Messaggi dal Cielo, Parte 3:
I NOSTRI CARI E IL PURGATORIO
Dal Libro "Il peccato veniale" di don Andrea Beltrami, salesiano avviato agli onori degli Altari, citassi qui alcuni esempi riguardo al Purgatorio.
Un religioso francescano apparve ad un confratello lamentandosi perchè da molto tempo più non lo suffragava. Si scusò questi dicendo che lo pensava in Cielo da molto tempo. Un grido lamentevole diede allora il defunto e disse tre volte: Nessun può credere, nessun può credere, nessun può credere quanto minuzioso sia il Giudizio di Dio e quanto severa la punizione della Sua Giustizia.
Un religioso francescano comparve a un domenicano dicendogli: Niente vi è sulla terra che possa dare un'idea delle mie pene! - E per dargliene una prova stese la mano su una tavola che tosto andò come in fiamme e vi rimase fonda la impronta carbonizzata.
Un domenicano polacco vide un dì, mentre pregava per i defunti, un'anima purgante che era come un carbone in mezzo ad una fornace ardente. Il religioso la interrogò se quel fuoco del Purgatorio era più penetrante che quello della terra. Quell'anima rispose: Ahimè! tutto il fuoco della terra, paragonato a quello del Purgatorio, è come un soffio-d'aria freschissima! - Riprese a dire il religioso: Vorrei farne una prova, a patto che ciò giovasse a farmi scontare un po' del Purgatorio che mi toccherà fare. - Ma l'anima replicò: Nessun mortale potrebbe sopportarne la minima parte, senza morire all'istante, se Dio non lo sostiene. Se vuoi convincerti, stendi la mano. - Senza temere il religioso stese la mano e l'anima del Purgatorio vi lasciò cader sopra una sola goccia del suo sudore. Subito il religioso stramazzò al suolo con grida acute di spasimo. La goccia gli aveva forata la mano lasciandovi una gran piaga profonda. Una anno intero penò fra spasimi tremendi causa quella piaga e poi morì, mentre quel fatto, divenuto notorio, rianimò il fervore di tutti i monasteri di quelle contrade.
II ven. Bernardino da Busto racconta che un suo fratellino morto a otto anni, dovette scontare in Purgatorio le mancanze di devozione nelle sue preghiere del mattino e della sera. E il venerabile lo sentì spesso recitarle con gran fervore proprio lì dove da vivo le aveva dette con distrazione.
Un santo religioso seppe dal suo Angelo Custode che doveva presto morire e rimaner in Purgatorio solo finchè gli avessero detta una santa Messa di suffragio. Egli allora se la fece prometter da un Confratello. E quando preso dopo quel religioso morì, subito corse a celebrare per lui. Dopo Messa in sacrestia gli apparve il defunto raggiante di gioia che andava in Cielo, ma gli mosse un dolce lamento chè lo aveva lasciato un anno in Purgatorio prima di dirgli la Messa che gli aveva promesso. - Ti inganni, riprese egli, appena spirato eri e io venni tosto a celebrare per te. II tuo corpo morto è ancor caldo - Ohimè! - disse allora il defunto - come son spaventevoli le pene del Purgatorio! Un'ora sola mi è parsa un anno!
Il gran Papa Innocenzo terzo famoso per opere di zelo meraviglioso, apparve a santa Lutgarda dopo morto, e di tra le fiamme le annunciò che il suo purgatorio doveva durare fino al giorno del Giudizio. San Bellarmino diceva di rabbrividire pensando a ciò e diceva che se a un santo Pontefice toccava questo, cosa sarebbe toccato agli altri?
Nel Libro del Rossignoli "Meraviglie sul Purgatorio" si legge che un pittore aveva in gioventù dipinto un quadro con delle nudità; ma se ne pentì e per riparare dipinse da allora in poi sempre devote immagini sacre, e l'ultimo quadro fu un gran lavoro che donò alla Chiesa dei Carmelitani che frequentava, affinchè lo suffragassero con Messe dopo la morte. Qualche dì dopo la morte egli apparve a uno di quei religiosi scongiurandolo di recarsi da quella persona che gli aveva commissionato quel quadro osceno, e gli dicesse che lo distruggesse subito, e gli annunciasse anche che Dio gli avrebbe tolto con morte prematura i due figli che aveva, causa del peccato commesso. II quadro fu tosto bruciato, e anche la predizione si avverò.
Santa Margherita Maria Alacoque, mentre pregava per tre anime del Purgatorio, si sentì chieder da Gesù quale volesse ella per prima liberare. La santa rispose che facesse il Salvatore quanto era di Sua maggior gloria. Ed egli liberò allora quella anima che era di una persona secolare, mentre le altre due eran di persone religiose; e aggiunse che a Lui ispiravano ben poca compassione le persone religiose penanti in Purgatorio, perchè in vita avevano avuto tanti mezzi per raggiungere il Cielo direttamente, e per propria colpa non lo avevano fatto.
La stessa Santa si vide apparire una consorella defunta che le domandava aiuto e deplorava di essersi in vita fatta dispensar con troppa facilità da certi esercizi della vita religiosa.
S. Luigi Bertrando vide apparirgli un religioso circondato di fiamme che lo supplicò a perdonargli una parola pungente dettagli molti anni prima. Quella sola parola gli aveva fatto fare Purgatorio. E chiese una santa Messa per esser liberato.
Una santa Religiosa vide in Purgatorio un povero prete le cui dita erano rose e divorate da ulcere schifosissime, perchè in vita aveva fatto il segno di Croce senza la dovuta devozione.
Il famoso padre Nieremberg della Compagnia di Gesù, tanto devoto delle anime purganti, mentre a Madrid una notte pregava per esse, si vide comparirgli un confratello, il quale, per aver talora parlato del prossimo con poca carità, aveva la lingua di continuo bruciata da un ferro rovente. Ed era stata la sua devozione alla Madonna che gli aveva ottenuto di apparir per chiedere aiuto.
Un abate benedettino fu condannato ad acerbo purgatorio perchè era stato di uno zelo troppo austero con i suoi monaci, che lui voleva tutti santi e perfetti insistendo con eccessiva severità. E comparve a Santa Lutgarda, sua penitente in vita, chiedendo aiuto. E la santa si flagellò e pregò e fece gran penitenze per lui. Ma con tutto ciò per molto tempo non riuscì a liberarlo. Solo quando ella offrì infine se stessa come vittima di espiazione, solo allora il monaco fu liberato e le annunciò che ben undici anni ancora avrebbe egli dovuto star in Purgatorio se ella non l'avesse aiutato.
Il beato Stefano, francescano, che soleva passar ogni notte lunghe ore davanti al SS. Sacramento, vide una volta seduto in coro un religioso incapucciato e gli chiese chi era. "Sono un religioso di questo monastero - rispose egli - condannato dalla Divina Giustizia a fare qui il mio Purgatorio per le imperfezioni commesse qui nella recita del Divino Uffizio". Il beato Stefano allora cominciò a pregar per lui e vide che ne aveva molto sollievo, e per molte notti avvenne questo, finchè una volta, dopo la recita del De profundis con gran gioia egli partì, chè la prova era finita.
Narra santa Margherita M. Alacoque: "Una volta vidi in visione una religiosa morta da un pezzo, e mi disse che soffriva tantissimo in Purgatorio, e per di più da un po' di tempo la Giustizia di Dio le aveva inflitto una pena incomparabile: la vista cioè di una sua parente precipitata nell'inferno. Dopo tal visione avuta in sogno mi svegliai ma così afflitta e con tali pene, da parermi che quell'anima mi avesse impresso le sue; e il corpo lo sentivo così rotto che potevo appena muoverlo. Io ne facevo poco conto di quel che credevo un sogno, ma quell'anima mi forzò a pensar ad essa, pressandomi così fortemente, che proprio non mi dava riposo, dicendomi di continuo: Pregate il Signore per me! OffriteGli i vostri patimenti, uniti a quelli di Gesù Cristo, per sollevare i miei. Datemi il merito di tutto quello che farete fino al primo venerdì di maggio, in cui vi comunicherete per me. E io feci così, col permesso della mia Superiora. Ma la mia pena aumentò tanto; che mi opprimeva senza lasciarmi prender alcun sollievo. La Superiora perciò mi fece andare a letto a prendere un po' di riposo. Ma appena vi fui, vidi l'infelice accanto a me che mi diceva: Eccoti nel tuo letto ben comoda! guarda me invece coricata in un letto di fiamme; ove soffro mali intollerabili! - E mi dava a vedere quell'orribile letto, che mi fa fremere ogni volta che ci penso. Infatti la parte di sopra di esso era formata di punte acute, tutte infuocate, che le entravano nelle carni; e mi diceva che ciò era per cagione della sua pigrizia e negligenza avuta nella osservanza delle regole, e per le sue infedeltà verso Dio... "Mi straziano il cuore con pettini di ferro ardenti - diceva poi - e questo è il mio più crudele dolore: e questo è a punizione dei pensieri di mormorazione e di disapprovazione, in cui mi sono trattenuta contro i miei Superiori. La mia lingua è mangiata da vermi, e ciò in punizione delle mie parole contro la carità; e per i mancamenti all'osservanza del silenzio, ecco, vedi la mia bocca interamente ulcerata da piaghe! Ah, vorrei bene che tutte le anime consacrate a Dio mi vedessero in questi terribili tormenti! Se potessi far loro sentire la grandezza delle mie pene e quelle preparate a tutti coloro che vivono negligentemente nella loro vocazione, oh, senza dubbio esse camminerebbero con un ardore ben diverso nell'esatta osservanza delle loro regole, e si guarderebbero bene dal cadere nei difetti che ora fan me tanto soffrire! - Tutto ciò mi eccitava al pianto, e le monache, credendo che io avessi male, mi volevan dare dei rimedi, ma allora quell'anima mi disse: - Si pensa bene a sollevare i tuoi mali; nessuno invece pensava sollevare i miei! Ohimè! Eppure un giorno di esatto silenzio di tutto il Monastero guarirebbe la mia bocca ulcerata! Un altro giorno passato nelle pratiche della carità, senza commettere alcun fallo, medicherebbe la mia lingua piagata! Un terzo giorno passato senza fare la minima mormorazione nè critica contro il prossimo, guarirebbe il mio cuore straziato!" - Quell'anima, dopo che le fu applicata la Comunione ch'io feci per lei, mi disse che i suoi orribili tormenti erano ben diminuiti, anche perchè aveva avuto la applicazione di una Messa in onore della Passione; ma aggiunse che doveva però rimanere ancora a lungo nel Purgatorio, e patirvi le pene riserbate alle anime negligenti nel servizio di Dio. Così scrisse la Santa.
Il di lei Padre spirituale, il beato Claudio de la Colombiere, gesuita, dovette stare in Purgatorio fino al momento della sepoltura del suo corpo, e ciò per qualche negligenza sua nel fare atti di amor a Dio.
Santa Geltrude vide un giorno il demonio che con gran cura raccoglieva i fiocchi di lana che le suore del Monastero lasciavan cadere nel filare; e comprese che sarebbero stati tutti presenti al tribunale di Dio, come difetti contro la povertà da espiare in Purgatorio.
Sant'Alfonso racconta che un monaco non teneva conto dei pezzetti di pane avanzato a mensa e in morte si vide venirgli innanzi il diavolo con un sacco che li conteneva tutti e disse: Ci rivedremo tra breve al Tribunale di Dio! Questi tozzi di pane saran tanti carboni ardenti nel tuo purgatorio!
Dal libro "Le Divine parole" di P. Augusto Saudreau O.P.
Nostro Signore fece conoscere a Margherita da Cortona che i di lei genitori eran usciti dal Purgatorio. "Rallegrati, figlia, le disse, perchè ora tua madre fu liberata dal Purgatorio ove stette dieci anni". Riguardo al padre della Santa, le disse: "Ti annuncio che tuo padre, per cui mi pregasti con tanta istanza, è uscito dal Purgatorio. Non aver inquietudine riguardo alla sua vita passata, che tu conosci; perchè le pene del Purgatorio son di varie specie, ed egli ha sofferto le più afflittive, perchè volevo liberarlo più presto purificandolo più terribilmente". - "Riguardo ai tre defunti per cui mi pregasti con insistenza, ti dirò che non sono dannati, contrariamente alla opinione di quelli che li giudicano. Però essi debbono sopportare supplizi così spaventosi, che, se non fossero visitati dagli angeli, si crederebbero dannati, tanto si trovano vicini a quelli che lo sono. Per questo i loro eredi dovrebbero celebrare un grande anniversario, contribuendo largamente alla costruzione del nuovo oratorio del B. Francesco, affinchè le lacrime che vi si verranno a versare mitighino le pene che quelli incorsero per l'ingiustizia del loro commercio. Per questo peccato la Mia Giustizia, esigerebbe ch'essi la subissero sin alla fin del mondo; nondimeno, in grazia delle tue preghiere, essi non vi resteranno che vent'anni. Compiuto questo tempo, la Madre Mia li libererà e li introdurrà nella eterna Gloria".
Pregava un dì suor Matilde per un curato che era morto di recente. Ella vide la sua anima rivestita di una grande dignità, però ancora in attesa della gloria del Cielo. Gli chiese il perchè di quella dignità, ed egli rispose: "Perchè amavo la solitudine e pregavo il Signore con gran rispetto". Domandò ancora Matilde: "E perchè non ve ne siete subito volato cogli angioli?" - Rispose egli allora: "La gloria che io devo ricevere perchè vissi puramente nello stato clericale è così grande che io non vi posso ancor pervenire".
Santa Brigida, pregava per un vecchio sacerdote eremita di gran virtù, la cui salma, già portata in chiesa, aspettava la sepoltura. La Santissima Vergine le apparve e le disse: "Sappi, figlia mia, che l'anima di questo eremita, amico mio, sarebbe entrata in Cielo subito dopo la sua morte, se avesse avuto nel morire un perfetto desiderio di vedere e possedere Iddio. Questo fa sì che egli sia or trattenuto nel Purgatorio di desiderio ove non vi è altra pena che il desiderare di giungere a Dio; ma prima che il suo corpo sia nella tomba, l'anima sua sarà in Cielo".
S. Brigida vide un Re che era in Purgatorio; alla sua sinistra stava un demonio e alla sua destra un angelo. Si fece udire la voce del Giudice che diceva: "Tu o demonio non puoi avere quest'anima, a motivo del suo splendore, e tu, o angelo, non la puoi toccare, a motivo della sua impurità. Il giudizio vuole che tu, demonio, la purifichi, e che tu, angelo, la consoli, finchè sia giunta alla gloria eterna. E a te, o anima, è permesso di guardare l'angelo e di prendere consolazione da lui. Tu parteciperai al Sangue di Gesù Cristo, alle preghiere della Madre Sua e della Chiesa". E la Santa vide il demonio torturare orribilmente quell'anima e rinfacciarle i suoi peccati, ma la anima sollevava gli occhi verso l'angelo, non dicendo nulla ma indicando col suo atteggiamento ch'ella era consolata da Lui e che presto ella sarebbe stata liberata dalle sue pene.
Santa Geltrude pregava per frate Ermanno, converso, morto di recente. Essendole stata mostrata quest'anima, che era in Purgatorio, ella le domandò: "Per quale motivo, per quale mancanza soffrite voi di più?" - ed egli: "Per la mia volontà propria: anche quando facevo del bene, preferivo farlo di mia testa anzichè seguire il parere altrui. Io ne soffro adesso una così gran pena che, se si riunissero tutte le pene che opprimono il cuore di tutti gli uomini, non vi sarebbe nulla di simile a quello che io soffro!" - Geltrude allora prese a recitare il Padre nostro per lui, e giunta essa alle parole "perdonateci i nostri debiti come noi li rimettiamo tali peccati" quella anima prese un'aria piena di ansietà e disse: "Quando ero nel mondo, peccai molto per non aver facilmente perdonato a quelli che avevano agito contro di me: serbavo per molto tempo un contegno serio con loro, e adesso, quando sento quelle parole, io soffro una vergogna intollerabile e piena di ansietà". Offrendosi per quest'anima il santo sacrifizio, parve che ella ne fosse meravigliosamente allietata e glorificata. Geltrude chiese allora al Signore: "Quest'anima ha ora soddisfatto a tutto ciò che doveva soffrire?" Rispose il Signore: "Ha soddisfatto di più di quel che potresti tu ed altri pensare, tuttavia non è talmente purificata da poter essere ammessa a godere la mia presenza. Ma la sua consolazione e il suo sollievo vanno ora sempre più crescendo a misura che si prega per lei. Nondimeno le vostre preghiere non possono soccorrerla tanto prontamente quanto invece lo farebbero se ella non avesse commesso in vita quella mancanza di mostrarsi dura e inesorabile e di non piegare la sua volontà a quella altrui, non volendo ammettere quello che essa non aveva nella volontà sua".
Apparve a santa Geltrude una defunta che aveva agli orecchi una dura cartilagine che bisognava raspare duramente con le unghie fino a che non fosse scomparsa. Ciò era in pena di avere essa ascoltato le mormorazioni e le maldicenze. Di più ella aveva la bocca internamente ricoperta d'una pelle spessa che le impediva di gustare le dolcezze divine; e questo ella lo soffriva per aver detto qualche maldicenza. Intorno alla qual cosa Geltrude ricevette dal Signore questa istruzione: "Se quest'anima, che si era resa di ciò colpevole per semplicità, e se ne era sovente pentita, aveva meritato tali castighi, quelli che commettono la medesima colpa con persistenza soffrono assai di più; per loro quella pelle è guarnita di piccole punte che li pungono dalla lingua al palato e dal palato alla lingua, li lacerano dolorosamente e producono una detestabile marcia".
Suor Matilde pregava per l'anima di una persona che era stata uccisa, come viveva, nel peccato. Nostro Signore disse alla Sua Serva: "Sette anni di digiuni, e sette quarantene non sarebbero che una goccia d'acqua in un gran fuoco. Costui starà trent'anni senza nulla ottenere da me, perchè per un orgoglio insensato, egli ha perduta la vita trent'anni prima del termine che gli era stato assegnato; bisogna che egli mi paghi codesti anni nelle pene!" Chiese allora Matilde: "E come si salvò egli?" Gesù rispose: "Quando egli udiva la mia parola, era commosso e sospirava; io lo ricompensai permettendo che nei suoi ultimi momenti sospirasse pe' suoi peccati.
Santa Veronica Giuliani parla nel suo Diario di "anime scordate" alle quali il Signore non applica, per un certo tempo nè le preghiere della Chiesa nè quei suffragi che per loro fan parenti o amici. Anche santa Geltrude aveva saputo che quando un'anima è in Purgatorio per avere commesso certe colpe numerose e gravissime, ella non può essere aiutata dai suffragi comuni della Chiesa, e per un tempo fissato dalla Giustizia di Dio ella non riceve quella continua rugiada, quel balsamo pieno di soavità, quella rinfrescante bevanda. La Santa aveva ottenuto che un'anima che le si raccomandava e che era in tal condizione, fosse subito liberata da tale ostacolo. Ella Chiese al Signore con quali travagli e con quali preci si poteva ottener a queste anime sì disgraziate siffatta grazia; e Gesù rispose: "Tu non puoi fare alcun lavoro, nè alcuna preghiera che possa recare all'anima sì potente soccorso, perchè ciò non può ottenersi tutto ad un tratto se non per effetto di un amore simile a quello che hai provato or ora. Ebbene: questo è un favore che non si può avere, salvo che io non lo dia. Parimenti un tal soccorso non può essere accordato ad un'anima dopo la morte, salvo che ella non lo abbia meritato, per una grazia speciale, in questa vita. Sappi però che una tal pena può essere, a lungo andare, sollevata mediante preci e buone opere compiute con fedeltà dagli amici di questa anima. Questo tempo è più o meno lungo, a seconda che i suoi amici vi mettano per lei più devozione e più amore, e anche secondo quant'ella meritò ciò durante la vita".
