene che nulla debba essere cambiato alla disciplina attuale".
Invece, dopo il Vaticano Il s'incominciò la rivoluzione; il "fumo di Satana" inondò tutto il Tempio di Dio della Chiesa cattolica. Fu una vera rivoluzione! Si sono truccati persino i testi primitivi; si sono truccate sistematicamente anche le enciclopedie, i dizionari, i testi di teologia, di spiritualità, di archeologia, di liturgia, di catechesi mistogogiche e via dicendo. Si sono fatte affermazioni gratuite, citando vicendevolmente da un testo all'altro, giochi da ping-pong che valse per gli ingenui, gli impreparati, i sentimentali, i propensi alle grullerie, come fossero del materiale scientificamente dimostrato. Così i fedeli vennero gabbati a gettito continuo, abbagliati con mezzi gonfiati dal padre della menzogna travestito da angelo di luce.
Concludendo questi pochi accenni storici teologici, tolti da un mare di materiale su questo comunicarsi con la mano, Noi abbiamo l'ardire di affermare che coloro che comunicano, ingiungendo di comunicarsi con la mano, commettono certamente un atto peccaminoso sotto diversi aspetti.
Per primo, sarebbe una disubbidienza alla Tradizione cattolica. E poi sarebbe un'ingiustizia per l'empietà che commette verso Dio di cui lede la Maestà, e verso il Sacerdote cattolico di cui usurpa le prerogative. Certo, solo Dio sa quale misura abbiano questi peccati, non solo materiali ma anche formali. È incredibile che si sia dimenticato quanto ci insegnavano prima, in proposito, che era già materia leggera, nel sacrilegio, se si toccava un calice, una patena, altri pannolini sacri, senza essere stati autorizzati (cfr. Codice 1306).
I fedeli che non si sono lasciati sorprendere dal gioco dei modernisti e progressisti, si astenevano dal comunicarsi con la mano. Ma c'era proprio da domandarsi come si è giunti fino a quel punto. II principio fu del clero che cessò di trasmettere le verità di fede al popolo dei battezzati, facendone delle pecorelle smarrite ed erranti. Noi di "Chiesa viva" abbiamo subito reagito, con ben 12 articoli, storico teologici, contro questa disposizione sacrilega, chiaramente contro i testi dogmatici del Concilio di Trento.
Ma possibile che non si sappia che la "Comunione sulla mano" faceva parte di un "piano massonico" da lunga data preparato? Eppure, proprio la CEI (novembre 1989), con un vero "colpo di mano" da parte di vescovi progressisti e neo-modernisti, approfittando dell'assenza di molti Presuli, da un loro raduno sul tema, riuscì a far passare (`ordinanza" con un solo voto in più! E così, questo "placet" divenne "causa" di profanazioni sacrileghe, di sottrazioni di Ostie consacrate per usi sacrileghi, di "messe nere", di dispersione di frammenti per terra, di allontanamento, infine, delle anime dei fedeli dal ringraziamento dopo la Messa, così da sfumare il senso del divino; e certo si è proceduto a tappe: dall'obbligo ("bisogno") si passò alla convenienza ("conviene"); dalla convenienza, poi, si passò al silenzio, perché non ci fu più, o quasi, il ringraziamento. Eppure, Pio XII aveva scritto: "Raccogliti nel segreto e gioisci del tuo Dio, poiché tu possiedi Colui che il mondo intero non può toglierti" (cfr. "Mediator Dei", 20 settembre 1947). Piano piano, si abrogò al Sacerdote di fare l'abluzione delle sue dita dopo la Comunione; si eliminò quasi del tutto il digiuno, previa l'assunzione eucaristica; si è tolto il Santissimo Sacramento dal centro dell'altare, mettendolo "in laterale", in oscura posizione: si ridussero e si finì col disusare sia le private che le pubbliche devozioni latreutiche para-liturgiche; si tolse dai calendari la solennità del Corpus Domini; si minuscolizzarono le iniziali delle parole sacre; si tolsero i banchi col genuflessorio, sostituendolo con banali sedie e, oggi, si sono tolte anche queste; non si parlò più della necessità della confessione prima di ricevere la santa Comunione, quando fosse necessaria per peccati gravi; si fan trattare le Sacre Specie da tante mani indegne, e si è arrivato persino, in USA, a spedire, per posta, l'Ostia consacrata a coloro che desideravano comunicarsi...E potrei continuare, ma credo sia sufficiente quello che abbiamo detto, pur avendo tralasciato di citare il pensiero dei Padri della Chiesa e del Magistero solenne, "de fide" (Concilio di Firenze e Concilio di Trento), che hanno definito la "Presenza Reale" di Cristo anche nelle "particelle", o "frammenti" di Pane eucaristico, per cui, essendo "de fide", diventa certa e logica la mia affermazione che il distribuire la "Comunione sulla mano" diventa un gesto oggettivamente sacrilego. Si legga, ad hoc, anche la definizione che ne dà il "Codice di Diritto Canonico"': "Sacrilegio: è profanazione di persona, cosa e luoghi sacri o consacrati con rito religioso". Ora, qui, nella santa Comunione eucaristica, la "Presenza Reale" non è forse la stessa Persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio Lui stesso, presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, anche in tutti i "frammenti" che, con la nuova prassi liturgica, possono facilmente cadere in terra 'ene venir calpestati, e tantissime altre particole consacrate finiscono nelle tasche e persino sui corpi immondi di donne, come avviene nelle "messe nere" o in altre profanazioni sataniche, alimentate, appunto, da questi sacrilegi sulle "Ostie consacrate", trafugate dalle chiese attraverso proprio la distribuzione sulle mani?..