Maria Giuseppa Kumi, in un tempo in cui era in preda a prove spaventevoli, udì queste superne parole: "L'uomo deve piuttosto desiderare di restar sopra la terra con tutte le calamità, al fine di purificarvisi, anzichè passare un sol giorno nelle fiamme del Purgatorio".
Essendo morta nel Monastero di Hefta una novizia ferventissima, santa Geltrude la vide come una vergine che andava a presentarsi al suo sposo, e il Signore presso di lei, che per virtù delle sue cinque Piaghe dava a quell'anima gioie dolcissime e la consolava con ogni sorta di carezze. Nondimeno la defunta appariva triste, e se ne meravigliava Geltrude. Ma il Signore le disse: - Or ella dalla mia presenza non riceve che le dolcezze della mia Umanità, che non possono pienamente consolarla. Con ciò io la ricompenso della devozione ch'ella ebbe per la mia Passione nei suoi ultimi momenti; ma quando ella sarà poi pienamente purificata delle negligenze della sua vita passata, allora godrà della presenza della mia Divinità e la gioia che ne riceverà, la consolerà senza riserva". Chiese poi Geltrude: "Come mai le negligenze della sua vita passata non furono tutte riparate dalla devozione che ella manifestò negli ultimi istanti?"' Gesù rispose: "Quando un uomo giunge all'estremo per la perdita delle sue forze, il suo mondo ordinario di vivere continua in certo qual modo sino alla fine, perchè egli non ha più la forza, ma solo la volontà. Se per un effetto della mia gratuita Bontà, io gli do allora una buona volontà, un desiderio pio, egli ne ha ben il profitto, ma però non a tal punto da cancellare tutte le macchie delle negligenze passate, come avrebbe potuto verificarsi se nella pienezza della sua salute e delle sue forze egli avesse posta tutta la sua buona volontà per riformarsi". Chiese poi la Santa: "La vostra così tenera misericordia, o Signore, non potrebbe assolvere da tutte le sue negligenze quest'anima, a cui fin dalla sua infanzia Voi avevate dato un cuore affettuoso per tutti e una carità così benevola?" Rispose il Signore: "Io ricompenserò con sovrabbondanza l'affetto del suo cuore e la sua carità grande, però in forza della Mia Giustizia è dopo che sia cancellata ogni minima macchia di negligenza!" E il Signore, facendo una carezza alla novizia, aggiunse: "Questa mia sposa è su questo punto perfettamente d'accordo colla Mia Giustizia. E allorchè essa sarà purificata, la gloria della Mia Divinità saprà ben ricompensarla!"
Francesca della Madre di Dio pregava intensamente per una suora del suo convento, che ella vedeva soffrire in Purgatorio. Nostro Signore le fece vedere che aveva una cura speciale della sua liberazione, ispirando a molte persone di recitar preghiere e far buone opere per lei. E stimolava Francesca perchè pur lei facesse per la defunta lunghe discipline e portasse il cilizio. E le disse: "Io sono fedele; e siccome ella ebbe cura di onorarmi durante la sua vita, così io adesso ho cura di lei". Il dì seguente aggiunse: "Mi si offra tutto quello che si desidera fare per lei e io lo riceverò e glielo applicherò come se fosse compiuto di fatto". Qualche tempo dopo, alle replicate istanze di Francesca, Nostro Signore disse: "Io sono santo e la mia santità non può soffrire alcuna impurità. Io ho maggior desiderio di liberarla che non ne abbiate voi e lei stessa; ma bisogna che si compia la mia ordinazione. Io eccito a pregare per lei. E Francesca vedeva questo divin Salvatore come un gran Re che distribuisce ed applica tutti i suoi propri meriti e le opere buone che si fanno per ciascuna delle anime purganti secondo la fedeltà che Gli prestarono quando erano sulla terra. Vedeva altresì che Nostro Signore ha un così grande amore per quelle povere anime che, quando si prega per loro, ciò gli procura una singolare contentezza.
Venne a morire una persona che durante la sua vita aveva pregato molto per le anime del Purgatorio, ma che per fragilità umana era stata negligente nell'obbedienza, preferendo a questa virtù le austerità. S. Geltrude la vide fregiata di vari ornamenti, ma con un carico di pietre così pesante che ci vollero parecchie persone per condurla davanti al Signore. Quelle conduttrici - fu detto alla Santa - erano le anime che ella aveva liberato dal Purgatorio; quegli ornamenti erano le preghiere che aveva fatto per esse; e le pietre così pesanti eran le sue colpe di disobbedienza. Disse allora il Signore: "Queste anime, spinte dalla riconoscenza, non mi lasciano farla passare per il Purgatorio ordinario, però bisogna pure che ella sia purificata delle sue colpe di disobbedienza e di suo proprio giudizio".
Al fine di eccitare lo zelo di S. Geltrude in favore delle anime del Purgatorio, il Signore le disse: "Supponi un Re che ritenesse in prigione alcuni dei suoi più grandi amici e che li rimetterebbe volentieri in libertà se la giustizia non glielo impedisse; spinto dal desiderio della loro liberazione e, vedendo che da se stessi non possono contribuirvi, supponi che questo Re accettasse con gioia che qualcuno pagasse, con oro o argento o in altro modo, ciò che fosse necessario per il saldo del loro debito. Ebbene: in questo modo io accetto tutto ciò che mi vien offerto per la liberazione delle anime che riscattai col mio prezioso Sangue; allora io ho l'occasione di liberarle dalle loro pene e di condurle alle gioie che son loro preparate da tutta l'eternità". Chiese poi Geltrude: "Quanto Vi è gradita, o Signore, la pratica devota della recita del Salterio in uso qui?" Egli rispose: "Essa mi è così accetta come se, coi loro denaro, riscattassero me stesso dalla schiavitù, ogni volta che un'anima è liberata dalle loro preghiere. E certissimamente io ciò glielo contraccambierò a tempo opportuno nella misura che comporta la Onnipotenza della Mia liberale Bontà".
(tantissimo altro su: Purgatorio)
Un religioso francescano apparve ad un confratello lamentandosi perchè da molto tempo più non lo suffragava. Si scusò questi dicendo che lo pensava in Cielo da molto tempo. Un grido lamentevole diede allora il defunto e disse tre volte: Nessun può credere, nessun può credere, nessun può credere quanto minuzioso sia il Giudizio di Dio e quanto severa la punizione della Sua Giustizia.
Un religioso francescano comparve a un domenicano dicendogli: Niente vi è sulla terra che possa dare un'idea delle mie pene! - E per dargliene una prova stese la mano su una tavola che tosto andò come in fiamme e vi rimase fonda la impronta carbonizzata.
Un domenicano polacco vide un dì, mentre pregava per i defunti, un'anima purgante che era come un carbone in mezzo ad una fornace ardente. Il religioso la interrogò se quel fuoco del Purgatorio era più penetrante che quello della terra. Quell'anima rispose: Ahimè! tutto il fuoco della terra, paragonato a quello del Purgatorio, è come un soffio-d'aria freschissima! - Riprese a dire il religioso: Vorrei farne una prova, a patto che ciò giovasse a farmi scontare un po' del Purgatorio che mi toccherà fare. - Ma l'anima replicò: Nessun mortale potrebbe sopportarne la minima parte, senza morire all'istante, se Dio non lo sostiene. Se vuoi convincerti, stendi la mano. - Senza temere il religioso stese la mano e l'anima del Purgatorio vi lasciò cader sopra una sola goccia del suo sudore. Subito il religioso stramazzò al suolo con grida acute di spasimo. La goccia gli aveva forata la mano lasciandovi una gran piaga profonda. Una anno intero penò fra spasimi tremendi causa quella piaga e poi morì, mentre quel fatto, divenuto notorio, rianimò il fervore di tutti i monasteri di quelle contrade.
II ven. Bernardino da Busto racconta che un suo fratellino morto a otto anni, dovette scontare in Purgatorio le mancanze di devozione nelle sue preghiere del mattino e della sera. E il venerabile lo sentì spesso recitarle con gran fervore proprio lì dove da vivo le aveva dette con distrazione.
Un santo religioso seppe dal suo Angelo Custode che doveva presto morire e rimaner in Purgatorio solo finchè gli avessero detta una santa Messa di suffragio. Egli allora se la fece prometter da un Confratello. E quando preso dopo quel religioso morì, subito corse a celebrare per lui. Dopo Messa in sacrestia gli apparve il defunto raggiante di gioia che andava in Cielo, ma gli mosse un dolce lamento chè lo aveva lasciato un anno in Purgatorio prima di dirgli la Messa che gli aveva promesso. - Ti inganni, riprese egli, appena spirato eri e io venni tosto a celebrare per te. II tuo corpo morto è ancor caldo - Ohimè! - disse allora il defunto - come son spaventevoli le pene del Purgatorio! Un'ora sola mi è parsa un anno!
Il gran Papa Innocenzo terzo famoso per opere di zelo meraviglioso, apparve a santa Lutgarda dopo morto, e di tra le fiamme le annunciò che il suo purgatorio doveva durare fino al giorno del Giudizio. San Bellarmino diceva di rabbrividire pensando a ciò e diceva che se a un santo Pontefice toccava questo, cosa sarebbe toccato agli altri?
Nel Libro del Rossignoli "Meraviglie sul Purgatorio" si legge che un pittore aveva in gioventù dipinto un quadro con delle nudità; ma se ne pentì e per riparare dipinse da allora in poi sempre devote immagini sacre, e l'ultimo quadro fu un gran lavoro che donò alla Chiesa dei Carmelitani che frequentava, affinchè lo suffragassero con Messe dopo la morte. Qualche dì dopo la morte egli apparve a uno di quei religiosi scongiurandolo di recarsi da quella persona che gli aveva commissionato quel quadro osceno, e gli dicesse che lo distruggesse subito, e gli annunciasse anche che Dio gli avrebbe tolto con morte prematura i due figli che aveva, causa del peccato commesso. II quadro fu tosto bruciato, e anche la predizione si avverò.
Santa Margherita Maria Alacoque, mentre pregava per tre anime del Purgatorio, si sentì chieder da Gesù quale volesse ella per prima liberare. La santa rispose che facesse il Salvatore quanto era di Sua maggior gloria. Ed egli liberò allora quella anima che era di una persona secolare, mentre le altre due eran di persone religiose; e aggiunse che a Lui ispiravano ben poca compassione le persone religiose penanti in Purgatorio, perchè in vita avevano avuto tanti mezzi per raggiungere il Cielo direttamente, e per propria colpa non lo avevano fatto.
La stessa Santa si vide apparire una consorella defunta che le domandava aiuto e deplorava di essersi in vita fatta dispensar con troppa facilità da certi esercizi della vita religiosa.
S. Luigi Bertrando vide apparirgli un religioso circondato di fiamme che lo supplicò a perdonargli una parola pungente dettagli molti anni prima. Quella sola parola gli aveva fatto fare Purgatorio. E chiese una santa Messa per esser liberato.
Una santa Religiosa vide in Purgatorio un povero prete le cui dita erano rose e divorate da ulcere schifosissime, perchè in vita aveva fatto il segno di Croce senza la dovuta devozione.
Il famoso padre Nieremberg della Compagnia di Gesù, tanto devoto delle anime purganti, mentre a Madrid una notte pregava per esse, si vide comparirgli un confratello, il quale, per aver talora parlato del prossimo con poca carità, aveva la lingua di continuo bruciata da un ferro rovente. Ed era stata la sua devozione alla Madonna che gli aveva ottenuto di apparir per chiedere aiuto.
Un abate benedettino fu condannato ad acerbo purgatorio perchè era stato di uno zelo troppo austero con i suoi monaci, che lui voleva tutti santi e perfetti insistendo con eccessiva severità. E comparve a Santa Lutgarda, sua penitente in vita, chiedendo aiuto. E la santa si flagellò e pregò e fece gran penitenze per lui. Ma con tutto ciò per molto tempo non riuscì a liberarlo. Solo quando ella offrì infine se stessa come vittima di espiazione, solo allora il monaco fu liberato e le annunciò che ben undici anni ancora avrebbe egli dovuto star in Purgatorio se ella non l'avesse aiutato.
Il beato Stefano, francescano, che soleva passar ogni notte lunghe ore davanti al SS. Sacramento, vide una volta seduto in coro un religioso incapucciato e gli chiese chi era. "Sono un religioso di questo monastero - rispose egli - condannato dalla Divina Giustizia a fare qui il mio Purgatorio per le imperfezioni commesse qui nella recita del Divino Uffizio". Il beato Stefano allora cominciò a pregar per lui e vide che ne aveva molto sollievo, e per molte notti avvenne questo, finchè una volta, dopo la recita del De profundis con gran gioia egli partì, chè la prova era finita.
Narra santa Margherita M. Alacoque: "Una volta vidi in visione una religiosa morta da un pezzo, e mi disse che soffriva tantissimo in Purgatorio, e per di più da un po' di tempo la Giustizia di Dio le aveva inflitto una pena incomparabile: la vista cioè di una sua parente precipitata nell'inferno. Dopo tal visione avuta in sogno mi svegliai ma così afflitta e con tali pene, da parermi che quell'anima mi avesse impresso le sue; e il corpo lo sentivo così rotto che potevo appena muoverlo. Io ne facevo poco conto di quel che credevo un sogno, ma quell'anima mi forzò a pensar ad essa, pressandomi così fortemente, che proprio non mi dava riposo, dicendomi di continuo: Pregate il Signore per me! OffriteGli i vostri patimenti, uniti a quelli di Gesù Cristo, per sollevare i miei. Datemi il merito di tutto quello che farete fino al primo venerdì di maggio, in cui vi comunicherete per me. E io feci così, col permesso della mia Superiora. Ma la mia pena aumentò tanto; che mi opprimeva senza lasciarmi prender alcun sollievo. La Superiora perciò mi fece andare a letto a prendere un po' di riposo. Ma appena vi fui, vidi l'infelice accanto a me che mi diceva: Eccoti nel tuo letto ben comoda! guarda me invece coricata in un letto di fiamme; ove soffro mali intollerabili! - E mi dava a vedere quell'orribile letto, che mi fa fremere ogni volta che ci penso. Infatti la parte di sopra di esso era formata di punte acute, tutte infuocate, che le entravano nelle carni; e mi diceva che ciò era per cagione della sua pigrizia e negligenza avuta nella osservanza delle regole, e per le sue infedeltà verso Dio... "Mi straziano il cuore con pettini di ferro ardenti - diceva poi - e questo è il mio più crudele dolore: e questo è a punizione dei pensieri di mormorazione e di disapprovazione, in cui mi sono trattenuta contro i miei Superiori. La mia lingua è mangiata da vermi, e ciò in punizione delle mie parole contro la carità; e per i mancamenti all'osservanza del silenzio, ecco, vedi la mia bocca interamente ulcerata da piaghe! Ah, vorrei bene che tutte le anime consacrate a Dio mi vedessero in questi terribili tormenti! Se potessi far loro sentire la grandezza delle mie pene e quelle preparate a tutti coloro che vivono negligentemente nella loro vocazione, oh, senza dubbio esse camminerebbero con un ardore ben diverso nell'esatta osservanza delle loro regole, e si guarderebbero bene dal cadere nei difetti che ora fan me tanto soffrire! - Tutto ciò mi eccitava al pianto, e le monache, credendo che io avessi male, mi volevan dare dei rimedi, ma allora quell'anima mi disse: - Si pensa bene a sollevare i tuoi mali; nessuno invece pensava sollevare i miei! Ohimè! Eppure un giorno di esatto silenzio di tutto il Monastero guarirebbe la mia bocca ulcerata! Un altro giorno passato nelle pratiche della carità, senza commettere alcun fallo, medicherebbe la mia lingua piagata! Un terzo giorno passato senza fare la minima mormorazione nè critica contro il prossimo, guarirebbe il mio cuore straziato!" - Quell'anima, dopo che le fu applicata la Comunione ch'io feci per lei, mi disse che i suoi orribili tormenti erano ben diminuiti, anche perchè aveva avuto la applicazione di una Messa in onore della Passione; ma aggiunse che doveva però rimanere ancora a lungo nel Purgatorio, e patirvi le pene riserbate alle anime negligenti nel servizio di Dio. Così scrisse la Santa.
Il di lei Padre spirituale, il beato Claudio de la Colombiere, gesuita, dovette stare in Purgatorio fino al momento della sepoltura del suo corpo, e ciò per qualche negligenza sua nel fare atti di amor a Dio.
Santa Geltrude vide un giorno il demonio che con gran cura raccoglieva i fiocchi di lana che le suore del Monastero lasciavan cadere nel filare; e comprese che sarebbero stati tutti presenti al tribunale di Dio, come difetti contro la povertà da espiare in Purgatorio.
Sant'Alfonso racconta che un monaco non teneva conto dei pezzetti di pane avanzato a mensa e in morte si vide venirgli innanzi il diavolo con un sacco che li conteneva tutti e disse: Ci rivedremo tra breve al Tribunale di Dio! Questi tozzi di pane saran tanti carboni ardenti nel tuo purgatorio!
Dal libro "Le Divine parole" di P. Augusto Saudreau O.P.
Nostro Signore fece conoscere a Margherita da Cortona che i di lei genitori eran usciti dal Purgatorio. "Rallegrati, figlia, le disse, perchè ora tua madre fu liberata dal Purgatorio ove stette dieci anni". Riguardo al padre della Santa, le disse: "Ti annuncio che tuo padre, per cui mi pregasti con tanta istanza, è uscito dal Purgatorio. Non aver inquietudine riguardo alla sua vita passata, che tu conosci; perchè le pene del Purgatorio son di varie specie, ed egli ha sofferto le più afflittive, perchè volevo liberarlo più presto purificandolo più terribilmente". - "Riguardo ai tre defunti per cui mi pregasti con insistenza, ti dirò che non sono dannati, contrariamente alla opinione di quelli che li giudicano. Però essi debbono sopportare supplizi così spaventosi, che, se non fossero visitati dagli angeli, si crederebbero dannati, tanto si trovano vicini a quelli che lo sono. Per questo i loro eredi dovrebbero celebrare un grande anniversario, contribuendo largamente alla costruzione del nuovo oratorio del B. Francesco, affinchè le lacrime che vi si verranno a versare mitighino le pene che quelli incorsero per l'ingiustizia del loro commercio. Per questo peccato la Mia Giustizia, esigerebbe ch'essi la subissero sin alla fin del mondo; nondimeno, in grazia delle tue preghiere, essi non vi resteranno che vent'anni. Compiuto questo tempo, la Madre Mia li libererà e li introdurrà nella eterna Gloria".
Pregava un dì suor Matilde per un curato che era morto di recente. Ella vide la sua anima rivestita di una grande dignità, però ancora in attesa della gloria del Cielo. Gli chiese il perchè di quella dignità, ed egli rispose: "Perchè amavo la solitudine e pregavo il Signore con gran rispetto". Domandò ancora Matilde: "E perchè non ve ne siete subito volato cogli angioli?" - Rispose egli allora: "La gloria che io devo ricevere perchè vissi puramente nello stato clericale è così grande che io non vi posso ancor pervenire".