E chiudo richiamando quello che disse il Concilio di Trento: "L'USO CHE SOLO IL SACERDOTE DIA LA COMUNIONE CON LE SUE MANI CONSACRATE, È UNA TRADIZIONE APOSTOLICA" (Sessione 13 c.8).
E con una chiarificazione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino: "IL CORPO DI CRISTO APPARTIENE Al SACERDOTI... ESSO NON SIA TOCCATO DA ALCUNO CHE NON SIA CONSACRATO"!
(da preghiereagesuemaria)
Vi prego di leggere tutta questa pagina con tantissime altre prove e risposte alle vostre domande, riguardo la Santa Comunione e l'importanza di prenderla con le mani: Comunione sulla mano ; è davvero scritta bene, con anche tante curiosità e fatti accaduti. Leggete, leggete, leggete! Il cristiano non sia MAI ignorante su queste cose! La religione non ammette ignoranza!
Ecco un'altro effetto negativo della Comunione sulla mano: Youtube
I Sacerdoti non devono permetterlo! Che ne sanno poi loro se la Particola la mangiano o meno?
Attenti, quello è il Corpo di Gesù, c'è LUI lì dentro!!!!! Comunicarsi poi senza confessione con peccato mortale è un altro Sacrilegio ancora perchè permettete che Gesù entri dentro il vostro corpo pieno di peccati disgustosi; lo fate soffrire così!!!
State attenti, la Messa è la preghiera più bella che ci ha dato il Cielo. Non viverla bene vuol dire allontanare da sè una grandissima grazia! La Messa è l'unico vero momento in cui siamo UNO con LUI, un momento così bello e dolce che dovremmo vivere sempre, ogni giorno! State bene attenti, seguite le leggi millenarie della Chiesa! NIENTE deve essere modificato! VIVA LA COMUNIONE SULLA BOCCA!!!
- Elisabetta -
L'IMPORTANZA DELLA CONFESSIONE
Gesù a S. Teresa d'Avila
"Facciamo attenzione alle confessioni mal fatte" - questo è il messaggio che Gesù disse a Santa Teresa d' Avila.
Santa Teresa d' Avila stava pregando, ed ecco, ad un tratto, spalancarsi innanzi ai suoi occhi una voragine profondissima tutta ripiena di fuoco e di fiamma, e laggiù cadere abbondantissime, come la neve d' inverno, le povere anime. Spaventata, santa Teresa alza gli occhi al cielo e dice :"Mio Dio, mio Dio! Che cosa vedo mai? Chi sono tutte quelle anime che vanno perdute? Saranno certamente anime di poveri infedeli...". "No, Teresa - rispose Gesù - no! Sappi: quelle anime che vedi in questo momento andare all' inferno per mia permissione, sono tutte anime di cristiani come te".
Teresa ancora più stipita intervenne: "Ma saranno anime di gente che non credevano, che non praticavano la religione, che non frequentavano i Sacramenti...". "No, Teresa, no! Sappi che sono anime di cristiani battezzati come te, che come te credevano e praticavano...". "Ma allora non si saranno confessati mai, neppure in punto di morte". "No, sono anime che si confessavano e si sono confessate anche in punto di morte...", dice Gesù. "Come, o mio Dio, vanno dannate?". "Vanno dannate perchè si confessano male!...Và, o Teresa, racconta a tutti questa visione e scongiura Vescovi e Sacerdoti di non stancarsi mai di predicare sul rischio delle confessioni mal fatte, onde i miei cari cristiani non abbiano a convertire la medicina in veleno e servirsi in male di questo sacramento, che è il sacramento della misericordia e del perdono".
Gesù a S.Faustina
"Sappi che io stesso t'attendo nel confessionale, e pur conservandomi invisibile dietro al sacerdote, sono io che opero dentro di te. . . Figlia mia, allo stesso modo che tu ti inginocchi alla mia presenza per prepararti alla tua confessione, così è sempre davanti a me che ti confessi perché del sacerdote io mi faccio solamente schermo: non esaminare mai come egli sia ma apriti a lui come lo faresti davanti a me; allora la tua anima si colmerà della mia luce. . . Prega perché le anime non abbiano paura di venire a questo tribunale che è quello della mia misericordia"
(ecco come ci si confessa: Confessione)
DEVOZIONE ALLA BONTA’ DI GESU’ PER LE ANIME CARITATEVOLI
S. Geltrude aveva fatto con fervore la Confessione generale. I suoi falli le apparivano così ributtanti che, confusa della propria deformità, corse a prostrarsi ai piedi di Gesù, implorando perdono e misericordia. Il dolce Salvatore la benedisse, dicendo: «Per le viscere della mia gratuita bontà, ti accordo il perdono e la remissione di ogni tua colpa. Ora accetta la penitenza che t'impongo: Ogni giorno, per un anno intero, farai un'opera di carità come se la facessi a me stesso, in unione all'amore con cui mi sono fatto uomo per salvarti e all'infinita tenerezza con cui ti ho perdonato i tuoi peccati».
Geltrude accettò di gran cuore; ma poi, ricordando la sua fragilità, disse: «Ahimé, Signore, non m'accadrà talvolta di omettere questa buona opera quotidiana? Ed allora che dovrò fare?». Gesù insistette: «Come potrai ometterla se è cosa così facile? Io non ti chiedo che un solo passo offerto a tale intenzione, un gesto, una parola affettuosa al prossimo, un accenno caritatevole ad un peccatore o ad un giusto. Non potrai tu, una volta al giorno, alzare da terra una paglia, o dire un Requiem (Eterno riposo) per i defunti? Ora di uno solo di questi atti sarà pago il mio Cuore ».
Consolata da queste dolci parole, la Santa domandò a Gesù se altri ancora potessero aver parte a tale privilegio, compiendo la stessa pratica. «Sì» rispose Gesù. «Ah! quale dolce accoglienza farò, alla fine dell'anno, a coloro che avranno coperto con atti di carità la moltitudine dei loro falli!».
"Facciamo attenzione alle confessioni mal fatte" - questo è il messaggio che Gesù disse a Santa Teresa d' Avila.
Santa Teresa d' Avila stava pregando, ed ecco, ad un tratto, spalancarsi innanzi ai suoi occhi una voragine profondissima tutta ripiena di fuoco e di fiamma, e laggiù cadere abbondantissime, come la neve d' inverno, le povere anime. Spaventata, santa Teresa alza gli occhi al cielo e dice :"Mio Dio, mio Dio! Che cosa vedo mai? Chi sono tutte quelle anime che vanno perdute? Saranno certamente anime di poveri infedeli...". "No, Teresa - rispose Gesù - no! Sappi: quelle anime che vedi in questo momento andare all' inferno per mia permissione, sono tutte anime di cristiani come te".
Teresa ancora più stipita intervenne: "Ma saranno anime di gente che non credevano, che non praticavano la religione, che non frequentavano i Sacramenti...". "No, Teresa, no! Sappi che sono anime di cristiani battezzati come te, che come te credevano e praticavano...". "Ma allora non si saranno confessati mai, neppure in punto di morte". "No, sono anime che si confessavano e si sono confessate anche in punto di morte...", dice Gesù. "Come, o mio Dio, vanno dannate?". "Vanno dannate perchè si confessano male!...Và, o Teresa, racconta a tutti questa visione e scongiura Vescovi e Sacerdoti di non stancarsi mai di predicare sul rischio delle confessioni mal fatte, onde i miei cari cristiani non abbiano a convertire la medicina in veleno e servirsi in male di questo sacramento, che è il sacramento della misericordia e del perdono".
Gesù a S.Faustina
"Sappi che io stesso t'attendo nel confessionale, e pur conservandomi invisibile dietro al sacerdote, sono io che opero dentro di te. . . Figlia mia, allo stesso modo che tu ti inginocchi alla mia presenza per prepararti alla tua confessione, così è sempre davanti a me che ti confessi perché del sacerdote io mi faccio solamente schermo: non esaminare mai come egli sia ma apriti a lui come lo faresti davanti a me; allora la tua anima si colmerà della mia luce. . . Prega perché le anime non abbiano paura di venire a questo tribunale che è quello della mia misericordia"
(ecco come ci si confessa: Confessione)
DEVOZIONE ALLA BONTA’ DI GESU’ PER LE ANIME CARITATEVOLI
S. Geltrude aveva fatto con fervore la Confessione generale. I suoi falli le apparivano così ributtanti che, confusa della propria deformità, corse a prostrarsi ai piedi di Gesù, implorando perdono e misericordia. Il dolce Salvatore la benedisse, dicendo: «Per le viscere della mia gratuita bontà, ti accordo il perdono e la remissione di ogni tua colpa. Ora accetta la penitenza che t'impongo: Ogni giorno, per un anno intero, farai un'opera di carità come se la facessi a me stesso, in unione all'amore con cui mi sono fatto uomo per salvarti e all'infinita tenerezza con cui ti ho perdonato i tuoi peccati».
Geltrude accettò di gran cuore; ma poi, ricordando la sua fragilità, disse: «Ahimé, Signore, non m'accadrà talvolta di omettere questa buona opera quotidiana? Ed allora che dovrò fare?». Gesù insistette: «Come potrai ometterla se è cosa così facile? Io non ti chiedo che un solo passo offerto a tale intenzione, un gesto, una parola affettuosa al prossimo, un accenno caritatevole ad un peccatore o ad un giusto. Non potrai tu, una volta al giorno, alzare da terra una paglia, o dire un Requiem (Eterno riposo) per i defunti? Ora di uno solo di questi atti sarà pago il mio Cuore ».