Santa Brigida, pregava per un vecchio sacerdote eremita di gran virtù, la cui salma, già portata in chiesa, aspettava la sepoltura. La Santissima Vergine le apparve e le disse: "Sappi, figlia mia, che l'anima di questo eremita, amico mio, sarebbe entrata in Cielo subito dopo la sua morte, se avesse avuto nel morire un perfetto desiderio di vedere e possedere Iddio. Questo fa sì che egli sia or trattenuto nel Purgatorio di desiderio ove non vi è altra pena che il desiderare di giungere a Dio; ma prima che il suo corpo sia nella tomba, l'anima sua sarà in Cielo".
S. Brigida vide un Re che era in Purgatorio; alla sua sinistra stava un demonio e alla sua destra un angelo. Si fece udire la voce del Giudice che diceva: "Tu o demonio non puoi avere quest'anima, a motivo del suo splendore, e tu, o angelo, non la puoi toccare, a motivo della sua impurità. Il giudizio vuole che tu, demonio, la purifichi, e che tu, angelo, la consoli, finchè sia giunta alla gloria eterna. E a te, o anima, è permesso di guardare l'angelo e di prendere consolazione da lui. Tu parteciperai al Sangue di Gesù Cristo, alle preghiere della Madre Sua e della Chiesa". E la Santa vide il demonio torturare orribilmente quell'anima e rinfacciarle i suoi peccati, ma la anima sollevava gli occhi verso l'angelo, non dicendo nulla ma indicando col suo atteggiamento ch'ella era consolata da Lui e che presto ella sarebbe stata liberata dalle sue pene.
Santa Geltrude pregava per frate Ermanno, converso, morto di recente. Essendole stata mostrata quest'anima, che era in Purgatorio, ella le domandò: "Per quale motivo, per quale mancanza soffrite voi di più?" - ed egli: "Per la mia volontà propria: anche quando facevo del bene, preferivo farlo di mia testa anzichè seguire il parere altrui. Io ne soffro adesso una così gran pena che, se si riunissero tutte le pene che opprimono il cuore di tutti gli uomini, non vi sarebbe nulla di simile a quello che io soffro!" - Geltrude allora prese a recitare il Padre nostro per lui, e giunta essa alle parole "perdonateci i nostri debiti come noi li rimettiamo tali peccati" quella anima prese un'aria piena di ansietà e disse: "Quando ero nel mondo, peccai molto per non aver facilmente perdonato a quelli che avevano agito contro di me: serbavo per molto tempo un contegno serio con loro, e adesso, quando sento quelle parole, io soffro una vergogna intollerabile e piena di ansietà". Offrendosi per quest'anima il santo sacrifizio, parve che ella ne fosse meravigliosamente allietata e glorificata. Geltrude chiese allora al Signore: "Quest'anima ha ora soddisfatto a tutto ciò che doveva soffrire?" Rispose il Signore: "Ha soddisfatto di più di quel che potresti tu ed altri pensare, tuttavia non è talmente purificata da poter essere ammessa a godere la mia presenza. Ma la sua consolazione e il suo sollievo vanno ora sempre più crescendo a misura che si prega per lei. Nondimeno le vostre preghiere non possono soccorrerla tanto prontamente quanto invece lo farebbero se ella non avesse commesso in vita quella mancanza di mostrarsi dura e inesorabile e di non piegare la sua volontà a quella altrui, non volendo ammettere quello che essa non aveva nella volontà sua".
Apparve a santa Geltrude una defunta che aveva agli orecchi una dura cartilagine che bisognava raspare duramente con le unghie fino a che non fosse scomparsa. Ciò era in pena di avere essa ascoltato le mormorazioni e le maldicenze. Di più ella aveva la bocca internamente ricoperta d'una pelle spessa che le impediva di gustare le dolcezze divine; e questo ella lo soffriva per aver detto qualche maldicenza. Intorno alla qual cosa Geltrude ricevette dal Signore questa istruzione: "Se quest'anima, che si era resa di ciò colpevole per semplicità, e se ne era sovente pentita, aveva meritato tali castighi, quelli che commettono la medesima colpa con persistenza soffrono assai di più; per loro quella pelle è guarnita di piccole punte che li pungono dalla lingua al palato e dal palato alla lingua, li lacerano dolorosamente e producono una detestabile marcia".
Suor Matilde pregava per l'anima di una persona che era stata uccisa, come viveva, nel peccato. Nostro Signore disse alla Sua Serva: "Sette anni di digiuni, e sette quarantene non sarebbero che una goccia d'acqua in un gran fuoco. Costui starà trent'anni senza nulla ottenere da me, perchè per un orgoglio insensato, egli ha perduta la vita trent'anni prima del termine che gli era stato assegnato; bisogna che egli mi paghi codesti anni nelle pene!" Chiese allora Matilde: "E come si salvò egli?" Gesù rispose: "Quando egli udiva la mia parola, era commosso e sospirava; io lo ricompensai permettendo che nei suoi ultimi momenti sospirasse pe' suoi peccati.
Santa Veronica Giuliani parla nel suo Diario di "anime scordate" alle quali il Signore non applica, per un certo tempo nè le preghiere della Chiesa nè quei suffragi che per loro fan parenti o amici. Anche santa Geltrude aveva saputo che quando un'anima è in Purgatorio per avere commesso certe colpe numerose e gravissime, ella non può essere aiutata dai suffragi comuni della Chiesa, e per un tempo fissato dalla Giustizia di Dio ella non riceve quella continua rugiada, quel balsamo pieno di soavità, quella rinfrescante bevanda. La Santa aveva ottenuto che un'anima che le si raccomandava e che era in tal condizione, fosse subito liberata da tale ostacolo. Ella Chiese al Signore con quali travagli e con quali preci si poteva ottener a queste anime sì disgraziate siffatta grazia; e Gesù rispose: "Tu non puoi fare alcun lavoro, nè alcuna preghiera che possa recare all'anima sì potente soccorso, perchè ciò non può ottenersi tutto ad un tratto se non per effetto di un amore simile a quello che hai provato or ora. Ebbene: questo è un favore che non si può avere, salvo che io non lo dia. Parimenti un tal soccorso non può essere accordato ad un'anima dopo la morte, salvo che ella non lo abbia meritato, per una grazia speciale, in questa vita. Sappi però che una tal pena può essere, a lungo andare, sollevata mediante preci e buone opere compiute con fedeltà dagli amici di questa anima. Questo tempo è più o meno lungo, a seconda che i suoi amici vi mettano per lei più devozione e più amore, e anche secondo quant'ella meritò ciò durante la vita".
Maria Giuseppa Kumi, in un tempo in cui era in preda a prove spaventevoli, udì queste superne parole: "L'uomo deve piuttosto desiderare di restar sopra la terra con tutte le calamità, al fine di purificarvisi, anzichè passare un sol giorno nelle fiamme del Purgatorio".
Essendo morta nel Monastero di Hefta una novizia ferventissima, santa Geltrude la vide come una vergine che andava a presentarsi al suo sposo, e il Signore presso di lei, che per virtù delle sue cinque Piaghe dava a quell'anima gioie dolcissime e la consolava con ogni sorta di carezze. Nondimeno la defunta appariva triste, e se ne meravigliava Geltrude. Ma il Signore le disse: - Or ella dalla mia presenza non riceve che le dolcezze della mia Umanità, che non possono pienamente consolarla. Con ciò io la ricompenso della devozione ch'ella ebbe per la mia Passione nei suoi ultimi momenti; ma quando ella sarà poi pienamente purificata delle negligenze della sua vita passata, allora godrà della presenza della mia Divinità e la gioia che ne riceverà, la consolerà senza riserva". Chiese poi Geltrude: "Come mai le negligenze della sua vita passata non furono tutte riparate dalla devozione che ella manifestò negli ultimi istanti?"' Gesù rispose: "Quando un uomo giunge all'estremo per la perdita delle sue forze, il suo mondo ordinario di vivere continua in certo qual modo sino alla fine, perchè egli non ha più la forza, ma solo la volontà. Se per un effetto della mia gratuita Bontà, io gli do allora una buona volontà, un desiderio pio, egli ne ha ben il profitto, ma però non a tal punto da cancellare tutte le macchie delle negligenze passate, come avrebbe potuto verificarsi se nella pienezza della sua salute e delle sue forze egli avesse posta tutta la sua buona volontà per riformarsi". Chiese poi la Santa: "La vostra così tenera misericordia, o Signore, non potrebbe assolvere da tutte le sue negligenze quest'anima, a cui fin dalla sua infanzia Voi avevate dato un cuore affettuoso per tutti e una carità così benevola?" Rispose il Signore: "Io ricompenserò con sovrabbondanza l'affetto del suo cuore e la sua carità grande, però in forza della Mia Giustizia è dopo che sia cancellata ogni minima macchia di negligenza!" E il Signore, facendo una carezza alla novizia, aggiunse: "Questa mia sposa è su questo punto perfettamente d'accordo colla Mia Giustizia. E allorchè essa sarà purificata, la gloria della Mia Divinità saprà ben ricompensarla!"
Francesca della Madre di Dio pregava intensamente per una suora del suo convento, che ella vedeva soffrire in Purgatorio. Nostro Signore le fece vedere che aveva una cura speciale della sua liberazione, ispirando a molte persone di recitar preghiere e far buone opere per lei. E stimolava Francesca perchè pur lei facesse per la defunta lunghe discipline e portasse il cilizio. E le disse: "Io sono fedele; e siccome ella ebbe cura di onorarmi durante la sua vita, così io adesso ho cura di lei". Il dì seguente aggiunse: "Mi si offra tutto quello che si desidera fare per lei e io lo riceverò e glielo applicherò come se fosse compiuto di fatto". Qualche tempo dopo, alle replicate istanze di Francesca, Nostro Signore disse: "Io sono santo e la mia santità non può soffrire alcuna impurità. Io ho maggior desiderio di liberarla che non ne abbiate voi e lei stessa; ma bisogna che si compia la mia ordinazione. Io eccito a pregare per lei. E Francesca vedeva questo divin Salvatore come un gran Re che distribuisce ed applica tutti i suoi propri meriti e le opere buone che si fanno per ciascuna delle anime purganti secondo la fedeltà che Gli prestarono quando erano sulla terra. Vedeva altresì che Nostro Signore ha un così grande amore per quelle povere anime che, quando si prega per loro, ciò gli procura una singolare contentezza.
Venne a morire una persona che durante la sua vita aveva pregato molto per le anime del Purgatorio, ma che per fragilità umana era stata negligente nell'obbedienza, preferendo a questa virtù le austerità. S. Geltrude la vide fregiata di vari ornamenti, ma con un carico di pietre così pesante che ci vollero parecchie persone per condurla davanti al Signore. Quelle conduttrici - fu detto alla Santa - erano le anime che ella aveva liberato dal Purgatorio; quegli ornamenti erano le preghiere che aveva fatto per esse; e le pietre così pesanti eran le sue colpe di disobbedienza. Disse allora il Signore: "Queste anime, spinte dalla riconoscenza, non mi lasciano farla passare per il Purgatorio ordinario, però bisogna pure che ella sia purificata delle sue colpe di disobbedienza e di suo proprio giudizio".
Al fine di eccitare lo zelo di S. Geltrude in favore delle anime del Purgatorio, il Signore le disse: "Supponi un Re che ritenesse in prigione alcuni dei suoi più grandi amici e che li rimetterebbe volentieri in libertà se la giustizia non glielo impedisse; spinto dal desiderio della loro liberazione e, vedendo che da se stessi non possono contribuirvi, supponi che questo Re accettasse con gioia che qualcuno pagasse, con oro o argento o in altro modo, ciò che fosse necessario per il saldo del loro debito. Ebbene: in questo modo io accetto tutto ciò che mi vien offerto per la liberazione delle anime che riscattai col mio prezioso Sangue; allora io ho l'occasione di liberarle dalle loro pene e di condurle alle gioie che son loro preparate da tutta l'eternità". Chiese poi Geltrude: "Quanto Vi è gradita, o Signore, la pratica devota della recita del Salterio in uso qui?" Egli rispose: "Essa mi è così accetta come se, coi loro denaro, riscattassero me stesso dalla schiavitù, ogni volta che un'anima è liberata dalle loro preghiere. E certissimamente io ciò glielo contraccambierò a tempo opportuno nella misura che comporta la Onnipotenza della Mia liberale Bontà".
(tantissimo altro su: Purgatorio)
MESSAGGIO DI DIO PADRE ALL'UMANITÀ (ora è sotto esame da parte della Chiesa)
Il Padre, tramite Suor Elisabetta Ravasio, ha mandato nel 1932 un messaggio a tutto il mondo per invitare ancora l'umanità a venire a Lui, a fidarsi di Lui, a vederlo sempre come un genitore che vuole tutto il nostro bene. Vorrebbe anche che diventasse realtà il suo sogno di Creatore: che da tutti gli uomini, suoi figli, sia amato, conosciuto e onorato.
Chiede che si aggiunga nel calendario una festa dedicata a Lui nel mese di Agosto; o la prima Domenica di questo mese, o il 7 dello stesso. In più dona a noi un'immagine dipinta di se stesso che chiede si trovi in ogni luogo affinché lo sentiamo più vicino alla nostra vita.
Rigurado l'immagine del Padre, ve ne parlo nel post sotto a questo mentre, riguardo il Messaggio c'è da dire che è molto lungo (preparatevi a leggere un pò!) ma molto bello; ripete spesso le stesse cose, esattamente come è solita la Vergine Santissima, come farebbe un normale genitore che vuole aiutare i propri figli. Il Messaggio è diviso in due parti; poiché è estremamente lungo, vi rimando ai link delle due pagine del mio blog:
* Messaggio uno
* Messaggio due
Buona lettura!
(il messaggio in altre lingue: In 11 lingue da: Il Messaggio del Padre)
Chiede che si aggiunga nel calendario una festa dedicata a Lui nel mese di Agosto; o la prima Domenica di questo mese, o il 7 dello stesso. In più dona a noi un'immagine dipinta di se stesso che chiede si trovi in ogni luogo affinché lo sentiamo più vicino alla nostra vita.
Rigurado l'immagine del Padre, ve ne parlo nel post sotto a questo mentre, riguardo il Messaggio c'è da dire che è molto lungo (preparatevi a leggere un pò!) ma molto bello; ripete spesso le stesse cose, esattamente come è solita la Vergine Santissima, come farebbe un normale genitore che vuole aiutare i propri figli. Il Messaggio è diviso in due parti; poiché è estremamente lungo, vi rimando ai link delle due pagine del mio blog:
* Messaggio uno
* Messaggio due
Buona lettura!
(il messaggio in altre lingue: In 11 lingue da: Il Messaggio del Padre)
L'IMMAGINE DI DIO PADRE (ora è sotto esame da parte della Chiesa)
Nel Messaggio dato a madre Eugenia Elisabetta Ravasio, riconosciuto valido dalla Chiesa, il Padre fa alcune richieste al Papa e alle Autorità ecclesiastiche. La terza di queste richieste è che si realizzi una Sua immagine da diffondere come segno della sua presenza.
Riportiamo le parole del messaggio: “Desidero che il clero mi faccia entrare in tutte le famiglie, negli ospedali, anche nei laboratori ed officine, nelle caserme, nelle sale dove i ministri delle nazioni prendono decisioni, infine dovunque si trovino le mie creature, anche se ce ne fosse soltanto una! Che il segno tangibile della mia invisibile presenza sia una immagine che mostri che Io sono realmente là, presente. Così tutti gli uomini faranno tutte le loro azioni sotto lo sguardo del loro Padre e Io stesso avrò sotto i miei occhi la creatura che ho adottato dopo averla creata, così tutti i miei figli saranno come sotto lo sguardo del loro tenero Padre. Indubbiamente anche adesso sono dovunque, ma vorrei essere rappresentato in una maniera sensibile!”
Madre Eugenia incaricò un valido pittore di dipingere il Padre così come lei lo aveva visto: capelli neri e lunghi, occhi scuri, senza barba, con lo scettro e la corona ai piedi. Il fatto che non avesse la barba trovò irriducibile opposizione negli ambienti ecclesiastici e fu motivo di grandi amarezze per la Madre Eugenia che dovette infine ordinare al pittore di ritoccare il volto aggiungendo una folta barba nera. Solo allora fu permessa la divulgazione dell’immagine.
I censori furono messi fuori pista dalla tradizione pittorica europea che ha sempre rappresentato il Padre con la “barba” correlandola al concetto umano della virilità; e “anziano” in riferimento al Figlio che, sempre secondo uno schema umano, dovrebbe essere più giovane del Padre. Ma non hanno tenuto conto di due fattori: la barba è segno dell’umanità e l’anzianità non può riguardare le tre Persone divine che sono coeternamente giovani.
Gli iconografi orientali raffigurano infatti le Persone divine senza barba e giovani, valga per tutti l’esempio della Trinità del Rublev. Che fine ha fatto la tela fatta dipingere da Madre Eugenia? In un primo tempo fu collocata sull’altare di una chiesa di Grenoble; fu poi fatta scomparire quando iniziò la tremenda persecuzione contro Madre Eugenia che portò alla distruzione dei suoi scritti e di tutte le copie dell’immagine del Padre che lei aveva fatto riprodurre e diffondere. Abbiamo fatto delle ricerche in Francia, ma tutto quello che abbiamo potuto trovare è l’immagine di una vecchia stampa, poco nitida, che abbiamo posto in prima di copertina del Messaggio del Padre.
(da armatabianca)
PS: Per questo tremendo errore della Chiesa, mi sono presa la libertà di "ritoccare" l'immagine, togliendo quella finta barba da Dio Padre. Nell'immagine allegata vedete appunto il mio intervento.
- Elisabetta -
Riportiamo le parole del messaggio: “Desidero che il clero mi faccia entrare in tutte le famiglie, negli ospedali, anche nei laboratori ed officine, nelle caserme, nelle sale dove i ministri delle nazioni prendono decisioni, infine dovunque si trovino le mie creature, anche se ce ne fosse soltanto una! Che il segno tangibile della mia invisibile presenza sia una immagine che mostri che Io sono realmente là, presente. Così tutti gli uomini faranno tutte le loro azioni sotto lo sguardo del loro Padre e Io stesso avrò sotto i miei occhi la creatura che ho adottato dopo averla creata, così tutti i miei figli saranno come sotto lo sguardo del loro tenero Padre. Indubbiamente anche adesso sono dovunque, ma vorrei essere rappresentato in una maniera sensibile!”
Madre Eugenia incaricò un valido pittore di dipingere il Padre così come lei lo aveva visto: capelli neri e lunghi, occhi scuri, senza barba, con lo scettro e la corona ai piedi. Il fatto che non avesse la barba trovò irriducibile opposizione negli ambienti ecclesiastici e fu motivo di grandi amarezze per la Madre Eugenia che dovette infine ordinare al pittore di ritoccare il volto aggiungendo una folta barba nera. Solo allora fu permessa la divulgazione dell’immagine.
I censori furono messi fuori pista dalla tradizione pittorica europea che ha sempre rappresentato il Padre con la “barba” correlandola al concetto umano della virilità; e “anziano” in riferimento al Figlio che, sempre secondo uno schema umano, dovrebbe essere più giovane del Padre. Ma non hanno tenuto conto di due fattori: la barba è segno dell’umanità e l’anzianità non può riguardare le tre Persone divine che sono coeternamente giovani.
Gli iconografi orientali raffigurano infatti le Persone divine senza barba e giovani, valga per tutti l’esempio della Trinità del Rublev. Che fine ha fatto la tela fatta dipingere da Madre Eugenia? In un primo tempo fu collocata sull’altare di una chiesa di Grenoble; fu poi fatta scomparire quando iniziò la tremenda persecuzione contro Madre Eugenia che portò alla distruzione dei suoi scritti e di tutte le copie dell’immagine del Padre che lei aveva fatto riprodurre e diffondere. Abbiamo fatto delle ricerche in Francia, ma tutto quello che abbiamo potuto trovare è l’immagine di una vecchia stampa, poco nitida, che abbiamo posto in prima di copertina del Messaggio del Padre.