Consolata da queste dolci parole, la Santa domandò a Gesù se altri ancora potessero aver parte a tale privilegio, compiendo la stessa pratica. «Sì» rispose Gesù. «Ah! quale dolce accoglienza farò, alla fine dell'anno, a coloro che avranno coperto con atti di carità la moltitudine dei loro falli!».
UN PO' DI CATECHISMO
I due misteri principali della fede
1. Unità e Trinità di Dio
2. Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo
SPIEGAZIONE
1. La Trinità è il mistero fondamentale della fede: Dio è uno, in tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio, Spirito Santo.
2. Il Figlio di Dio Gesù Cristo si è fatto uomo, ha sofferto, è morto ed è risorto per la salvezza di tutti gli uomini.
I quattro novissimi
1. Morte
2. Giudizio
3. Inferno
4. Paradiso
Le tre virtù teologali
1. Fede
2. Speranza
3. Carità
SPIEGAZIONE
Le virtù umane si radicano nelle virtù teologali, le quali rendono le facoltà dell'uomo idonee alla partecipazione alla natura divina. Le virtù teologali, infatti, si riferiscono direttamente a Dio. Esse dispongono i cristiani a vivere in relazione con la Santissima Trinità. Hanno come origine, causa ed oggetto Dio Uno e Trino.
Le virtù teologali fondano, animano e caratterizzano l'agire morale del cristiano. Esse informano e vivificano tutte le virtù morali. Sono infuse da Dio nell'anima dei fedeli per renderli capaci di agire quali suoi figli e meritare la vita eterna. Sono il pegno della presenza e dell'azione dello Spirito Santo nelle facoltà dell'essere umano. Tre sono le virtù teologali: la fede, la speranza e la carità.
La fede
La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. Con la fede « l'uomo si abbandona tutto a Dio liberamente ». Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio.
La speranza
La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull'aiuto della grazia dello Spirito Santo. La virtù della speranza risponde all'aspirazione alla felicità, che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo; essa assume le attese che ispirano le attività degli uomini; le purifica per ordinarle al regno dei cieli; salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene in tutti i momenti di abbandono; dilata il cuore nell'attesa della beatitudine eterna. Lo slancio della speranza preserva dall'egoismo e conduce alla gioia della carità.
La speranza cristiana riprende e porta a pienezza la speranza del popolo eletto, la quale trova la propria origine ed il proprio modello nella speranza di Abramo, colmato in Isacco delle promesse di Dio e purificato dalla prova del sacrificio. « Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli » (Rm 4,18).
La carità
La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.
L'esercizio di tutte le virtù è animato e ispirato dalla carità. Questa è il « vincolo di perfezione » (Col 3,14); è la forma delle virtù; le articola e le ordina tra loro; è sorgente e termine della loro pratica cristiana. La carità garantisce e purifica la nostra capacità umana di amare. La eleva alla perfezione soprannaturale dell'amore divino.
La pratica della vita morale animata dalla carità dà al cristiano la libertà spirituale dei figli di Dio.
Le quattro virtù cardinali
1. Prudenza
2. Giustizia
3. Fortezza
4. Temperanza
SPIEGAZIONE
1. La prudenza dispone la ragione pratica a discernere, in ogni circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo.
2. La giustizia consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto.
3. La fortezza assicura, nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene.
4. La temperanza modera l'attrattiva dei piaceri sensibili e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati.
I dieci comandamenti Io sono il Signore Dio tuo:
1. Non avrai altro Dio fuori di me
2. Non nominare il nome di Dio invano
3. Ricordati di santificare le feste
4. Onora il padre e la madre
5. Non uccidere
6. Non commettere atti impuri
7. Non rubare
8. Non dire falsa testimonianza
9. Non desiderare la donna d'altri
10. Non desiderare la roba d'altri
I sette Sacramenti
1. Battesimo
2. Confermazione (Cresima)
3. Eucaristia (S. Messa)
4. Penitenza (Confessione)
5. Unzione degli infermi
6. Ordine Sacro (Sacerdozio)
7. Matrimonio
Le beatitudini
« Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli » (Mt 5,3-12).
I due precetti della carità
1. Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente
2. Amerai il prossimo tuo come te stesso
I cinque precetti generali della Chiesa
1. Partecipare alla Messa domenicale e le altre feste di precetto
2. Santificare i giorni di penitenza, come dispone la Chiesa
3. Confessarsi almeno una volta all’anno e comunicarsi almeno nel periodo pasquale
4. Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi e le usanze
5. Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti (quaresima e avvento)