(da armatabianca)
PS: Per questo tremendo errore della Chiesa, mi sono presa la libertà di "ritoccare" l'immagine, togliendo quella finta barba da Dio Padre. Nell'immagine allegata vedete appunto il mio intervento.
- Elisabetta -
MESSAGGIO DI GESU’ A TUTTE LE ANIME
Tratto dai messaggi dati dal Signore alla Ven. Josefa Menendez contenuti nell’opera.
“Non per te io parlo, ma per tutti quelli che leggeranno le mie parole..Le mie parole saranno luce e vita per un numero incalcolabile di anime. Tutte verranno stampate, lette e predicate, e darò loro una grazia speciale affinché illuminino e trasforminino le anime ...il mondo ignora la misericordia del mio Cuore! Voglio servirmi di te per farla conoscere. Tu trasmetterai alle anime le mie parole..il mio Cuore trova la sua consolazione nel perdonare.. gli uomini ignorano la misericordia e la bontà di questo Cuore, ecco il mio maggior dolore.
Voglio che il mondo sia salvo, che la Pace e l’unione regnino tra gli uomini. Voglio regnare e regnerò mediante la riparazione delle anime e una nuova conoscenza della mia Bontà, della mia Misericordia e del mio Amore.”
Parole di Nostro Signore a suor Josefa Menendez
IL MONDO ASCOLTI E LEGGA
"Voglio che il mondo conosca il mio Cuore. Voglio che gli uomini conoscano il mio Amore. Lo sanno gli uomini quello che ho fatto per loro? Sappiano che invano cercano la felicità fuori di Me: non la troveranno...
Il mio invito lo rivolgo a tutti: alle anime consacrate e ai laici, ai giusti e ai peccatori, ai dotti e agli ignoranti, a chi comanda e a chi obbedisce. A tutti lo dico: se volete la felicità, Io sono la Felicità. Se cercate la ricchezza, lo sono la Ricchezza senza fine. Se desiderate la pace, Io sono la Pace... Io sono la Misericordia e l'Amore. Voglio essere il vostro Re.
Voglio che il mio Amore sia il sole che illumina e il calore che riscalda le anime. Perciò desidero che si facciano conoscere le mie parole. Voglio che il mondo intero sappia che Io sono un Dio di Amore, di perdono, di misericordia. Voglio che il mondo intero legga il mio desiderio ardente di perdonare e di salvare, che i più miserabili non temano... che i più colpevoli non fuggano lontano da Me ... che tutti vengano. Li aspetto come un Padre, con le braccia aperte per dar loro la vita e la vera felicità.
Il mondo ascolti e legga queste parole:
Un padre aveva un unico figlio. Potenti, ricchi, circondati di gran numero di servi, di tutto quello che fa il decoro e l'agiatezza e la comodità della vita, nulla mancava loro per essere felici. Il padre bastava al figlio, il figlio al padre, e tutti e due trovavano l'uno nell'altro piena felicità, mentre i loro cuori generosi si volgevano con delicata carità verso le miserie altrui.
Un giorno accadde però che uno dei servi di quell'ottimo padrone si ammalò. La malattia si aggravò tanto che, per sottrarlo alla morte, occorrevano cure assidue ed energici rimedi. Ma il servo dimorava a casa sua, povero e solo.
Che fare per lui?... Abbandonarlo e lasciarlo morire?... Il padrone buono non può risolversi a questo pensiero. Mandargli uno degli altri servi?... Ma il suo cuore potrà riposare in pace su cure prestate più per interesse che per affetto?
Pieno di compassione, chiama il figlio e gli confida le sue ansietà; gli espone le condizioni di quel poveretto sul punto di morire. Aggiunge che solo assidue ed amorevoli cure potrebbero rendergli la salute e assicurargli lunga vita.
Il figlio, il cui cuore batte all'unisono con quello del padre, si offre, se tale è la sua volontà, a curarlo egli stesso con tutta vigilanza non risparmiando né pene, né fatiche, né veglie, fino a riportarlo in salute. Il padre acconsente; fa il sacrificio della dolce compagnia di questo figlio, che sottraendosi alla tenerezza paterna, si costituisce servo e discende alla casa di colui, che in realtà, è servo suo.
Trascorre così vari mesi al capezzale dell'infermo, vegliandolo con delicata attenzione, prodigandogli mille cure e provvedendo non soltanto a ciò che richiede la sua guarigione, ma anche al suo benessere, finché non giunge a rendergli le forze.
Il servo, allora, pieno di ammirazione alla vista. di ciò che ha fatto per lui il suo padrone, gli domanda come potrà esprimere la sua riconoscenza e corrispondere a così meravigliosa e insigne carità.
Il figlio gli consiglia di presentarsi al padre, e, guarito com'è, offrirsi a lui per essere il più fedele dei suoi servi, in cambio della sua grande liberalità.
Quell'uomo allora si presenta al padrone e nella convinzione di ciò che gli deve, esalta la sua carità e, meglio ancora, si offre a servirlo senza alcun interesse, poichè non ha bisogno di essere pagato come un servitore, essendo stato trattato ed amato come un figlio.
Questa parabola non è che una debole immagine del mio amore per gli uomini e della risposta che aspetto da essi. La spiegherò gradatamente affinché tutti conoscano il mio Cuore ».
La creazione e il peccato
« Dio creò l'uomo per amore. Lo collocò sulla terra in condizioni tali che niente potesse mancare quaggiù alla sua felicità, mentre aspettava l'eterna. Ma per avervi diritto, doveva osservare la legge dolce e sapiente imposta dal Creatore.
L'uomo, infedele a questa legge, cadde gravemente malato: commise il primo peccato. " L'uomo ", cioè il padre e la madre, il ceppo del genere umano. Tutta la posterità fu macchiata dalla sua bruttura. In lui l'umanità intera perdette il diritto alla felicità perfetta che Dio gli aveva promesso e dovette, d'allora in poi, penare, soffrire, morire.
Ora Dio nella sua beatitudine non ha bisogno né dell'uomo né dei suoi servizi; basta a se stesso. La sua gloria è infinita e niente la può diminuire.
Tuttavia, infinitamente potente, e anche infinitamente buono, lascerà soffrire e morire l'uomo creato per amore? Al contrario, gli darà una nuova prova di questo amore e, di fronte ad un male così estremo, applicherà un rimedio di valore infinito. Una delle Tre Persone della SS. Trinità prenderà l'umana natura e riparerà divinamente il male causato dal peccato.
Il Padre dà il suo Figlio, il Figlio sacrifica la sua gloria scendendo in terra non in qualità di signore, di ricco o di potente, ma nella condizione di servo, di povero, di bambino.
La vita ch'Egli condusse in terra, la conoscete tutti ».
La Redenzione
« Sapete come dal primo momento della mia Incarnazione, mi sottomisi a tutte le miserie della natura umana.
Bambino, soffrii il freddo, la fame, la povertà e le persecuzioni. Nella mia vita di operaio fui spesso umiliato, disprezzato come il figlio d'un povero falegname. Quante volte il mio padre adottivo ed io, dopo aver portato il peso d'una lunga giornata di lavoro, ci trovavamo alla sera ad aver guadagnato appena quanto bastava ai bisogni della famiglia!... E così sono vissuto per trent'anni!
Allora abbandonai la dolce compagnia di mia Madre, mi consacrai a far conoscere il mio Padre celeste insegnando a tutti che Dio è carità.
Sono passato facendo il bene ai corpi e alle anime; ai malati ho dato la salute, ai morti la vita, alle anime ho reso la libertà perduta col peccato, ho loro aperto le porte della vera ed eterna patria. « Venne poi l'ora in cui, per acquistare la loro salvezza, il Figlio di Dio volle dare la sua stessa vita. « E in quale modo morì?... circondato da amici?... acclamato come un benefattore?... Anime carissime, voi sapete bene che il Figlio di Dio non ha voluto morire così; Egli che non aveva sparso altro che amore, fu vittima dell'odio... Egli che aveva portato la pace al mondo, fu oggetto di crudeltà accanita. Egli che aveva reso la libertà agli uomini, fu imprigionato, legato, maltrattato, calunniato e morì infine su una croce, tra due ladroni, disprezzato, abbandonato, povero e spogliato di tutto.
Così s'immolò per salvare gli uomini... così compì l'Opera per la quale aveva lasciato la gloria del Padre suo; l'uomo era malato e il Figlio di Dio scese verso di lui. Non soltanto gli rese la vita, ma gli acquistò la forza e i meriti necessari per procurarsi quaggiù il tesoro dell'eterna felicità.
Come ha risposto l'uomo a tale favore? Si è offerto come il buon servitore al servizio del Maestro Divino senza altro interesse che quello di Dio.
Qui bisogna distinguere le differenti risposte dell'uomo al suo Dio ».
Le risposte degli uomini
« Alcuni Mi hanno veramente conosciuto e, spinti dall'amore, hanno sentito accendersi in cuore il vivo desiderio di dedicarsi completamente e senza interesse al mio servizio, che è quello del Padre mio. « Gli hanno chiesto che cosa potrebbero fare di più grande per Lui e il Padre stesso ha loro risposto:- Lasciate la vostra casa, i beni, voi stessi e venite a Me, per fare ciò che vi dirò.
Altri si sono sentiti commuovere alla vista di ciò che il Figlio di Dio ha fatto per salvarli... Pieni di buona volontà si sono presentati a Lui, domandando come corrispondere alla sua bontà e lavorare per i suoi interessi, senza però abbandonare i propri. « A costoro il Padre mio ha risposto:
- Osservate la Legge che il Signore vostro Dio vi ha data. Osservate i miei Comandamenti senza sviarvi né a destra né a sinistra, vivete nella pace dei servi fedeli.
Altri, poi, hanno capito ben poco quanto Dio li ami. Tuttavia hanno un po' di buona volontà e vivono sotto la sua Legge, ma senza amore, per l'inclinazione naturale al bene, che la Grazia ha deposto nell'anima loro.
Questi non sono servi volontari, perché non si sono offerti agli ordini del loro Dio. Tuttavia, poiché in essi non c'è cattiva volontà, in molti casi basta loro un indizio, perché si prestino al suo servizio.
Altri poi si sottomettono a Dio più per interesse che per amore e nella stretta misura necessaria per la ricompensa finale, promessa a chi osserva la legge.
Con tutto ciò gli uomini si dedicano tutti al servizio del loro Dio? Non ce ne sono forse di quelli che, ignari del grande amore di cui sono oggetto, non corrispondono affatto a ciò che Gesù Cristo ha compiuto per essi?
Ahimé... Molti lo hanno conosciuto e disprezzato... Molti non sanno neppure chi sia!
A tutti dirò una parola di amore.
Parlerò dapprima a coloro che non mi conoscono, a voi figli carissimi, che fino dall'infanzia vivete lontani dal Padre. Venite. Vi dirò perché non lo conoscete; e quando comprenderete chi Egli sia, e quale cuore amante e tenero abbia per voi, non potrete resistere al suo amore.
Non accade spesso a coloro che crescono lontano dalla casa paterna di non provare alcun affetto per i genitori? Ma se un giorno sperimentano la dolcezza e la tenerezza del padre e della madre, non li amano forse più ancora di quelli che non hanno mai lasciato il focolare?
A quelli che non soltanto non mi amano, ma mi odiano e perseguitano, Io chiederò soltanto:
- Perché questo odio accanito?... Che cosa vi ho fatto, perché mi maltrattate? Molti non si sono mai fatta questa domanda, ed ora che lo stesso la rivolgo loro forse risponderanno: - Non lo so!
Ebbene, risponderò per voi.
Se dalla vostra infanzia non mi avete conosciuto, è perché nessuno vi ha insegnato a conoscermi. E mentre voi crescevate, le inclinazioni naturali, l'attrattiva per il piacere e per il godimento, il desiderio della ricchezza e della libertà, sono cresciuti in voi.
Poi, un giorno, avete inteso parlare di Me. Avete sentito dire che per vivere secondo la mia volontà, occorre amare e sopportare il prossimo, rispettare i suoi diritti e i suoi beni, sottomettere e incatenare la propria natura: insomma, vivere secondo una legge. E voi, che fin dai primi anni non siete vissuti che seguendo il capriccio della vostra volontà, e forse gli impulsi delle passioni, voi che non sapevate di quale legge si trattasse, avete protestato con forza: "Non voglio altra legge che me stesso, voglio godere ed essere libero ".
Ecco come avete incominciato ad odiarmi e a perseguitarmi. Ma io che sono vostro Padre vi amavo; mentre, con tanto accanimento lavoravate contro di Me, il mio Cuore, più che mai, si riempiva per voi di tenerezza.
Così, sono trascorsi gli anni della vostra vita... forse numerosi...
Oggi non posso più a lungo trattenere il mio Amore per voi. E vedendovi in guerra aperta contro Colui che vi ama, vengo a dirvi Io stesso quello che sono.
Figli amatissimi, sono Gesù; questo nome significa Salvatore. Perciò ho le mani forateda quei chiodi che mi tennero confitto alla croce su cui sono morto per vostro amore. I miei piedi portano i segni delle stesse piaghe e il mio Cuore è aperto dalla lancia che lo trafisse dopo la morte...
Così Io mi presento a voi per insegnarvi chi Io sia e quale sia la mia legge... Non abbiate timore, è - legge d'amore... Quando mi conoscerete, troverete la pace e la felicità. Vivere come orfani è ben triste... venite figli... venite al Padre vostro.
Sono il vostro Dio e il vostro Creatore, il vostro Salvatore...
Voi siete le mie creature, miei figli, miei redenti, perché a prezzo della mia vita e del mio Sangue vi ho liberati dalla schiavitù e dalla tirannia del peccato.
Voi avete un'anima grande, immortale e fatta per la beatitudine eterna; una volontà capace di bene, un cuore che ha bisogno di amare e di essere amato...
Se voi cercate nei beni terrestri e passeggeri l'appagamento delle vostre aspirazioni, avrete sempre fame e non troverete mai l'alimento che pienamente sazia. Vivrete sempre in lotta con voi stessi, tristi, inquieti, turbati.
Se siete poveri e vi guadagnerete il pane col lavoro, le miserie della vita vi colmeranno di amarezza. Sentirete dentro di voi nascere l'odio contro i vostri padroni e forse giungerete al punto di desiderare la loro sventura, affinché anch'essi siano soggetti alla legge del lavoro. Sentirete pesare su di voi la stanchezza, la rivolta, la disperazione: perché la vita è triste e poi, alla fine bisognerà morire...
Sì, considerato umanamente, tutto ciò è duro. Ma io vengo a mostrarvi la vita in una prospettiva opposta a quella che voi vedete.
Voi che privi di beni terreni, siete obbligati al lavoro sotto la dipendenza di un padrone, per sovvenire ai vostri bisogni, non siete affatto degli schiavi, ma siete stati creati per essere liberi...
Voi, che cercate l'amore e vi sentite sempre insoddisfatti, siete fatti per amare, non ciò che passa, ma ciò che è eterno.
Voi che tanto amate la vostra famiglia, e che dovete assicurarle, per quanto dipende da voi, il benessere e la felicità quaggiù, non dimenticate che, se la morte ve ne separerà un giorno, non sarà che per breve tempo...
Voi che servite un padrone e dovete lavorare per lui, amarlo e rispettarlo, prendere cura dei suoi interessi, farli fruttare con il vostro lavoro e la vostra fedeltà, non dimenticate che sarà per pochi anni, poiché la vita scorre rapida e vi conduce là, dove non sarete più degli operai, ma dei re per l'eternità!
L'anima vostra, creata da un Padre che vi ama, non di un amore qualsiasi, ma di un amore immenso ed eterno, troverà un giorno nel luogo della felicità senza fine, preparatovi dal Padre, la risposta a tutti i suoi desideri.
Là troverete la ricompensa al lavoro di cui avrete sopportato il peso quaggiù.
Là troverete la famiglia tanto amata sulla terra e per la quale avete sparso i vostri sudori.
Là vivrete eternamente, poiché la terra non è che un'ombra che scompare e il Cielo non passerà mai.
Là vi unirete al Padre vostro che è vostro Dio; se sapeste quale felicità vi attende!
Forse ascoltandomi direte: " Ma io non ho la fede, non credo all'altra vita! ".
Non avete la fede? Ma allora se non credete in Me, perché mi perseguitate? Perché vi ribellate alle mie leggi, e combattete quelli che mi amano?
Se volete la libertà per voi, perché non la lasciate agli altri?
...Non credete alla vita eterna?... Ditemi se vivete felici quaggiù, non sentite anche voi il bisogno di qualche cosa che non potete trovare sulla terra? Quando cercate il piacere e lo raggiungete, non vi sentite affatto soddisfatti...
Se avete bisogno di affetto e se lo trovate un giorno, presto ne sarete stanchi...
No, niente di tutto ciò è quello che voi cercate... Ciò che desiderate, non lo troverete sicuramente quaggiù, perché ciò di cui avete bisogno è la pace, non quella del mondo, ma quella dei figli di Dio, e come potrete trovarla nella rivolta?
Ecco perché voglio mostrarvi dove è questa pace, dove troverete questa felicità, dove estinguerete quella sete che vi tortura da così lungo tempo.
Non ribellatevi se mi sentite dire: tutto ciò lo troverete nel compimento della mia Legge: no, non spaventatevi per questa parola: la mia Legge non è tirannica, è una Legge d'amore... Sì, la mia Legge è d'amore, perché sono vostro Padre ».
La Legge
Ora, figli miei, udite ciò che il Padre vostro chiede come prova del vostro amore: sapete bene che una disciplina è necessaria in un esercito, ed un regolamento in una famiglia ben ordinata. Così nella grande famiglia di Gesù Cristo si impone una Legge, ma una Legge piena di dolcezza.
Nell'ordine umano i figli portano sempre il nome del padre, senza il quale non potrebbero essere riconosciuti come appartenenti alla famiglia.
Così i miei figli si chiamano cristiani, nome che il Battesimo conferisce loro alla nascita. Voi che avete ricevuto questo nome, siete miei figli e avete diritto a tutti i beni del Padre vostro, se ne osservate la Legge.
V'insegnerò che cosa è la mia Legge. E' il mio Cuore che ve la dà, questo Cuore che non conoscete e che, così spesso, ferite. Voi mi cercate per darmi la morte, ed Io vi cerco per darvi la vita. Chi di noi trionferà? La vostra anima rimarrà sempre così dura nel contemplare Colui che vi ha dato la sua vita e tutto il suo amore?
Lo so che non mi conoscete e non mi amate, anzi mi odiate e perseguitate. Tuttavia Io vi amo d'un amore infinito. Voglio farvi conoscere quell'eredità a cui avete diritto, e quanto poco dovete fare per acquistarla.
Credete al mio Amore e alla mia Misericordia. « Mi avete offeso? Io vi perdono.
Mi avete perseguitato? Io vi amo.
Mi avete ferito con le parole e con le opere? Voglio farvi del bene ed aprirvi i miei tesori.
Non pensate che Io ignori quale fu la vostra vita fin qui: so che avete disprezzato le mie grazie, forse anche profanati i miei Sacramenti. Ma vi perdono...
E se volete vivere felici in terra e assicurare nello stesso tempo la vostra eternità, fate d'ora innanzi quanto vi dirò:
Siete poveri? Quel lavoro che la necessità vi impone, eseguitelo con sottomissione e sappiate che lo pure sono vissuto per trent'anni assoggettandomi alla stessa legge, poiché ero povero, anzi... molto povero.
Non considerate mai i vostri padroni come tiranni, non nutrite verso di loro sentimenti di odio... non desiderate loro del male, ma curate i loro interessi e siate loro fedeli.
Siete ricchi? Avete sotto di voi operai e servi?... Non sfruttate il loro lavoro... ripagate giustamente le loro fatiche, e date loro prova di affetto con dolcezza e bontà.
Poiché, se voi avete un'anima immortale, essi pure l’ hanno: se voi avete ricevuto i beni che possedete, non è soltanto per il vostro godimento e benessere personale, ma affinché amministrandoli saggiamente possiate esercitare la carità verso quelli che vi circondano.
Dopo avere accettato gli uni e gli altri, con sottomissione, questa legge di lavoro, riconoscete umilmente l'esistenza di un Essere che presiede a tutto il creato. Questo Essere è il vostro Dio, e insieme vostro Padre.
Come Dio, v'impone di obbedire alla sua divina Legge.
Come Padre, vi chiede di sottomettervi da figli ai suoi comandamenti.
Così, quando avete trascorso tutta una settimana nei vostri lavori, nei vostri affari, ed anche nei vostri sollievi... se Egli vi domanda di dare almeno mezz'ora per l'adempimento del suo precetto, è forse esigere molto?
Andate dunque alla casa di Dio. Vi attendo giorno e notte. E ogni domenica o giorno di festa, riservategli questa mezz'ora, assistendo a quel mistero di amore e di misericordia che si chiama Messa.
Là, parlategli di tutto: della vostra famiglia, dei figli, dei vostri affari, dei vostri desideri... Esponetegli le vostre difficoltà e le vostre pene... Se sapeste come vi ascolterà e con quale amore...
Voi forse mi direte: "Non so come assistere alla Messa... Da tempo non ho varcato la soglia di una chiesa... ". Non temete per questo... Venite a passare soltanto questa mezz'ora ai miei piedi. Lasciate che la vostra coscienza dica quello che dovete fare e non chiudete l'orecchio alla sua voce. Aprite l'anima vostra... e la Grazia vi parlerà.. Essa a poco a poco vi mostrerà come dovete agire in ogni circostanza della vostra vita, come comportarvi in famiglia e negli affari... come allevare i figli, amare gli inferiori, rispettare i superiori... forse essa vi ispirerà di lasciare quell'impresa, di rompere una cattiva amicizia, di allontanarvi energicamente da quella riunione pericolosa... Vi dirà che odiate la tal persona senza ragione e che di quell'altra, che amate e frequentate, dovete fuggire i consigli e separarvi da lei...
Provate a fare così e, a poco a poco, si prolungherà la catena della mia grazia. Tanto nel male come nel bene, tutto sta nell'incominciare... Gli anelli della catena si seguono l'un l'altro... Se oggi ascoltate la mia Grazia e la lasciate agire in voi, domani l'ascolterete meglio, più tardi meglio ancora, e così di giorno in giorno la luce verrà, la pace aumenterà e la vostra felicità sarà eterna.
L'uomo non fu creato per restare sempre quaggiù... è fatto per l'eternità. Se dunque è immortale, deve vivere non per quello che muore, ma per ciò che dura.
Giovinezza, ricchezza, sapienza, gloria umana, tutto questo è niente... Passa e finisce; Dio solo sussiste in eterno.
Se il mondo e l'umana società sono pieni di odio e di continue lotte, popoli contro popoli, nazioni contro nazioni, individui contro individui, è perché il fondamento della fede è quasi del tutto scomparso.
Rinasca la fede e tornerà la pace e regnerà la carità ».
"La fede non nuoce alla civiltà, né si oppone al progresso. Al contrario, più è radicata negli individui e nei popoli, più crescono in loro la saggezza e la scienza, poiché Dio è Sapienza e Scienza infinita. Ma dove non c'è più la fede, la pace scompare, e con essa la civiltà, la cultura, il vero progresso... poiché Dio non è nella guerra... Allora non ci sono che divisioni di idee, lotte di classe e nell'uomo stesso, ribellione delle passioni contro il dovere. Allora sparisce tutto quello che fa la nobiltà dell'uomo: non rimane che la rivolta, l'insubordinazione, la guerra...
Lasciatevi dunque convincere dalla fede e sarete grandi. Lasciatevi dominare dalla fede e sarete liberi. Vivete secondo la fede e non morrete eternamente...
Sappiano tutti gli uomini che il mio Cuore li attende e si strugge perché vuole attirarli tutti a sé, e perdonarli.
Inseguo il peccatore come la giustizia il delinquente. Ma la giustizia lo cerca per punirlo, ed Io per perdonarlo!
Voglio perdonare...- Voglio regnare... Voglio perdonare alle anime e alle nazioni... Voglio regnare sulle anime, sulle nazioni, sul mondo intero...
Voglio che il mondo sia salvo... che la pace e l'unione regnino tra gli uomini. Io voglio regnare e regnerò mediante la riparazione delle anime scelte e una conoscenza nuova della mia Bontà, della mia Misericordia, del mio Amore.
Voglio che le anime possano sempre trovare nelle mie parole il rimedio alle loro infermità.
Voglio che le anime ritornino a Me. Voglio che s'accendano di un amore ardente, mentre lo mi consumo per loro di amore doloroso. Che tutte sappiano a che punto il mio Amore le cerca, le desidera, le aspetta per colmarle di felicità...
Sono la Sapienza e la Felicità!... Sono la Misericordia e l'Amore!... Sono la Pace e regnerò...
Voglio spandere la mia Pace fino ai confini del mondo... per regnare farò Misericordia, per cancellare l'ingratitudine del mondo effonderò un torrente di Misericordia ». [...]
(non finisce qui; il resto da "invito alle anime", in poi: Messaggio d'amore)
“Non per te io parlo, ma per tutti quelli che leggeranno le mie parole..Le mie parole saranno luce e vita per un numero incalcolabile di anime. Tutte verranno stampate, lette e predicate, e darò loro una grazia speciale affinché illuminino e trasforminino le anime ...il mondo ignora la misericordia del mio Cuore! Voglio servirmi di te per farla conoscere. Tu trasmetterai alle anime le mie parole..il mio Cuore trova la sua consolazione nel perdonare.. gli uomini ignorano la misericordia e la bontà di questo Cuore, ecco il mio maggior dolore.
Voglio che il mondo sia salvo, che la Pace e l’unione regnino tra gli uomini. Voglio regnare e regnerò mediante la riparazione delle anime e una nuova conoscenza della mia Bontà, della mia Misericordia e del mio Amore.”
Parole di Nostro Signore a suor Josefa Menendez
IL MONDO ASCOLTI E LEGGA
"Voglio che il mondo conosca il mio Cuore. Voglio che gli uomini conoscano il mio Amore. Lo sanno gli uomini quello che ho fatto per loro? Sappiano che invano cercano la felicità fuori di Me: non la troveranno...
Il mio invito lo rivolgo a tutti: alle anime consacrate e ai laici, ai giusti e ai peccatori, ai dotti e agli ignoranti, a chi comanda e a chi obbedisce. A tutti lo dico: se volete la felicità, Io sono la Felicità. Se cercate la ricchezza, lo sono la Ricchezza senza fine. Se desiderate la pace, Io sono la Pace... Io sono la Misericordia e l'Amore. Voglio essere il vostro Re.
Voglio che il mio Amore sia il sole che illumina e il calore che riscalda le anime. Perciò desidero che si facciano conoscere le mie parole. Voglio che il mondo intero sappia che Io sono un Dio di Amore, di perdono, di misericordia. Voglio che il mondo intero legga il mio desiderio ardente di perdonare e di salvare, che i più miserabili non temano... che i più colpevoli non fuggano lontano da Me ... che tutti vengano. Li aspetto come un Padre, con le braccia aperte per dar loro la vita e la vera felicità.
Il mondo ascolti e legga queste parole:
Un padre aveva un unico figlio. Potenti, ricchi, circondati di gran numero di servi, di tutto quello che fa il decoro e l'agiatezza e la comodità della vita, nulla mancava loro per essere felici. Il padre bastava al figlio, il figlio al padre, e tutti e due trovavano l'uno nell'altro piena felicità, mentre i loro cuori generosi si volgevano con delicata carità verso le miserie altrui.
Un giorno accadde però che uno dei servi di quell'ottimo padrone si ammalò. La malattia si aggravò tanto che, per sottrarlo alla morte, occorrevano cure assidue ed energici rimedi. Ma il servo dimorava a casa sua, povero e solo.
Che fare per lui?... Abbandonarlo e lasciarlo morire?... Il padrone buono non può risolversi a questo pensiero. Mandargli uno degli altri servi?... Ma il suo cuore potrà riposare in pace su cure prestate più per interesse che per affetto?
Pieno di compassione, chiama il figlio e gli confida le sue ansietà; gli espone le condizioni di quel poveretto sul punto di morire. Aggiunge che solo assidue ed amorevoli cure potrebbero rendergli la salute e assicurargli lunga vita.
Il figlio, il cui cuore batte all'unisono con quello del padre, si offre, se tale è la sua volontà, a curarlo egli stesso con tutta vigilanza non risparmiando né pene, né fatiche, né veglie, fino a riportarlo in salute. Il padre acconsente; fa il sacrificio della dolce compagnia di questo figlio, che sottraendosi alla tenerezza paterna, si costituisce servo e discende alla casa di colui, che in realtà, è servo suo.
Trascorre così vari mesi al capezzale dell'infermo, vegliandolo con delicata attenzione, prodigandogli mille cure e provvedendo non soltanto a ciò che richiede la sua guarigione, ma anche al suo benessere, finché non giunge a rendergli le forze.
Il servo, allora, pieno di ammirazione alla vista. di ciò che ha fatto per lui il suo padrone, gli domanda come potrà esprimere la sua riconoscenza e corrispondere a così meravigliosa e insigne carità.
Il figlio gli consiglia di presentarsi al padre, e, guarito com'è, offrirsi a lui per essere il più fedele dei suoi servi, in cambio della sua grande liberalità.
Quell'uomo allora si presenta al padrone e nella convinzione di ciò che gli deve, esalta la sua carità e, meglio ancora, si offre a servirlo senza alcun interesse, poichè non ha bisogno di essere pagato come un servitore, essendo stato trattato ed amato come un figlio.
Questa parabola non è che una debole immagine del mio amore per gli uomini e della risposta che aspetto da essi. La spiegherò gradatamente affinché tutti conoscano il mio Cuore ».
La creazione e il peccato
« Dio creò l'uomo per amore. Lo collocò sulla terra in condizioni tali che niente potesse mancare quaggiù alla sua felicità, mentre aspettava l'eterna. Ma per avervi diritto, doveva osservare la legge dolce e sapiente imposta dal Creatore.
L'uomo, infedele a questa legge, cadde gravemente malato: commise il primo peccato. " L'uomo ", cioè il padre e la madre, il ceppo del genere umano. Tutta la posterità fu macchiata dalla sua bruttura. In lui l'umanità intera perdette il diritto alla felicità perfetta che Dio gli aveva promesso e dovette, d'allora in poi, penare, soffrire, morire.
Ora Dio nella sua beatitudine non ha bisogno né dell'uomo né dei suoi servizi; basta a se stesso. La sua gloria è infinita e niente la può diminuire.
Tuttavia, infinitamente potente, e anche infinitamente buono, lascerà soffrire e morire l'uomo creato per amore? Al contrario, gli darà una nuova prova di questo amore e, di fronte ad un male così estremo, applicherà un rimedio di valore infinito. Una delle Tre Persone della SS. Trinità prenderà l'umana natura e riparerà divinamente il male causato dal peccato.
Il Padre dà il suo Figlio, il Figlio sacrifica la sua gloria scendendo in terra non in qualità di signore, di ricco o di potente, ma nella condizione di servo, di povero, di bambino.
La vita ch'Egli condusse in terra, la conoscete tutti ».
La Redenzione
« Sapete come dal primo momento della mia Incarnazione, mi sottomisi a tutte le miserie della natura umana.
Bambino, soffrii il freddo, la fame, la povertà e le persecuzioni. Nella mia vita di operaio fui spesso umiliato, disprezzato come il figlio d'un povero falegname. Quante volte il mio padre adottivo ed io, dopo aver portato il peso d'una lunga giornata di lavoro, ci trovavamo alla sera ad aver guadagnato appena quanto bastava ai bisogni della famiglia!... E così sono vissuto per trent'anni!
Allora abbandonai la dolce compagnia di mia Madre, mi consacrai a far conoscere il mio Padre celeste insegnando a tutti che Dio è carità.
Sono passato facendo il bene ai corpi e alle anime; ai malati ho dato la salute, ai morti la vita, alle anime ho reso la libertà perduta col peccato, ho loro aperto le porte della vera ed eterna patria. « Venne poi l'ora in cui, per acquistare la loro salvezza, il Figlio di Dio volle dare la sua stessa vita. « E in quale modo morì?... circondato da amici?... acclamato come un benefattore?... Anime carissime, voi sapete bene che il Figlio di Dio non ha voluto morire così; Egli che non aveva sparso altro che amore, fu vittima dell'odio... Egli che aveva portato la pace al mondo, fu oggetto di crudeltà accanita. Egli che aveva reso la libertà agli uomini, fu imprigionato, legato, maltrattato, calunniato e morì infine su una croce, tra due ladroni, disprezzato, abbandonato, povero e spogliato di tutto.
Così s'immolò per salvare gli uomini... così compì l'Opera per la quale aveva lasciato la gloria del Padre suo; l'uomo era malato e il Figlio di Dio scese verso di lui. Non soltanto gli rese la vita, ma gli acquistò la forza e i meriti necessari per procurarsi quaggiù il tesoro dell'eterna felicità.
Come ha risposto l'uomo a tale favore? Si è offerto come il buon servitore al servizio del Maestro Divino senza altro interesse che quello di Dio.
Qui bisogna distinguere le differenti risposte dell'uomo al suo Dio ».
Le risposte degli uomini
« Alcuni Mi hanno veramente conosciuto e, spinti dall'amore, hanno sentito accendersi in cuore il vivo desiderio di dedicarsi completamente e senza interesse al mio servizio, che è quello del Padre mio. « Gli hanno chiesto che cosa potrebbero fare di più grande per Lui e il Padre stesso ha loro risposto:- Lasciate la vostra casa, i beni, voi stessi e venite a Me, per fare ciò che vi dirò.
Altri si sono sentiti commuovere alla vista di ciò che il Figlio di Dio ha fatto per salvarli... Pieni di buona volontà si sono presentati a Lui, domandando come corrispondere alla sua bontà e lavorare per i suoi interessi, senza però abbandonare i propri. « A costoro il Padre mio ha risposto:
- Osservate la Legge che il Signore vostro Dio vi ha data. Osservate i miei Comandamenti senza sviarvi né a destra né a sinistra, vivete nella pace dei servi fedeli.
Altri, poi, hanno capito ben poco quanto Dio li ami. Tuttavia hanno un po' di buona volontà e vivono sotto la sua Legge, ma senza amore, per l'inclinazione naturale al bene, che la Grazia ha deposto nell'anima loro.
Questi non sono servi volontari, perché non si sono offerti agli ordini del loro Dio. Tuttavia, poiché in essi non c'è cattiva volontà, in molti casi basta loro un indizio, perché si prestino al suo servizio.
Altri poi si sottomettono a Dio più per interesse che per amore e nella stretta misura necessaria per la ricompensa finale, promessa a chi osserva la legge.
Con tutto ciò gli uomini si dedicano tutti al servizio del loro Dio? Non ce ne sono forse di quelli che, ignari del grande amore di cui sono oggetto, non corrispondono affatto a ciò che Gesù Cristo ha compiuto per essi?
Ahimé... Molti lo hanno conosciuto e disprezzato... Molti non sanno neppure chi sia!
A tutti dirò una parola di amore.
Parlerò dapprima a coloro che non mi conoscono, a voi figli carissimi, che fino dall'infanzia vivete lontani dal Padre. Venite. Vi dirò perché non lo conoscete; e quando comprenderete chi Egli sia, e quale cuore amante e tenero abbia per voi, non potrete resistere al suo amore.
Non accade spesso a coloro che crescono lontano dalla casa paterna di non provare alcun affetto per i genitori? Ma se un giorno sperimentano la dolcezza e la tenerezza del padre e della madre, non li amano forse più ancora di quelli che non hanno mai lasciato il focolare?
A quelli che non soltanto non mi amano, ma mi odiano e perseguitano, Io chiederò soltanto:
- Perché questo odio accanito?... Che cosa vi ho fatto, perché mi maltrattate? Molti non si sono mai fatta questa domanda, ed ora che lo stesso la rivolgo loro forse risponderanno: - Non lo so!
Ebbene, risponderò per voi.
Se dalla vostra infanzia non mi avete conosciuto, è perché nessuno vi ha insegnato a conoscermi. E mentre voi crescevate, le inclinazioni naturali, l'attrattiva per il piacere e per il godimento, il desiderio della ricchezza e della libertà, sono cresciuti in voi.
Poi, un giorno, avete inteso parlare di Me. Avete sentito dire che per vivere secondo la mia volontà, occorre amare e sopportare il prossimo, rispettare i suoi diritti e i suoi beni, sottomettere e incatenare la propria natura: insomma, vivere secondo una legge. E voi, che fin dai primi anni non siete vissuti che seguendo il capriccio della vostra volontà, e forse gli impulsi delle passioni, voi che non sapevate di quale legge si trattasse, avete protestato con forza: "Non voglio altra legge che me stesso, voglio godere ed essere libero ".
Ecco come avete incominciato ad odiarmi e a perseguitarmi. Ma io che sono vostro Padre vi amavo; mentre, con tanto accanimento lavoravate contro di Me, il mio Cuore, più che mai, si riempiva per voi di tenerezza.
Così, sono trascorsi gli anni della vostra vita... forse numerosi...
Oggi non posso più a lungo trattenere il mio Amore per voi. E vedendovi in guerra aperta contro Colui che vi ama, vengo a dirvi Io stesso quello che sono.
Figli amatissimi, sono Gesù; questo nome significa Salvatore. Perciò ho le mani forateda quei chiodi che mi tennero confitto alla croce su cui sono morto per vostro amore. I miei piedi portano i segni delle stesse piaghe e il mio Cuore è aperto dalla lancia che lo trafisse dopo la morte...
Così Io mi presento a voi per insegnarvi chi Io sia e quale sia la mia legge... Non abbiate timore, è - legge d'amore... Quando mi conoscerete, troverete la pace e la felicità. Vivere come orfani è ben triste... venite figli... venite al Padre vostro.
Sono il vostro Dio e il vostro Creatore, il vostro Salvatore...
Voi siete le mie creature, miei figli, miei redenti, perché a prezzo della mia vita e del mio Sangue vi ho liberati dalla schiavitù e dalla tirannia del peccato.
Voi avete un'anima grande, immortale e fatta per la beatitudine eterna; una volontà capace di bene, un cuore che ha bisogno di amare e di essere amato...
Se voi cercate nei beni terrestri e passeggeri l'appagamento delle vostre aspirazioni, avrete sempre fame e non troverete mai l'alimento che pienamente sazia. Vivrete sempre in lotta con voi stessi, tristi, inquieti, turbati.
Se siete poveri e vi guadagnerete il pane col lavoro, le miserie della vita vi colmeranno di amarezza. Sentirete dentro di voi nascere l'odio contro i vostri padroni e forse giungerete al punto di desiderare la loro sventura, affinché anch'essi siano soggetti alla legge del lavoro. Sentirete pesare su di voi la stanchezza, la rivolta, la disperazione: perché la vita è triste e poi, alla fine bisognerà morire...
Sì, considerato umanamente, tutto ciò è duro. Ma io vengo a mostrarvi la vita in una prospettiva opposta a quella che voi vedete.