Opere di misericordia corporale
1. Dar da mangiare a chi ha fame
2. Dar da bere a chi ha sete
3. Dare vesti a chi ne ha bisogno
4. Alloggiare chi non ha casa
5. Visitare ed assistere gli ammalati e chi è solo
6. Visitare i carcerati e aiutare gli handicappati
7. Partecipare al funerale dei fedeli defunti.
Opere di misericordia spirituale
1. Consigliare i dubbiosi
2. Insegnare a chi non sa
3. Ammonire chi sbaglia
4. Consolare gli afflitti
5. Perdonare le offese ricevute
6. Sopportare con pazienza le persone moleste
7. Pregare Dio per i vivi e suffragare i fedeli defunti
I sette peccati capitali
1. Superbia
2. Avarizia
3. Lussuria
4. Ira
5. Gola
6. Invidia
7. Accidia
SPIEGAZIONE
1. La superbia è la troppa stima di se stesso e il disprezzo degli altri
2. L'avarizia è l'attaccarsi troppo al denaro e alle cose
3. La lussuria è l'abbandono sfrenato ai piaceri sensuali
4. L'ira è l'agitazione dell'anima contro gli altri e contro le cose
5. La gola è pensare solo al mangiare e al bere, alle cose di buon gusto.
6. L'invidia è essere tristi per il bene degli altri, oppure godere per il male degli altri.
7. L’accidia è la pigrizia, è accidioso chi è pigro e svogliato. Il lavoro è voluto da Dio, e tutti dobbiamo lavorare.
(PS: un tempo ne era conosciuto anche un ottavo: la tristezza)
I sei peccati contro lo Spirito Santo (chi li fa fino alla morte non riuscirà a salvarsi)
1. Disperare della salvezza eterna
2. Presumere di salvarsi senza merito
3. Impugnare la verità conosciuta
4. Invidia della grazia altrui
5. Ostinarsi nei peccati
6. Impenitenza finale
SPIEGAZIONE
1) Vuol dire non aver più speranza di salvarsi l’anima. Il Signore è misericordioso, si deve ritornare a Dio sinceramente pentiti e riparare il male fatto.
2) Vuoi dire pretendere di salvarsi senza meritarlo.
3) Significa negare la verità, dire il falso invece della verità che si conosce. Il cristiano deve essere sempre sincero
4) Vuoi dire invidiare i buoni cristiani che vivono in grazia di Dio. Il cristiano non deve invidiare ma imitare Cristo e fare la sua volontà.
5) Vuol dire continuare a peccare, indurirsi nel male senza cercare di correggersi. Abbandonarsi al peccato significa essere abbandonato da Dio.
6) Vuoi dire morire senza pentimento. Chi non si vuole pentire dimostra cattiva volontà e non può avere il perdono di Dio
I quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio
1. Omicidio, suicidio, aborto volontario
2. Peccato impuro contro natura
3. Oppressione dei poveri
4. Frode nella paga agli operai
SPIEGAZIONE
1) Omicidio volontario vuoi dire uccidere di propria volontà.
2) Vuol dire fare cose impure, cose contrarie alla natura. La legge naturale è voluta da Dio; non si deve andare contro natura. I peccati impuri contro natura sono puniti gravemente da Dio.
3) Vuol dire trattare male i poveri, disprezzarli, recare loro danni. I poveri si devono amare, trattare bene e aiutare.
4) Frode nella mercede agli operai vuol dire non dare la giusta paga agli operai. L’operaio si deve trattare con molta giustizia.
I sette doni dello Spirito Santo
1. Sapienza
2. Intelletto
3. Consiglio
4. Fortezza
5. Scienza
6. Pietà
7. Timor di Dio
SPIEGAZIONE
1. Il sapiente ha la sua gioia nel servire il Signore, dimenticando se stesso. Egli amerà buoni e cattivi, amici e nemici senza distinzioni umane, vedrà con gli occhi di Dio e amerà col suo Amore.
2. L'intelletto è una luce soprannaturale, che illumina l'occhio dell'anima fortificandola e donandole una più estesa vista sulle cose divine.
Si rivela la bellezza piena d'incanto dei misteri di Dio ed appaiono armonie nuove che portano ad una dolcezza infinita. Tutto sembra nuovo all'anima, la Verità è colta in maniera più completa. La condizione indispensabile per il dono dell'intelletto è la purezza di cuore : un cuore puro è un cuore sincero, limpido, leale, trasparente, libero da ogni male. Bisogna essere piccoli, lasciarsi purificare, spogliarsi di tutto, anche delle certezze più assolute. Il dono dell'intelletto dona all'anima una conoscenza profonda della propria vita, le fa capire i disegni di Dio facendola raggiungere lo scopo della sua esistenza.
3. Il dono del consiglio ci fa attuare il proposito di vivere secondo il Vangelo nelle situazioni concrete : ci ispira scelte conforme alla volontà di Dio, ci aiuta a risolvere i problemi della condotta personale. E' una specie d'intuizione soprannaturale che aiuta a giudicare prontamente e sicuramente ciò che conviene fare e decidere, senza esitazioni e dubbi, anche nei casi difficili. Lo Spirito ci mette in piena sintonia con Dio e ci fa realizzare il proposito di vivere secondo la sua volontà, e viene in aiuto della nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare. Occorre essere docili, sottomessi alla mozione dello Spirito, cioè non ostacolarne l'azione: il dono del consiglio richiede alcune disposizioni fondamentali tra cui un profondo sentimento della nostra impotenza ed incapacità, che solo può attirare lo Spirito di Dio ad agire in noi. E' necessaria anche la semplicità e la retta intenzione che ci libera da riguardi e considerazioni umane e ci indirizza con purezza di cuore a Dio.