Voi che privi di beni terreni, siete obbligati al lavoro sotto la dipendenza di un padrone, per sovvenire ai vostri bisogni, non siete affatto degli schiavi, ma siete stati creati per essere liberi...
Voi, che cercate l'amore e vi sentite sempre insoddisfatti, siete fatti per amare, non ciò che passa, ma ciò che è eterno.
Voi che tanto amate la vostra famiglia, e che dovete assicurarle, per quanto dipende da voi, il benessere e la felicità quaggiù, non dimenticate che, se la morte ve ne separerà un giorno, non sarà che per breve tempo...
Voi che servite un padrone e dovete lavorare per lui, amarlo e rispettarlo, prendere cura dei suoi interessi, farli fruttare con il vostro lavoro e la vostra fedeltà, non dimenticate che sarà per pochi anni, poiché la vita scorre rapida e vi conduce là, dove non sarete più degli operai, ma dei re per l'eternità!
L'anima vostra, creata da un Padre che vi ama, non di un amore qualsiasi, ma di un amore immenso ed eterno, troverà un giorno nel luogo della felicità senza fine, preparatovi dal Padre, la risposta a tutti i suoi desideri.
Là troverete la ricompensa al lavoro di cui avrete sopportato il peso quaggiù.
Là troverete la famiglia tanto amata sulla terra e per la quale avete sparso i vostri sudori.
Là vivrete eternamente, poiché la terra non è che un'ombra che scompare e il Cielo non passerà mai.
Là vi unirete al Padre vostro che è vostro Dio; se sapeste quale felicità vi attende!
Forse ascoltandomi direte: " Ma io non ho la fede, non credo all'altra vita! ".
Non avete la fede? Ma allora se non credete in Me, perché mi perseguitate? Perché vi ribellate alle mie leggi, e combattete quelli che mi amano?
Se volete la libertà per voi, perché non la lasciate agli altri?
...Non credete alla vita eterna?... Ditemi se vivete felici quaggiù, non sentite anche voi il bisogno di qualche cosa che non potete trovare sulla terra? Quando cercate il piacere e lo raggiungete, non vi sentite affatto soddisfatti...
Se avete bisogno di affetto e se lo trovate un giorno, presto ne sarete stanchi...
No, niente di tutto ciò è quello che voi cercate... Ciò che desiderate, non lo troverete sicuramente quaggiù, perché ciò di cui avete bisogno è la pace, non quella del mondo, ma quella dei figli di Dio, e come potrete trovarla nella rivolta?
Ecco perché voglio mostrarvi dove è questa pace, dove troverete questa felicità, dove estinguerete quella sete che vi tortura da così lungo tempo.
Non ribellatevi se mi sentite dire: tutto ciò lo troverete nel compimento della mia Legge: no, non spaventatevi per questa parola: la mia Legge non è tirannica, è una Legge d'amore... Sì, la mia Legge è d'amore, perché sono vostro Padre ».
La Legge
Ora, figli miei, udite ciò che il Padre vostro chiede come prova del vostro amore: sapete bene che una disciplina è necessaria in un esercito, ed un regolamento in una famiglia ben ordinata. Così nella grande famiglia di Gesù Cristo si impone una Legge, ma una Legge piena di dolcezza.
Nell'ordine umano i figli portano sempre il nome del padre, senza il quale non potrebbero essere riconosciuti come appartenenti alla famiglia.
Così i miei figli si chiamano cristiani, nome che il Battesimo conferisce loro alla nascita. Voi che avete ricevuto questo nome, siete miei figli e avete diritto a tutti i beni del Padre vostro, se ne osservate la Legge.
V'insegnerò che cosa è la mia Legge. E' il mio Cuore che ve la dà, questo Cuore che non conoscete e che, così spesso, ferite. Voi mi cercate per darmi la morte, ed Io vi cerco per darvi la vita. Chi di noi trionferà? La vostra anima rimarrà sempre così dura nel contemplare Colui che vi ha dato la sua vita e tutto il suo amore?
Lo so che non mi conoscete e non mi amate, anzi mi odiate e perseguitate. Tuttavia Io vi amo d'un amore infinito. Voglio farvi conoscere quell'eredità a cui avete diritto, e quanto poco dovete fare per acquistarla.
Credete al mio Amore e alla mia Misericordia. « Mi avete offeso? Io vi perdono.
Mi avete perseguitato? Io vi amo.
Mi avete ferito con le parole e con le opere? Voglio farvi del bene ed aprirvi i miei tesori.
Non pensate che Io ignori quale fu la vostra vita fin qui: so che avete disprezzato le mie grazie, forse anche profanati i miei Sacramenti. Ma vi perdono...
E se volete vivere felici in terra e assicurare nello stesso tempo la vostra eternità, fate d'ora innanzi quanto vi dirò:
Siete poveri? Quel lavoro che la necessità vi impone, eseguitelo con sottomissione e sappiate che lo pure sono vissuto per trent'anni assoggettandomi alla stessa legge, poiché ero povero, anzi... molto povero.
Non considerate mai i vostri padroni come tiranni, non nutrite verso di loro sentimenti di odio... non desiderate loro del male, ma curate i loro interessi e siate loro fedeli.
Siete ricchi? Avete sotto di voi operai e servi?... Non sfruttate il loro lavoro... ripagate giustamente le loro fatiche, e date loro prova di affetto con dolcezza e bontà.
Poiché, se voi avete un'anima immortale, essi pure l’ hanno: se voi avete ricevuto i beni che possedete, non è soltanto per il vostro godimento e benessere personale, ma affinché amministrandoli saggiamente possiate esercitare la carità verso quelli che vi circondano.
Dopo avere accettato gli uni e gli altri, con sottomissione, questa legge di lavoro, riconoscete umilmente l'esistenza di un Essere che presiede a tutto il creato. Questo Essere è il vostro Dio, e insieme vostro Padre.
Come Dio, v'impone di obbedire alla sua divina Legge.
Come Padre, vi chiede di sottomettervi da figli ai suoi comandamenti.
Così, quando avete trascorso tutta una settimana nei vostri lavori, nei vostri affari, ed anche nei vostri sollievi... se Egli vi domanda di dare almeno mezz'ora per l'adempimento del suo precetto, è forse esigere molto?
Andate dunque alla casa di Dio. Vi attendo giorno e notte. E ogni domenica o giorno di festa, riservategli questa mezz'ora, assistendo a quel mistero di amore e di misericordia che si chiama Messa.
Là, parlategli di tutto: della vostra famiglia, dei figli, dei vostri affari, dei vostri desideri... Esponetegli le vostre difficoltà e le vostre pene... Se sapeste come vi ascolterà e con quale amore...
Voi forse mi direte: "Non so come assistere alla Messa... Da tempo non ho varcato la soglia di una chiesa... ". Non temete per questo... Venite a passare soltanto questa mezz'ora ai miei piedi. Lasciate che la vostra coscienza dica quello che dovete fare e non chiudete l'orecchio alla sua voce. Aprite l'anima vostra... e la Grazia vi parlerà.. Essa a poco a poco vi mostrerà come dovete agire in ogni circostanza della vostra vita, come comportarvi in famiglia e negli affari... come allevare i figli, amare gli inferiori, rispettare i superiori... forse essa vi ispirerà di lasciare quell'impresa, di rompere una cattiva amicizia, di allontanarvi energicamente da quella riunione pericolosa... Vi dirà che odiate la tal persona senza ragione e che di quell'altra, che amate e frequentate, dovete fuggire i consigli e separarvi da lei...
Provate a fare così e, a poco a poco, si prolungherà la catena della mia grazia. Tanto nel male come nel bene, tutto sta nell'incominciare... Gli anelli della catena si seguono l'un l'altro... Se oggi ascoltate la mia Grazia e la lasciate agire in voi, domani l'ascolterete meglio, più tardi meglio ancora, e così di giorno in giorno la luce verrà, la pace aumenterà e la vostra felicità sarà eterna.
L'uomo non fu creato per restare sempre quaggiù... è fatto per l'eternità. Se dunque è immortale, deve vivere non per quello che muore, ma per ciò che dura.
Giovinezza, ricchezza, sapienza, gloria umana, tutto questo è niente... Passa e finisce; Dio solo sussiste in eterno.
Se il mondo e l'umana società sono pieni di odio e di continue lotte, popoli contro popoli, nazioni contro nazioni, individui contro individui, è perché il fondamento della fede è quasi del tutto scomparso.
Rinasca la fede e tornerà la pace e regnerà la carità ».
"La fede non nuoce alla civiltà, né si oppone al progresso. Al contrario, più è radicata negli individui e nei popoli, più crescono in loro la saggezza e la scienza, poiché Dio è Sapienza e Scienza infinita. Ma dove non c'è più la fede, la pace scompare, e con essa la civiltà, la cultura, il vero progresso... poiché Dio non è nella guerra... Allora non ci sono che divisioni di idee, lotte di classe e nell'uomo stesso, ribellione delle passioni contro il dovere. Allora sparisce tutto quello che fa la nobiltà dell'uomo: non rimane che la rivolta, l'insubordinazione, la guerra...
Lasciatevi dunque convincere dalla fede e sarete grandi. Lasciatevi dominare dalla fede e sarete liberi. Vivete secondo la fede e non morrete eternamente...
Sappiano tutti gli uomini che il mio Cuore li attende e si strugge perché vuole attirarli tutti a sé, e perdonarli.
Inseguo il peccatore come la giustizia il delinquente. Ma la giustizia lo cerca per punirlo, ed Io per perdonarlo!
Voglio perdonare...- Voglio regnare... Voglio perdonare alle anime e alle nazioni... Voglio regnare sulle anime, sulle nazioni, sul mondo intero...
Voglio che il mondo sia salvo... che la pace e l'unione regnino tra gli uomini. Io voglio regnare e regnerò mediante la riparazione delle anime scelte e una conoscenza nuova della mia Bontà, della mia Misericordia, del mio Amore.
Voglio che le anime possano sempre trovare nelle mie parole il rimedio alle loro infermità.
Voglio che le anime ritornino a Me. Voglio che s'accendano di un amore ardente, mentre lo mi consumo per loro di amore doloroso. Che tutte sappiano a che punto il mio Amore le cerca, le desidera, le aspetta per colmarle di felicità...
Sono la Sapienza e la Felicità!... Sono la Misericordia e l'Amore!... Sono la Pace e regnerò...
Voglio spandere la mia Pace fino ai confini del mondo... per regnare farò Misericordia, per cancellare l'ingratitudine del mondo effonderò un torrente di Misericordia ». [...]
(non finisce qui; il resto da "invito alle anime", in poi: Messaggio d'amore)
IO SONO TUTTO AMORE E TENEREZZA
Rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù alla suora visitandina serva di Dio Benigna Consolata Ferrero morta in odore di santità il 1° settembre del 1916 nel monastero di Como.
"Dire Gesù e dire Misericordia è lo stesso; dire Gesù e dire Bontà è lo stesso; dire Gesu e dire Compassione è lo stesso; dire Gesù e dire TENEREZZA è lo stesso.
Mia Benigna, non è abbastanza conosciuta la Mia Bontà nel mondo sono state le Mie viscere di misericordia che Mi hanno fatto discendere dal Cielo in terra, per salvare i peccatori.
Vedi, o Mia Benigna, un medico che ami l'arte sua, se si trova in mezzo a tutta gente sana li visiterà da amico, ma per esercitare la sua arte ha bisogno di trovarsi in mezzo agli ammalati e più questi sono infermi più si trova contento di far loro del bene.
Mia Benigna, Io amo tanto i peccatori, ODIO i loro peccati perche il peccato è un'offesa contraria a Dio, ma amo i peccatori come sì amerebbe una persona ferita benché non si ami il ferro, nè il fucile. Vedi in questi tempi, per così dire, le Mie viscere di Misericordia si allargano ancora di più, è il tempo di amnistia generale, purché trovi nelle anime la carità. Si ha un'idea troppo piccola della Bontà di Dio, della Sua Misericordia, del SUO Amore verso le Creature, si misura Dio con la creatura. Ma Dio non è limitato e quindi non è limitata la Sua Bontà.
Scrivi che Io amo gli uomini, che Io amo teneramente gli uomini, che li amo tenerissimamente come Miei cari fratelli e benché ci sia una distanza infinita tra loro e Me, tuttavia Io non la conto. Io adopero 99 volte la Misericordia, e solo quando non ci posso riuscire con la Misericordia, adopero la Giustizia, ma solo la novantesima parte di quell'uno di Giustizia. Si è vero che sono infinitamente Giusto, non posso non esserlo, ma la lascio da parte la Mia Gustizia, per non usare che la Mia Misericordia.
Io ho te di essere amato dagli uomini ed essi fanno i sordi alle Mie Parole per seguire il demonio che li conduce alla perdizione. Io non posso reggere al vedere tante anime ingannate ed userò loro Misericordia coll'istruirle sempre più e a chiamarle sempre più docilmente al Mio Cuore Divino. Io svelerò loro i segreti ineffabili del Mio Divin Cuore ed insegnerò loro a vivere del Mio amore che rende soave il più grande dolore e che fa gustare all'anima una pace celestiale, anche in mezzo alle più aspre prove. Io mi do’ alle anime nella misura che esse si danno a Me.
Quel che Mi fa pena più di tutto è il vedere l'indifferenza, che le creature hanno per Me, l'odio... mi fuggono come se Io fossi un assasino, un malvivente, un ladro, che volessi toglier loro la roba, e invece gliene vorrei dare, ma non posso perché non vogliono...
Mia sposa ho sete d'amore delle Mie creature! I Santi Mi amano tanto, il loro amore è più puro e più perfetto... Io ho tanto amore in Cielo, ma vengo a cercarlo in terra, perché in terra l'amore è libero...
Mia sposa, Io ho un cuore umano, ed Io amo gli uomini, perche sono Miei fratelli, si, sono Miei fratelli gli uomini. Sto preparando l'opera della Mia Misericordia; voglio un nuovo risorgimento della società e voglio che sia operato dall'amore. La confidenza è la chiave che apre i tesori della Mia infinita Misericordia.
Tu non puoi credere il piacere che Io provo nel farla da salvatore; è tutto il Mio contento e faccio i più bei capolavori dalle anime che ho tolto più dal basso, più dal fango. Una volta che i peccati sono perdonati, si convertono per l'anima, che gli ha comessi, in fonti perenni di umiltà... Sai qual' è la strada che conduce più presto in paradiso?.. E' la speranza nei Miei meriti e la fedeltà alla Grazia...
E' certo che cento peccati mi offedono più di uno, ma se questo uno fosse di diffidenza, mi ferirebbe il Cuore più che cento altri peccati, perché la diffidenza ferisce il Mio Cuore nel più intimo: amo tanto gli uomini! Io sono un tesoro infinito messo dal Mio Eterno Padre a disposizione di tutti: le Mie creature mi rifiutano, ma con quanto loro danno, lo comprenderanno solo nell'eternità. Oh! Poter usufruite di un Dio e non farlo! ...e perché non lo si fa? Perché nel mondo non lo si capisce.
Io non Mi annoio di trovare miserie (nell'anima), purché trovi una buona volontà; quando c'è questa, ce la materia da lavorare. Il Mio Amore si nutre di consumare miserie, e l'anima che ne porta di più purché sia con cuore contrito ed umiliato, è quella che Mi piace di più perché mi da più occasione di esercitare il Mio ufficio di Buon Salvatore. Ma ciò che voglio dirti, lo concentro in poche parole: che l'anima non abbia mai paura di Dio, che Dio è sempre pronto ad usare Misericordia e che il più gran piacere che possa avere il Cuore del tuo Gesù è quello di poter condurre al Suo Eterno Padre il più gran numero di peccatori che sia possibile. Sono queste le Mie glorie, sono questi i Miei gioielli; Io li amo tanto i poveri peccatori!
Se vuoi farmi un piacere grande è di credere al Mio Amore; se Me lo vuoi fare ancora più grande è di credere di più; e per farmelo grandissimo, non mettere limiti a questa fede nel Mio Amore. Tutto il segreto della santità sta in queste due parole: diffidare e confire. Diffidare di te sempre, e poi non fermarti lì, ma salire subito nella confidenza in Dio, perché se Io sono Buono con tutti, sono buonissimo con le anime che confidano in Me! Sai quali sono le anime che godono di più di questa Mia bontà? Quelle che confidano di più. Le anime confidenti sono le ladre delle Mie grazie. Scrivi che il gusto che Io provo in un anima confidente è indicibile.
La principal cosa che desidero che si sappia, è che Io sono tutto amore, che la più grande pena che si potrebbe fare al Mio Cuore sarebbe di dubitare di questa Mia bontà. Il Mio Cuore non solo compatisce, ma si rallegra, quanto più ha da ripare, purché non vi sia malizia...
Se tu sapessi il lavoro che farei in un'anima se solo Mi lascisse fare!... L'Amore non ha bisogno di di niente ha solo bisogno di non trovare resistenza e spesso tutto quello che cerco da un'anima, per farne una santa, è solo che Mi lasci fare! Le imperfezioni, che vi sono in un anima, quando non sono dall'anima amate, non mi dispiacciono ma attirano la compassione del Mio Cuore. Io amo tanto le anime!... Le imperfezioni devono servire ad un anima, come tanti gradini di una scala per salire a a Dio mediante l'umiltà, la confidenza e l'amore. Io mi abbasso verso l'anima che si umilia e vado a cercarla nel suo niente, per unirla a Me.
Come il fuoco si nutre di combustibile, così la Mia Misericordia si nutre di consumare Miserie, e più ne trova da consumare, tanto più cresce, appunto come il fuoco che si accresce sernpre più a misura che vi si getta roba sopra. Oh se si potesse conoscere quanto Io amo gli uomini e quanto il Mio Cuore gode che si creda a questo amore! Si crede troppo poco, si crede troppo poco, troppo poco. Un'anima umile ha tale potere sul Cuore di Dio che basta una veramente umile a disarmare la Mia Giustizia che non 1000 peccatori ad armarla.
Vedi quel fuoco (visione dell'inferno) sopra quell'abisso Io ho tirato come un reticolato di fili della Mia Misericordia perché le anime non avessero da cadere dentro, ma quelli che si vogliono dannare, vanno lì con le mani per aprire quei fili per cadere dentro, e una volta che sono dentro, neppure la Mia Bontà li può salvare. Sono inseguite, queste anime, dalla Mia Misericordia più che non lo sia un malfattore dalla polizia, ma sfuggono alla Mia Misericordia.
Oh! se sapessero gli uomini quanto Io godo nel dispensare i celesti favori a chi Me li domanda, non sarebbero così ritrosi a venire a Me!"
(da preghiereagesuemaria)
"Dire Gesù e dire Misericordia è lo stesso; dire Gesù e dire Bontà è lo stesso; dire Gesu e dire Compassione è lo stesso; dire Gesù e dire TENEREZZA è lo stesso.
Mia Benigna, non è abbastanza conosciuta la Mia Bontà nel mondo sono state le Mie viscere di misericordia che Mi hanno fatto discendere dal Cielo in terra, per salvare i peccatori.
Vedi, o Mia Benigna, un medico che ami l'arte sua, se si trova in mezzo a tutta gente sana li visiterà da amico, ma per esercitare la sua arte ha bisogno di trovarsi in mezzo agli ammalati e più questi sono infermi più si trova contento di far loro del bene.
Mia Benigna, Io amo tanto i peccatori, ODIO i loro peccati perche il peccato è un'offesa contraria a Dio, ma amo i peccatori come sì amerebbe una persona ferita benché non si ami il ferro, nè il fucile. Vedi in questi tempi, per così dire, le Mie viscere di Misericordia si allargano ancora di più, è il tempo di amnistia generale, purché trovi nelle anime la carità. Si ha un'idea troppo piccola della Bontà di Dio, della Sua Misericordia, del SUO Amore verso le Creature, si misura Dio con la creatura. Ma Dio non è limitato e quindi non è limitata la Sua Bontà.
Scrivi che Io amo gli uomini, che Io amo teneramente gli uomini, che li amo tenerissimamente come Miei cari fratelli e benché ci sia una distanza infinita tra loro e Me, tuttavia Io non la conto. Io adopero 99 volte la Misericordia, e solo quando non ci posso riuscire con la Misericordia, adopero la Giustizia, ma solo la novantesima parte di quell'uno di Giustizia. Si è vero che sono infinitamente Giusto, non posso non esserlo, ma la lascio da parte la Mia Gustizia, per non usare che la Mia Misericordia.
Io ho te di essere amato dagli uomini ed essi fanno i sordi alle Mie Parole per seguire il demonio che li conduce alla perdizione. Io non posso reggere al vedere tante anime ingannate ed userò loro Misericordia coll'istruirle sempre più e a chiamarle sempre più docilmente al Mio Cuore Divino. Io svelerò loro i segreti ineffabili del Mio Divin Cuore ed insegnerò loro a vivere del Mio amore che rende soave il più grande dolore e che fa gustare all'anima una pace celestiale, anche in mezzo alle più aspre prove. Io mi do’ alle anime nella misura che esse si danno a Me.
Quel che Mi fa pena più di tutto è il vedere l'indifferenza, che le creature hanno per Me, l'odio... mi fuggono come se Io fossi un assasino, un malvivente, un ladro, che volessi toglier loro la roba, e invece gliene vorrei dare, ma non posso perché non vogliono...
Mia sposa ho sete d'amore delle Mie creature! I Santi Mi amano tanto, il loro amore è più puro e più perfetto... Io ho tanto amore in Cielo, ma vengo a cercarlo in terra, perché in terra l'amore è libero...
Mia sposa, Io ho un cuore umano, ed Io amo gli uomini, perche sono Miei fratelli, si, sono Miei fratelli gli uomini. Sto preparando l'opera della Mia Misericordia; voglio un nuovo risorgimento della società e voglio che sia operato dall'amore. La confidenza è la chiave che apre i tesori della Mia infinita Misericordia.
Tu non puoi credere il piacere che Io provo nel farla da salvatore; è tutto il Mio contento e faccio i più bei capolavori dalle anime che ho tolto più dal basso, più dal fango. Una volta che i peccati sono perdonati, si convertono per l'anima, che gli ha comessi, in fonti perenni di umiltà... Sai qual' è la strada che conduce più presto in paradiso?.. E' la speranza nei Miei meriti e la fedeltà alla Grazia...
E' certo che cento peccati mi offedono più di uno, ma se questo uno fosse di diffidenza, mi ferirebbe il Cuore più che cento altri peccati, perché la diffidenza ferisce il Mio Cuore nel più intimo: amo tanto gli uomini! Io sono un tesoro infinito messo dal Mio Eterno Padre a disposizione di tutti: le Mie creature mi rifiutano, ma con quanto loro danno, lo comprenderanno solo nell'eternità. Oh! Poter usufruite di un Dio e non farlo! ...e perché non lo si fa? Perché nel mondo non lo si capisce.
Io non Mi annoio di trovare miserie (nell'anima), purché trovi una buona volontà; quando c'è questa, ce la materia da lavorare. Il Mio Amore si nutre di consumare miserie, e l'anima che ne porta di più purché sia con cuore contrito ed umiliato, è quella che Mi piace di più perché mi da più occasione di esercitare il Mio ufficio di Buon Salvatore. Ma ciò che voglio dirti, lo concentro in poche parole: che l'anima non abbia mai paura di Dio, che Dio è sempre pronto ad usare Misericordia e che il più gran piacere che possa avere il Cuore del tuo Gesù è quello di poter condurre al Suo Eterno Padre il più gran numero di peccatori che sia possibile. Sono queste le Mie glorie, sono questi i Miei gioielli; Io li amo tanto i poveri peccatori!
Se vuoi farmi un piacere grande è di credere al Mio Amore; se Me lo vuoi fare ancora più grande è di credere di più; e per farmelo grandissimo, non mettere limiti a questa fede nel Mio Amore. Tutto il segreto della santità sta in queste due parole: diffidare e confire. Diffidare di te sempre, e poi non fermarti lì, ma salire subito nella confidenza in Dio, perché se Io sono Buono con tutti, sono buonissimo con le anime che confidano in Me! Sai quali sono le anime che godono di più di questa Mia bontà? Quelle che confidano di più. Le anime confidenti sono le ladre delle Mie grazie. Scrivi che il gusto che Io provo in un anima confidente è indicibile.
La principal cosa che desidero che si sappia, è che Io sono tutto amore, che la più grande pena che si potrebbe fare al Mio Cuore sarebbe di dubitare di questa Mia bontà. Il Mio Cuore non solo compatisce, ma si rallegra, quanto più ha da ripare, purché non vi sia malizia...
Se tu sapessi il lavoro che farei in un'anima se solo Mi lascisse fare!... L'Amore non ha bisogno di di niente ha solo bisogno di non trovare resistenza e spesso tutto quello che cerco da un'anima, per farne una santa, è solo che Mi lasci fare! Le imperfezioni, che vi sono in un anima, quando non sono dall'anima amate, non mi dispiacciono ma attirano la compassione del Mio Cuore. Io amo tanto le anime!... Le imperfezioni devono servire ad un anima, come tanti gradini di una scala per salire a a Dio mediante l'umiltà, la confidenza e l'amore. Io mi abbasso verso l'anima che si umilia e vado a cercarla nel suo niente, per unirla a Me.
Come il fuoco si nutre di combustibile, così la Mia Misericordia si nutre di consumare Miserie, e più ne trova da consumare, tanto più cresce, appunto come il fuoco che si accresce sernpre più a misura che vi si getta roba sopra. Oh se si potesse conoscere quanto Io amo gli uomini e quanto il Mio Cuore gode che si creda a questo amore! Si crede troppo poco, si crede troppo poco, troppo poco. Un'anima umile ha tale potere sul Cuore di Dio che basta una veramente umile a disarmare la Mia Giustizia che non 1000 peccatori ad armarla.
Vedi quel fuoco (visione dell'inferno) sopra quell'abisso Io ho tirato come un reticolato di fili della Mia Misericordia perché le anime non avessero da cadere dentro, ma quelli che si vogliono dannare, vanno lì con le mani per aprire quei fili per cadere dentro, e una volta che sono dentro, neppure la Mia Bontà li può salvare. Sono inseguite, queste anime, dalla Mia Misericordia più che non lo sia un malfattore dalla polizia, ma sfuggono alla Mia Misericordia.
Oh! se sapessero gli uomini quanto Io godo nel dispensare i celesti favori a chi Me li domanda, non sarebbero così ritrosi a venire a Me!"
(da preghiereagesuemaria)
PAROLE DAL VOLTO SANTO DI GESU'
LA SERVA DI DIO SUOR MARIA DE SAINT-PIERRE
Carmelitana di Tours 1816-1848
Una vita breve, trentun'anni, quella di Suor Maria De Saint-Pierre vissuta nell'amor di Dio e della Vergine e nel propagare la devozione al Santissimo Volto di Gesù.
La sua anima, nel Carmelo, si temprò alle virtù più belle della fede. Divenne mortificata e sensibilissima alle offese fatte al Signore in Francia allora in balia dell'ateismo. Un giorno, mentre pregava, udì il lamento di Gesù che chiedeva riparazione per tanto male.
Soleva fare la "Via Crucis" baciando la terra ad ogni stazione. Una volta, essendo assorta in orazione, udì la voce del Signore: "IO CERCO DELLE VERONICHE LE QUALI ASTERGANO ED ONORINO IL MIO DIVIN VOLTO CHE HA POCHI ADORATORI. IL MIO NOME È DOVUNQUE BESTEMMIATO. PERSINO I FANCIULLI BESTEMMIANO. LA BESTEMMIA È IL PECCATO DEL DEMONIO. CON ESSA IL PECCATORE PRONUNCIA DA SÉ LA PROPRIA CONDANNA. E' UNA FRECCIA AVVELENATA CHE CONTINUAMENTE MI FERISCE IL CUORE".
Le suggerì una freccia d'oro con cui ferire deliziosamente il Suo Cuore, cicatrizzarne le ferite e farne sgorgare torrenti di grazie: "SEMPRE SIA LODATO, BENEDETTO, AMATO, ADORATO, GLORIFICATO IL SANTISSIMO, SACRATISSIMO EPPURE INCOMPRENSIBILE E INESPRIMIBILE NOME DI DIO IN CIELO E IN TERRA E NEGLI INFERNI, DA TUTTE LE CREATURE USCITE DALLE MANI DI DIO, PER IL S. CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO NEL SS. SACRAMENTO DELL'ALTARE, così sia "
Gesù le fece intendere che gli empi rinnovavano continuamente le bestemmie, gli oltraggi, le ingiurie inflitte al Suo Volto Augustissimo.
Suor Maria chiese al confessor di parlarne all'Arcivescovo di Tours, il Pastore allora venne al Carmelo ed ebbe un lungo colloquio con l'umile religiosa.
"QUESTO MERAVIGLIOSO VOLTO È LO SPECCHIO DELLE PERFEZIONI CONTENUTE NEL SS. NOME DI DIO. HO COMPRESO ANCHE CHE, COME IL SACRO CUORE DI GESÙ È L’OGGETTO SENSIBILE OFFERTO ALLE NOSTRE ADORAZIONI PER RAPPRESENTARE IL SUO IMMENSO AMORE AL SS. SACRAMENTO DELL'ALTARE: COSÌ’ NELL'OPERA RIPARATRICE IL VOLTO DI NOSTRO SIGNORE È L’OGGETTO SENSIBILE OFFERTO ALLE ADORAZIONI DEI MEMBRI PER RIPARARE GLI OLTRAGGI DEI BESTEMMIATORI CHE OFFENDONO LA DIVINITÀ DI CUI ESSO È L’IMMAGINE, LO SPECCHIO E L’ESPRESSIONE. IN VIRTÙ DI QUESTO VENERABILE VOLTO PRESENTATO ALL’ETERNO PADRE POSSIAMO PLACARE LA SUA GIUSTA COLLERA E OTTENERE LA CONVERSIONE DEGLI EMPI E DEI BESTEMMIATORI". Il volto di Gesù è dono ambito dei cuori generosi che si sacrificano per Lui. Gesù ce lo dona a nome del Suo Divin Padre e per mezzo di Maria Sua Madre. Il Volto è un dono prezioso, con esso faremo grandi prodigi: "ASCIUGHEREMO LA FACCIA AL NOSTRO DIVIN MAESTRO: CONVERTIREMO NOI E I PECCATORI. NOI RIPAREREMO LA SUA DIVINA FACCIA SFIGURATA DALLE BESTEMMIE ED EGLI RIPARERÀ LA NOSTRA SFIGURATA DAL PECCATO".
"OH! SE TU POTESSI VEDERE LA BELLEZZA DEL MIO VOLTO! MA I TUOI OCCHI SONO TROPPO DEBOLI. ESSO E COME IL SIGILLO DELLA DIVINITA CHE HA LA VIRTÙ DI IMPRIMERE L’IMMAGINE DI DIO NELLE ANIME CHE LO CONTEMPLANO". "PER IL SANTO MIO VOLTO OPERERETE PRODIGI". "PER IL SANTO MIO VOLTO OTTERRETE LA SALVEZZA DI MOLTI PECCATORI. PER L’OFFERTA DEL MIO VOLTO NULLA VI SARÀ RIFIUTATO. OH SE SAPESTE QUANTO IL MIO VOLTO SIA GRADITO AL PADRE MIO!" "COME IN UN REGNO TUTTO SI ACQUISTA CON UNA MONETA SULLA QUALE E IMPRESSA L’EFFIGE DEL PRINCIPE, COSÌ CON LA PREZIOSA MONETA DELLA SANTA MIA UMANITÀ, CIOÈ COL MIO VOLTO ADORABILE, VOI OTTERRETE NEL REGNO DEI CIELI QUANTO VI AGGRADA". "TUTTI COLORO CHE ONORERANNO IL SANTO MIO VOLTO, IN SPIRITO DI RIPARAZIONE, FARANNO CON CIÒ L’OPERA MEDESIMA DELLA VERONICA". "SECONDO LA PREMURA CHE PORRETE NEL RESTAURARE LE MIE SEMBIANZE SFIGURATE DAI BESTEMMIATORI, IO AVRÒ CURA DELLE SEMBIANZE DELL'ANIMA VOSTRA, SVISATA DAL PECCATO: VI RISTABILIRÒ LA MIA IMMAGINE, E LE RENDERÒ COSÌ BELLE COM'ERANO QUANDO USCIRONO DAL FONTE BATTESIMALE". "IO DIFENDERÒ INNANZI AL PADRE MIO LA CAUSA DI TUTTI COLORO CHE, MERCÉ L'OPERA DI RIPARAZIONE, SIA, CON PREGHIERE, SIA CON PAROLE, SIA PER ISCRITTO DIFENDERANNO LA MIA CAUSA, IN MORTE ASCIUGHERÒ’ LA FACCIA DELLA LORO ANIMA, TERGENDONE LE MACCHIE DEL PECCATO E RIDANDOLE LA SUA PRIMITIVA BELLEZZA".
Suor Maria di Saint-Pierre è la prediletta del Volto Santo, come Margherita Alacoque è del Sacro Cuore.
LA SERVA DI DIO Madre MARIA PIERINA DE MICHELI
Figlia dell'Immacolata Concezione di Buenos Aires (11/9/1890 - 26/7/1945)
Anima ardente d'amore per Gesù e per le anime, si donò incondizionatamente allo Sposo ed Egli ne fece oggetto delle sue compiacenze. Nutrì fin da bambina il sentimento della riparazione che crebbe in lei, col passare degli anni, fino a raggiungere l'immolazione completa di se stessa.
Non c'è da stupirsi se all'età di 12 anni, trovandosi nella Chiesa Parrocchiale di S. Pietro in Sala a Milano, osservando i fedeli che baciavano devotamente le Sante Piaghe del Crocifisso esposto per il venerdì santo, sente una voce ben distinta, dirle: "NESSUNO MI DÀ UN BACIO D'AMORE IN VOLTO, PER RIPARARE IL BACIO DI GIUDA?". Nella sua semplicità di bimba, crede che la voce sia udita da tutti, e prova pena vedendo che si continua a baciare le Piaghe e non il Volto di Gesù. In cuor suo esclama: "Te lo dò io il bacio d'amore, o Gesù abbi pazienza! "E giunto il suo turno Gli stampò, con tutto l'ardore del suo cuore, un bacio in volto. Novizia le è concesso di fare adorazione notturna e nella notte dal giovedì al venerdì Santo, mentre prega davanti al Crocifisso, sente dirsi: "BACIAMI!"; suor Pierina ubbidisce e le sue labbra, invece di posarsi sopra un volto di gesso, sentono il contatto vero di Gesù. Il Volto di Gesù l'attira con indicibile incanto.
Ne subisce il fascino, si compiace di guardarlo, di fissarlo, di contemplarlo con amore, leggendovi le intime sofferenze del Suo Cuore, che procura di consolare, imponendosi rinunce e sacrifici. Nel Santo Volto trova la forza, il coraggio, la generosità di adempiere fedelmente, e talvolta con eroismo, tutti i doveri e gli obblighi della vita religiosa e dei rispettivi offici a lei assegnati dall'obbedienza. Sempre calma, serena, fiduciosa, pur nel crogiolo delle prove, accetta e abbraccia il dolore, che la purifica, la eleva e l'unisce alla sempre amabile volontà di Dio. Suor Pierina mentre lamenta a Gesù una sua pena, le si presenta insanguinato e con espressione di tenerezza e di dolore le dice: "E IO CHE COSA HO FATTO?". Ella comprende, ed il S. Volto di Gesù diviene il suo libro di meditazione, la porta d'entrata nel suo cuore.
Col passare degli anni, Gesù le dimostra di tanto in tanto or triste, or insanguinato, chiedendole riparazione, e così cresce in lei il desiderio di soffrire e d'immolarsi per la salvezza delle anime. Nell'orazione notturna del 1° venerdì di quaresima 1936, Gesù, dopo averla fatta partecipe ai dolori spirituali dell'agonia del Gethsemani, con Volto velato di sangue e con profonda tristezza, le dice: "VOGLIO CHE IL MIO VOLTO, IL QUALE RIFLETTE LE PENE INTIME DEL MIO ANIMO, IL DOLORE E L’AMORE DEL MIO CUORE, SIA PIÙ ONORATO. CHI MI CONTEMPLA MI CONSOLA!". Il martedì di passione, del medesimo anno, ode questa dolce promessa: "OGNI VOLTA CHE SI CONTEMPLA LA MIA FACCIA, VERSERÒ L’AMOR MIO NEI CUORI E PER MEZZO DEL MIO SANTO VOLTO SI OTTERRÀ LA SALVEZZA DI TANTE ANIME".
Nel primo martedì del 1937, riceve istruzioni sulla devozione al S. Volto: "POTREBBE ESSERE CHE ALCUNE ANIME TEMANO CHE LA DEVOZIONE E IL CULTO DEL MIO S. VOLTO DIMINUISCANO QUELLA DEL MIO CUORE. DÌ LORO CHE, AL CONTRARIO, SARA’ COMPLETATA ED AUMENTATA, CONTEMPLANDO IL MIO VOLTO LE ANIME PARTECIPERANNO ALLE MIE PENE E SENTIRANNO IL BISOGNO DI AMARE E DI RIPARARE. NON È FORSE QUESTA LA VERA DEVOZIONE AL MIO CUORE?". Il 23 maggio 1938, mentre il suo sguardo si posa istintivamente sul S. Volto di Gesù, si sente dire: "OFFRI INCESSANTEMENTE ALL'ETERNO MIO PADRE IL MIO S. VOLTO. QUESTA OFFERTA OTTERRA’ LA SALVEZZA E LA SANTIFICAZIONE DI TANTE ANIME. SE POI L’OFFRIRAI PER I MIEI SACERDOTI, SI OPERERANNO MERAVIGLIE".
Il 27 maggio seguente: "CONTEMPLA IL MIO VOLTO E PENETRERAI GLI ABISSI DI DOLORE DEL MIO CUORE. CONSOLAMI, E CERCA ANIME CHE S'IMMOLINO CON ME PER LA SALVEZZA DEL MONDO".