4. La fortezza è l'espressione della fede matura, provata da tutto quello che il maligno può scatenare dentro di noi e intorno a noi per vincere la debolezza umana.
A sostegno della fortezza Dio ci offre se stesso e la sua parola. L'impegno perseverante delle virtù morali, porta come frutto il gaudio spirituale.
La fortezza è dono della bontà di Dio e frutto della redenzione : Maria, la Madre di Dio, è donna forte nei disagi, nei pericoli, nel silenzioso servizio quotidiano nella famiglia, più ancora ai piedi della croce, ed è oggi modello di fortezza per tutti.
5. Il dono della scienza insegna a fare ringraziamento e offerta di ogni cosa creata perché ci è stata data per aiutarci nel cammino verso Dio. La scienza suggerisce un ordinato e illuminato distacco dalle creature per entrare in armonia e in profonda comunione con esse e assaporarne tutta la bellezza come riflesso della bellezza di Dio.
6. La consapevolezza dell'amore di Dio permette all'anima di volgere lo sguardo a Lui. Ci sentiamo figli protetti, custoditi in mani sicure, perché sappiamo che il suo perdono è amore, non giustizia. Consapevole della propria povertà, la creatura si abbandona al suo Creatore per riceverne consolazione.
Dio ama e attende da ciascuno una risposta al suo amore. Negli avvenimenti di ogni giorno e nelle prove più difficili, questo dono ci fa essere pronti ad ogni sacrificio, per amore di un Padre così tenero che in tutti gli eventi opera solo per il bene dei suoi figli. E' il dono della pietà che trasforma il nostro cuore e vi infonde gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù.
7. Mentre l'amore ci fa accelerate il passo, il timore ci induce a guardare dove posiamo il passo per non cadere.
Il timore servile induce a fuggire il peccato per evitare le pene eterne dell'inferno: è un timore buono, che per molti uomini lontani da Dio rappresenta il primo passo verso la conversione e l'inizio dell'amore, è una grande difesa contro le tentazioni e le attrattive del male. Il cristiano è mosso dall'amore divino ed è chiamato ad amare: quando l'amore elimina ogni timore, questo si trasforma tutto in amore. Il cristiano dunque deve coltivare il santo timore di Dio, per avere una percezione forte del senso del peccato, per non avere paura " di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima" ma avere santo timore di "Colui che può far perire e l'anima e il corpo...".
Il dono del timore è per eccellenza il dono della lotta contro il peccato.
Gerarchia angelica
1. Serafini
2. Cherubini
3. Troni
4. Dominazioni
5. Virtù
6. Potestà (o Potenze)
7. Principati
8. Arcangeli
9. Angeli
1. Unità e Trinità di Dio
2. Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo
SPIEGAZIONE
1. La Trinità è il mistero fondamentale della fede: Dio è uno, in tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio, Spirito Santo.
2. Il Figlio di Dio Gesù Cristo si è fatto uomo, ha sofferto, è morto ed è risorto per la salvezza di tutti gli uomini.
I quattro novissimi
1. Morte
2. Giudizio
3. Inferno
4. Paradiso
Le tre virtù teologali
1. Fede
2. Speranza
3. Carità
SPIEGAZIONE
Le virtù umane si radicano nelle virtù teologali, le quali rendono le facoltà dell'uomo idonee alla partecipazione alla natura divina. Le virtù teologali, infatti, si riferiscono direttamente a Dio. Esse dispongono i cristiani a vivere in relazione con la Santissima Trinità. Hanno come origine, causa ed oggetto Dio Uno e Trino.
Le virtù teologali fondano, animano e caratterizzano l'agire morale del cristiano. Esse informano e vivificano tutte le virtù morali. Sono infuse da Dio nell'anima dei fedeli per renderli capaci di agire quali suoi figli e meritare la vita eterna. Sono il pegno della presenza e dell'azione dello Spirito Santo nelle facoltà dell'essere umano. Tre sono le virtù teologali: la fede, la speranza e la carità.
La fede
La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. Con la fede « l'uomo si abbandona tutto a Dio liberamente ». Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio.
La speranza
La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull'aiuto della grazia dello Spirito Santo. La virtù della speranza risponde all'aspirazione alla felicità, che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo; essa assume le attese che ispirano le attività degli uomini; le purifica per ordinarle al regno dei cieli; salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene in tutti i momenti di abbandono; dilata il cuore nell'attesa della beatitudine eterna. Lo slancio della speranza preserva dall'egoismo e conduce alla gioia della carità.
La speranza cristiana riprende e porta a pienezza la speranza del popolo eletto, la quale trova la propria origine ed il proprio modello nella speranza di Abramo, colmato in Isacco delle promesse di Dio e purificato dalla prova del sacrificio. « Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli » (Rm 4,18).
La carità
La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.
L'esercizio di tutte le virtù è animato e ispirato dalla carità. Questa è il « vincolo di perfezione » (Col 3,14); è la forma delle virtù; le articola e le ordina tra loro; è sorgente e termine della loro pratica cristiana. La carità garantisce e purifica la nostra capacità umana di amare. La eleva alla perfezione soprannaturale dell'amore divino.
La pratica della vita morale animata dalla carità dà al cristiano la libertà spirituale dei figli di Dio.
Le quattro virtù cardinali
1. Prudenza
2. Giustizia
3. Fortezza
4. Temperanza
SPIEGAZIONE
1. La prudenza dispone la ragione pratica a discernere, in ogni circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo.
2. La giustizia consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto.
3. La fortezza assicura, nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene.
4. La temperanza modera l'attrattiva dei piaceri sensibili e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati.
I dieci comandamenti Io sono il Signore Dio tuo:
1. Non avrai altro Dio fuori di me
2. Non nominare il nome di Dio invano
3. Ricordati di santificare le feste
4. Onora il padre e la madre
5. Non uccidere
6. Non commettere atti impuri
7. Non rubare
8. Non dire falsa testimonianza
9. Non desiderare la donna d'altri
10. Non desiderare la roba d'altri
I sette Sacramenti
1. Battesimo
2. Confermazione (Cresima)
3. Eucaristia (S. Messa)
4. Penitenza (Confessione)
5. Unzione degli infermi
6. Ordine Sacro (Sacerdozio)
7. Matrimonio
Le beatitudini
« Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli » (Mt 5,3-12).
I due precetti della carità
1. Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente
2. Amerai il prossimo tuo come te stesso
I cinque precetti generali della Chiesa
1. Partecipare alla Messa domenicale e le altre feste di precetto
2. Santificare i giorni di penitenza, come dispone la Chiesa
3. Confessarsi almeno una volta all’anno e comunicarsi almeno nel periodo pasquale
4. Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi e le usanze
5. Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti (quaresima e avvento)
Opere di misericordia corporale
1. Dar da mangiare a chi ha fame
2. Dar da bere a chi ha sete
3. Dare vesti a chi ne ha bisogno
4. Alloggiare chi non ha casa
5. Visitare ed assistere gli ammalati e chi è solo
6. Visitare i carcerati e aiutare gli handicappati
7. Partecipare al funerale dei fedeli defunti.
Opere di misericordia spirituale
1. Consigliare i dubbiosi
2. Insegnare a chi non sa
3. Ammonire chi sbaglia
4. Consolare gli afflitti
5. Perdonare le offese ricevute
6. Sopportare con pazienza le persone moleste
7. Pregare Dio per i vivi e suffragare i fedeli defunti
I sette peccati capitali
1. Superbia
2. Avarizia
3. Lussuria
4. Ira
5. Gola
6. Invidia
7. Accidia
SPIEGAZIONE
1. La superbia è la troppa stima di se stesso e il disprezzo degli altri
2. L'avarizia è l'attaccarsi troppo al denaro e alle cose
3. La lussuria è l'abbandono sfrenato ai piaceri sensuali
4. L'ira è l'agitazione dell'anima contro gli altri e contro le cose
5. La gola è pensare solo al mangiare e al bere, alle cose di buon gusto.
6. L'invidia è essere tristi per il bene degli altri, oppure godere per il male degli altri.
7. L’accidia è la pigrizia, è accidioso chi è pigro e svogliato. Il lavoro è voluto da Dio, e tutti dobbiamo lavorare.
(PS: un tempo ne era conosciuto anche un ottavo: la tristezza)
I sei peccati contro lo Spirito Santo (chi li fa fino alla morte non riuscirà a salvarsi)
1. Disperare della salvezza eterna
2. Presumere di salvarsi senza merito
3. Impugnare la verità conosciuta
4. Invidia della grazia altrui
5. Ostinarsi nei peccati
6. Impenitenza finale
SPIEGAZIONE
1) Vuol dire non aver più speranza di salvarsi l’anima. Il Signore è misericordioso, si deve ritornare a Dio sinceramente pentiti e riparare il male fatto.
2) Vuoi dire pretendere di salvarsi senza meritarlo.
3) Significa negare la verità, dire il falso invece della verità che si conosce. Il cristiano deve essere sempre sincero
4) Vuoi dire invidiare i buoni cristiani che vivono in grazia di Dio. Il cristiano non deve invidiare ma imitare Cristo e fare la sua volontà.
5) Vuol dire continuare a peccare, indurirsi nel male senza cercare di correggersi. Abbandonarsi al peccato significa essere abbandonato da Dio.
6) Vuoi dire morire senza pentimento. Chi non si vuole pentire dimostra cattiva volontà e non può avere il perdono di Dio
I quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio
1. Omicidio, suicidio, aborto volontario
2. Peccato impuro contro natura
3. Oppressione dei poveri
4. Frode nella paga agli operai
SPIEGAZIONE
1) Omicidio volontario vuoi dire uccidere di propria volontà.
2) Vuol dire fare cose impure, cose contrarie alla natura. La legge naturale è voluta da Dio; non si deve andare contro natura. I peccati impuri contro natura sono puniti gravemente da Dio.
3) Vuol dire trattare male i poveri, disprezzarli, recare loro danni. I poveri si devono amare, trattare bene e aiutare.
4) Frode nella mercede agli operai vuol dire non dare la giusta paga agli operai. L’operaio si deve trattare con molta giustizia.
I sette doni dello Spirito Santo
1. Sapienza
2. Intelletto
3. Consiglio
4. Fortezza
5. Scienza
6. Pietà
7. Timor di Dio
SPIEGAZIONE
1. Il sapiente ha la sua gioia nel servire il Signore, dimenticando se stesso. Egli amerà buoni e cattivi, amici e nemici senza distinzioni umane, vedrà con gli occhi di Dio e amerà col suo Amore.
2. L'intelletto è una luce soprannaturale, che illumina l'occhio dell'anima fortificandola e donandole una più estesa vista sulle cose divine.
Si rivela la bellezza piena d'incanto dei misteri di Dio ed appaiono armonie nuove che portano ad una dolcezza infinita. Tutto sembra nuovo all'anima, la Verità è colta in maniera più completa. La condizione indispensabile per il dono dell'intelletto è la purezza di cuore : un cuore puro è un cuore sincero, limpido, leale, trasparente, libero da ogni male. Bisogna essere piccoli, lasciarsi purificare, spogliarsi di tutto, anche delle certezze più assolute. Il dono dell'intelletto dona all'anima una conoscenza profonda della propria vita, le fa capire i disegni di Dio facendola raggiungere lo scopo della sua esistenza.
3. Il dono del consiglio ci fa attuare il proposito di vivere secondo il Vangelo nelle situazioni concrete : ci ispira scelte conforme alla volontà di Dio, ci aiuta a risolvere i problemi della condotta personale. E' una specie d'intuizione soprannaturale che aiuta a giudicare prontamente e sicuramente ciò che conviene fare e decidere, senza esitazioni e dubbi, anche nei casi difficili. Lo Spirito ci mette in piena sintonia con Dio e ci fa realizzare il proposito di vivere secondo la sua volontà, e viene in aiuto della nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare. Occorre essere docili, sottomessi alla mozione dello Spirito, cioè non ostacolarne l'azione: il dono del consiglio richiede alcune disposizioni fondamentali tra cui un profondo sentimento della nostra impotenza ed incapacità, che solo può attirare lo Spirito di Dio ad agire in noi. E' necessaria anche la semplicità e la retta intenzione che ci libera da riguardi e considerazioni umane e ci indirizza con purezza di cuore a Dio.
4. La fortezza è l'espressione della fede matura, provata da tutto quello che il maligno può scatenare dentro di noi e intorno a noi per vincere la debolezza umana.
A sostegno della fortezza Dio ci offre se stesso e la sua parola. L'impegno perseverante delle virtù morali, porta come frutto il gaudio spirituale.
La fortezza è dono della bontà di Dio e frutto della redenzione : Maria, la Madre di Dio, è donna forte nei disagi, nei pericoli, nel silenzioso servizio quotidiano nella famiglia, più ancora ai piedi della croce, ed è oggi modello di fortezza per tutti.
5. Il dono della scienza insegna a fare ringraziamento e offerta di ogni cosa creata perché ci è stata data per aiutarci nel cammino verso Dio. La scienza suggerisce un ordinato e illuminato distacco dalle creature per entrare in armonia e in profonda comunione con esse e assaporarne tutta la bellezza come riflesso della bellezza di Dio.
6. La consapevolezza dell'amore di Dio permette all'anima di volgere lo sguardo a Lui. Ci sentiamo figli protetti, custoditi in mani sicure, perché sappiamo che il suo perdono è amore, non giustizia. Consapevole della propria povertà, la creatura si abbandona al suo Creatore per riceverne consolazione.
Dio ama e attende da ciascuno una risposta al suo amore. Negli avvenimenti di ogni giorno e nelle prove più difficili, questo dono ci fa essere pronti ad ogni sacrificio, per amore di un Padre così tenero che in tutti gli eventi opera solo per il bene dei suoi figli. E' il dono della pietà che trasforma il nostro cuore e vi infonde gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù.
7. Mentre l'amore ci fa accelerate il passo, il timore ci induce a guardare dove posiamo il passo per non cadere.
Il timore servile induce a fuggire il peccato per evitare le pene eterne dell'inferno: è un timore buono, che per molti uomini lontani da Dio rappresenta il primo passo verso la conversione e l'inizio dell'amore, è una grande difesa contro le tentazioni e le attrattive del male. Il cristiano è mosso dall'amore divino ed è chiamato ad amare: quando l'amore elimina ogni timore, questo si trasforma tutto in amore. Il cristiano dunque deve coltivare il santo timore di Dio, per avere una percezione forte del senso del peccato, per non avere paura " di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima" ma avere santo timore di "Colui che può far perire e l'anima e il corpo...".
Il dono del timore è per eccellenza il dono della lotta contro il peccato.
Gerarchia angelica
1. Serafini
2. Cherubini
3. Troni
4. Dominazioni
5. Virtù
6. Potestà (o Potenze)
7. Principati
8. Arcangeli
9. Angeli
Ricordo che il cristiano deve anche fare: il Santo Rosario, l'Ora Santa, la Via Crucis, l'Adorazione Eucaristica e seguire i Sacramenti. Se non sapete neanche di cosa vi stia parlando, vi consiglio di trovare informazioni su Internet o chiedere al vostro Sacerdote!