Il 31 maggio; del medesimo anno, mentre suor Pierina è tutta assorta in fervorosa preghiera ai piedi dell'altare, nel fulgore di una luce di paradiso, le appare la Vergine Immacolata che tiene tra le mani uno scapolare formato da due flanelline bianche unite da un cordone. Su di una flanellina è impressa l'immagine del Volto Santo circondato dalle parole: "ILLUMINA, DOMINE, VULTUM TUUM SUPER NOS!" (Illuminaci col tuo volto o Signore!) mentre, sull'altra parte, un'ostia circondata da raggiera con scritto intorno: "MANE NOBISCUM DOMINE!" (Rimani con noi, Signore!) Lentamente si avvicina e le dice: "QUESTO SCAPOLARE È UN'ARMA DI DIFESA, UNO SCUDO DI FORTEZZA, UN PEGNO DI AMORE E DI MISERICORDIA, CHE GESÙ VUOL DARE AL MONDO IN QUESTI TEMPI DI SENSUALITÀ: DI ODIO CONTRO IDDIO E LA CHIESA. SI TENDONO RETI DIABOLICHE PER STRAPPARE LA FEDE DAI CUORI, IL MALE DILAGA, I VERI APOSTOLI SONO POCHI. È NECESSARIO UN RIMEDIO DIVINO E QUESTO RIMEDIO È IL VOLTO SANTO DI GESÙ. TUTTI QUELLI CHE INDOSSERANNO UNO SCAPOLARE COME QUESTO E FARANNO OGNI MARTEDÌ UNA VISITA AL SS. SACRAMENTO PER RIPARARE GLI OLTRAGGI CHE RICEVETTE IL SUO SACRO VOLTO DURANTE LA SUA PASSIONE E CHE RICEVE OGNI GIORNO NEL SACRA MENTO EUCARISTICO, VERRANNO FORTIFICATI NELLA FEDE, PRONTI A DIFENDERLA E A SUPERARE TUTTE LE DIFFICOLTÀ INTERNE ED ESTERNE. INOLTRE FARANNO UNA MORTE SERENA, SOTTO LO SGUARDO AMABILE DEL MIO DIVIN FIGLIO".
Il comando della Madonna si faceva sempre più forte, ella dice, ma non era in suo potere effettuarlo: occorreva il permesso di colui che guidava l'anima sua, ed il denaro per sostenere la spesa. Nello stesso anno Gesù si presenta ancora grondante sangue e con grande tristezza dice: "VEDI COME SOFFRO? EPPURE DA POCHISSIMI SONO COMPRESO. QUANTE INGRATITUDINI DA PARTE DI QUELLI CHE DICONO DI AMARMI! HO DATO IL MIO CUORE COME OGGETTO SENSIBILISSIMO DEL MIO GRANDE AMORE PER GLI UOMINI E DÒ IL MIO VOLTO COME OGGETTO SENSIBILE DEL MIO DOLORE PER I PECCATI DEGLI UOMINI. VOGLIO SIA ONORATO CON UNA FESTA PARTICOLARE NEL MARTEDÌ DI QUINQUAGESIMA (MARTEDÌ DI CARNEVALE) FESTA PRECEDUTA DA UNA NOVENA IN CUI TUTTI I FEDELI RIPARINO CON ME, UNENDOSI ALLA PARTECIPAZIONE DEL MIO DOLORE".
Nel 1939 Gesù di nuovo le dice: "VOGLIO CHE IL MIO VOLTO SIA ONORATO IN MODO PARTICOLARE IL MARTEDÌ!". Perché Suor Pierina diffonde la medaglia e non lo scapolare? Per ubbidienza al Padre confessore. Il 7 aprile 1943, ella scriverà nel diario: "Continuando la mia preghiera e rivolgendomi alla Madonna per sciogliere un dubbio circa lo scapolare, che torna spesso alla mia mente, mi disse: "FIGLIA MIA STA TRANQUILLA CHE LO SCAPOLARE È SUPPLITO DALLA MEDAGLIA CON LE STESSE PROMESSE E FAVORI. RIMANE SOLO DA DIFFONDERLA SEMPRE PIÙ, ORA MI STA A CUORE LA FESTA DEL VOLTO DEL MIO DIVIN FIGLIO, DILLO AL PAPA CHE TANTO MI PREME". Mi benedisse e mi lasciò in cuore il Paradiso.
Pertanto lo scapolare può essere supplito dalla medaglia, con le stesse promesse.
Carmelitana di Tours 1816-1848
Una vita breve, trentun'anni, quella di Suor Maria De Saint-Pierre vissuta nell'amor di Dio e della Vergine e nel propagare la devozione al Santissimo Volto di Gesù.
La sua anima, nel Carmelo, si temprò alle virtù più belle della fede. Divenne mortificata e sensibilissima alle offese fatte al Signore in Francia allora in balia dell'ateismo. Un giorno, mentre pregava, udì il lamento di Gesù che chiedeva riparazione per tanto male.
Soleva fare la "Via Crucis" baciando la terra ad ogni stazione. Una volta, essendo assorta in orazione, udì la voce del Signore: "IO CERCO DELLE VERONICHE LE QUALI ASTERGANO ED ONORINO IL MIO DIVIN VOLTO CHE HA POCHI ADORATORI. IL MIO NOME È DOVUNQUE BESTEMMIATO. PERSINO I FANCIULLI BESTEMMIANO. LA BESTEMMIA È IL PECCATO DEL DEMONIO. CON ESSA IL PECCATORE PRONUNCIA DA SÉ LA PROPRIA CONDANNA. E' UNA FRECCIA AVVELENATA CHE CONTINUAMENTE MI FERISCE IL CUORE".
Le suggerì una freccia d'oro con cui ferire deliziosamente il Suo Cuore, cicatrizzarne le ferite e farne sgorgare torrenti di grazie: "SEMPRE SIA LODATO, BENEDETTO, AMATO, ADORATO, GLORIFICATO IL SANTISSIMO, SACRATISSIMO EPPURE INCOMPRENSIBILE E INESPRIMIBILE NOME DI DIO IN CIELO E IN TERRA E NEGLI INFERNI, DA TUTTE LE CREATURE USCITE DALLE MANI DI DIO, PER IL S. CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO NEL SS. SACRAMENTO DELL'ALTARE, così sia "
Gesù le fece intendere che gli empi rinnovavano continuamente le bestemmie, gli oltraggi, le ingiurie inflitte al Suo Volto Augustissimo.
Suor Maria chiese al confessor di parlarne all'Arcivescovo di Tours, il Pastore allora venne al Carmelo ed ebbe un lungo colloquio con l'umile religiosa.
"QUESTO MERAVIGLIOSO VOLTO È LO SPECCHIO DELLE PERFEZIONI CONTENUTE NEL SS. NOME DI DIO. HO COMPRESO ANCHE CHE, COME IL SACRO CUORE DI GESÙ È L’OGGETTO SENSIBILE OFFERTO ALLE NOSTRE ADORAZIONI PER RAPPRESENTARE IL SUO IMMENSO AMORE AL SS. SACRAMENTO DELL'ALTARE: COSÌ’ NELL'OPERA RIPARATRICE IL VOLTO DI NOSTRO SIGNORE È L’OGGETTO SENSIBILE OFFERTO ALLE ADORAZIONI DEI MEMBRI PER RIPARARE GLI OLTRAGGI DEI BESTEMMIATORI CHE OFFENDONO LA DIVINITÀ DI CUI ESSO È L’IMMAGINE, LO SPECCHIO E L’ESPRESSIONE. IN VIRTÙ DI QUESTO VENERABILE VOLTO PRESENTATO ALL’ETERNO PADRE POSSIAMO PLACARE LA SUA GIUSTA COLLERA E OTTENERE LA CONVERSIONE DEGLI EMPI E DEI BESTEMMIATORI". Il volto di Gesù è dono ambito dei cuori generosi che si sacrificano per Lui. Gesù ce lo dona a nome del Suo Divin Padre e per mezzo di Maria Sua Madre. Il Volto è un dono prezioso, con esso faremo grandi prodigi: "ASCIUGHEREMO LA FACCIA AL NOSTRO DIVIN MAESTRO: CONVERTIREMO NOI E I PECCATORI. NOI RIPAREREMO LA SUA DIVINA FACCIA SFIGURATA DALLE BESTEMMIE ED EGLI RIPARERÀ LA NOSTRA SFIGURATA DAL PECCATO".
"OH! SE TU POTESSI VEDERE LA BELLEZZA DEL MIO VOLTO! MA I TUOI OCCHI SONO TROPPO DEBOLI. ESSO E COME IL SIGILLO DELLA DIVINITA CHE HA LA VIRTÙ DI IMPRIMERE L’IMMAGINE DI DIO NELLE ANIME CHE LO CONTEMPLANO". "PER IL SANTO MIO VOLTO OPERERETE PRODIGI". "PER IL SANTO MIO VOLTO OTTERRETE LA SALVEZZA DI MOLTI PECCATORI. PER L’OFFERTA DEL MIO VOLTO NULLA VI SARÀ RIFIUTATO. OH SE SAPESTE QUANTO IL MIO VOLTO SIA GRADITO AL PADRE MIO!" "COME IN UN REGNO TUTTO SI ACQUISTA CON UNA MONETA SULLA QUALE E IMPRESSA L’EFFIGE DEL PRINCIPE, COSÌ CON LA PREZIOSA MONETA DELLA SANTA MIA UMANITÀ, CIOÈ COL MIO VOLTO ADORABILE, VOI OTTERRETE NEL REGNO DEI CIELI QUANTO VI AGGRADA". "TUTTI COLORO CHE ONORERANNO IL SANTO MIO VOLTO, IN SPIRITO DI RIPARAZIONE, FARANNO CON CIÒ L’OPERA MEDESIMA DELLA VERONICA". "SECONDO LA PREMURA CHE PORRETE NEL RESTAURARE LE MIE SEMBIANZE SFIGURATE DAI BESTEMMIATORI, IO AVRÒ CURA DELLE SEMBIANZE DELL'ANIMA VOSTRA, SVISATA DAL PECCATO: VI RISTABILIRÒ LA MIA IMMAGINE, E LE RENDERÒ COSÌ BELLE COM'ERANO QUANDO USCIRONO DAL FONTE BATTESIMALE". "IO DIFENDERÒ INNANZI AL PADRE MIO LA CAUSA DI TUTTI COLORO CHE, MERCÉ L'OPERA DI RIPARAZIONE, SIA, CON PREGHIERE, SIA CON PAROLE, SIA PER ISCRITTO DIFENDERANNO LA MIA CAUSA, IN MORTE ASCIUGHERÒ’ LA FACCIA DELLA LORO ANIMA, TERGENDONE LE MACCHIE DEL PECCATO E RIDANDOLE LA SUA PRIMITIVA BELLEZZA".
Suor Maria di Saint-Pierre è la prediletta del Volto Santo, come Margherita Alacoque è del Sacro Cuore.
LA SERVA DI DIO Madre MARIA PIERINA DE MICHELI
Figlia dell'Immacolata Concezione di Buenos Aires (11/9/1890 - 26/7/1945)
Anima ardente d'amore per Gesù e per le anime, si donò incondizionatamente allo Sposo ed Egli ne fece oggetto delle sue compiacenze. Nutrì fin da bambina il sentimento della riparazione che crebbe in lei, col passare degli anni, fino a raggiungere l'immolazione completa di se stessa.
Non c'è da stupirsi se all'età di 12 anni, trovandosi nella Chiesa Parrocchiale di S. Pietro in Sala a Milano, osservando i fedeli che baciavano devotamente le Sante Piaghe del Crocifisso esposto per il venerdì santo, sente una voce ben distinta, dirle: "NESSUNO MI DÀ UN BACIO D'AMORE IN VOLTO, PER RIPARARE IL BACIO DI GIUDA?". Nella sua semplicità di bimba, crede che la voce sia udita da tutti, e prova pena vedendo che si continua a baciare le Piaghe e non il Volto di Gesù. In cuor suo esclama: "Te lo dò io il bacio d'amore, o Gesù abbi pazienza! "E giunto il suo turno Gli stampò, con tutto l'ardore del suo cuore, un bacio in volto. Novizia le è concesso di fare adorazione notturna e nella notte dal giovedì al venerdì Santo, mentre prega davanti al Crocifisso, sente dirsi: "BACIAMI!"; suor Pierina ubbidisce e le sue labbra, invece di posarsi sopra un volto di gesso, sentono il contatto vero di Gesù. Il Volto di Gesù l'attira con indicibile incanto.
Ne subisce il fascino, si compiace di guardarlo, di fissarlo, di contemplarlo con amore, leggendovi le intime sofferenze del Suo Cuore, che procura di consolare, imponendosi rinunce e sacrifici. Nel Santo Volto trova la forza, il coraggio, la generosità di adempiere fedelmente, e talvolta con eroismo, tutti i doveri e gli obblighi della vita religiosa e dei rispettivi offici a lei assegnati dall'obbedienza. Sempre calma, serena, fiduciosa, pur nel crogiolo delle prove, accetta e abbraccia il dolore, che la purifica, la eleva e l'unisce alla sempre amabile volontà di Dio. Suor Pierina mentre lamenta a Gesù una sua pena, le si presenta insanguinato e con espressione di tenerezza e di dolore le dice: "E IO CHE COSA HO FATTO?". Ella comprende, ed il S. Volto di Gesù diviene il suo libro di meditazione, la porta d'entrata nel suo cuore.
Col passare degli anni, Gesù le dimostra di tanto in tanto or triste, or insanguinato, chiedendole riparazione, e così cresce in lei il desiderio di soffrire e d'immolarsi per la salvezza delle anime. Nell'orazione notturna del 1° venerdì di quaresima 1936, Gesù, dopo averla fatta partecipe ai dolori spirituali dell'agonia del Gethsemani, con Volto velato di sangue e con profonda tristezza, le dice: "VOGLIO CHE IL MIO VOLTO, IL QUALE RIFLETTE LE PENE INTIME DEL MIO ANIMO, IL DOLORE E L’AMORE DEL MIO CUORE, SIA PIÙ ONORATO. CHI MI CONTEMPLA MI CONSOLA!". Il martedì di passione, del medesimo anno, ode questa dolce promessa: "OGNI VOLTA CHE SI CONTEMPLA LA MIA FACCIA, VERSERÒ L’AMOR MIO NEI CUORI E PER MEZZO DEL MIO SANTO VOLTO SI OTTERRÀ LA SALVEZZA DI TANTE ANIME".
Nel primo martedì del 1937, riceve istruzioni sulla devozione al S. Volto: "POTREBBE ESSERE CHE ALCUNE ANIME TEMANO CHE LA DEVOZIONE E IL CULTO DEL MIO S. VOLTO DIMINUISCANO QUELLA DEL MIO CUORE. DÌ LORO CHE, AL CONTRARIO, SARA’ COMPLETATA ED AUMENTATA, CONTEMPLANDO IL MIO VOLTO LE ANIME PARTECIPERANNO ALLE MIE PENE E SENTIRANNO IL BISOGNO DI AMARE E DI RIPARARE. NON È FORSE QUESTA LA VERA DEVOZIONE AL MIO CUORE?". Il 23 maggio 1938, mentre il suo sguardo si posa istintivamente sul S. Volto di Gesù, si sente dire: "OFFRI INCESSANTEMENTE ALL'ETERNO MIO PADRE IL MIO S. VOLTO. QUESTA OFFERTA OTTERRA’ LA SALVEZZA E LA SANTIFICAZIONE DI TANTE ANIME. SE POI L’OFFRIRAI PER I MIEI SACERDOTI, SI OPERERANNO MERAVIGLIE".
Il 27 maggio seguente: "CONTEMPLA IL MIO VOLTO E PENETRERAI GLI ABISSI DI DOLORE DEL MIO CUORE. CONSOLAMI, E CERCA ANIME CHE S'IMMOLINO CON ME PER LA SALVEZZA DEL MONDO".
Il 31 maggio; del medesimo anno, mentre suor Pierina è tutta assorta in fervorosa preghiera ai piedi dell'altare, nel fulgore di una luce di paradiso, le appare la Vergine Immacolata che tiene tra le mani uno scapolare formato da due flanelline bianche unite da un cordone. Su di una flanellina è impressa l'immagine del Volto Santo circondato dalle parole: "ILLUMINA, DOMINE, VULTUM TUUM SUPER NOS!" (Illuminaci col tuo volto o Signore!) mentre, sull'altra parte, un'ostia circondata da raggiera con scritto intorno: "MANE NOBISCUM DOMINE!" (Rimani con noi, Signore!) Lentamente si avvicina e le dice: "QUESTO SCAPOLARE È UN'ARMA DI DIFESA, UNO SCUDO DI FORTEZZA, UN PEGNO DI AMORE E DI MISERICORDIA, CHE GESÙ VUOL DARE AL MONDO IN QUESTI TEMPI DI SENSUALITÀ: DI ODIO CONTRO IDDIO E LA CHIESA. SI TENDONO RETI DIABOLICHE PER STRAPPARE LA FEDE DAI CUORI, IL MALE DILAGA, I VERI APOSTOLI SONO POCHI. È NECESSARIO UN RIMEDIO DIVINO E QUESTO RIMEDIO È IL VOLTO SANTO DI GESÙ. TUTTI QUELLI CHE INDOSSERANNO UNO SCAPOLARE COME QUESTO E FARANNO OGNI MARTEDÌ UNA VISITA AL SS. SACRAMENTO PER RIPARARE GLI OLTRAGGI CHE RICEVETTE IL SUO SACRO VOLTO DURANTE LA SUA PASSIONE E CHE RICEVE OGNI GIORNO NEL SACRA MENTO EUCARISTICO, VERRANNO FORTIFICATI NELLA FEDE, PRONTI A DIFENDERLA E A SUPERARE TUTTE LE DIFFICOLTÀ INTERNE ED ESTERNE. INOLTRE FARANNO UNA MORTE SERENA, SOTTO LO SGUARDO AMABILE DEL MIO DIVIN FIGLIO".
Il comando della Madonna si faceva sempre più forte, ella dice, ma non era in suo potere effettuarlo: occorreva il permesso di colui che guidava l'anima sua, ed il denaro per sostenere la spesa. Nello stesso anno Gesù si presenta ancora grondante sangue e con grande tristezza dice: "VEDI COME SOFFRO? EPPURE DA POCHISSIMI SONO COMPRESO. QUANTE INGRATITUDINI DA PARTE DI QUELLI CHE DICONO DI AMARMI! HO DATO IL MIO CUORE COME OGGETTO SENSIBILISSIMO DEL MIO GRANDE AMORE PER GLI UOMINI E DÒ IL MIO VOLTO COME OGGETTO SENSIBILE DEL MIO DOLORE PER I PECCATI DEGLI UOMINI. VOGLIO SIA ONORATO CON UNA FESTA PARTICOLARE NEL MARTEDÌ DI QUINQUAGESIMA (MARTEDÌ DI CARNEVALE) FESTA PRECEDUTA DA UNA NOVENA IN CUI TUTTI I FEDELI RIPARINO CON ME, UNENDOSI ALLA PARTECIPAZIONE DEL MIO DOLORE".
Nel 1939 Gesù di nuovo le dice: "VOGLIO CHE IL MIO VOLTO SIA ONORATO IN MODO PARTICOLARE IL MARTEDÌ!". Perché Suor Pierina diffonde la medaglia e non lo scapolare? Per ubbidienza al Padre confessore. Il 7 aprile 1943, ella scriverà nel diario: "Continuando la mia preghiera e rivolgendomi alla Madonna per sciogliere un dubbio circa lo scapolare, che torna spesso alla mia mente, mi disse: "FIGLIA MIA STA TRANQUILLA CHE LO SCAPOLARE È SUPPLITO DALLA MEDAGLIA CON LE STESSE PROMESSE E FAVORI. RIMANE SOLO DA DIFFONDERLA SEMPRE PIÙ, ORA MI STA A CUORE LA FESTA DEL VOLTO DEL MIO DIVIN FIGLIO, DILLO AL PAPA CHE TANTO MI PREME". Mi benedisse e mi lasciò in cuore il Paradiso.
Pertanto lo scapolare può essere supplito dalla medaglia, con le stesse promesse.
CONSACRARSI AL CUORE IMMACOLATO
Parole di Maria Santissima:
"Sono venuta dal Cielo nella povera Cova da Iria in Fatima per domandarvi la consacrazione al Mio Cuore Immacolato. Conducete le anime a questa consacrazione da Me voluta. A chi a Me si consacra Io torno a promettere la salvezza: la salvezza dall'errore in questo mondo e la salvezza eterna. La otterrete per un Mio speciale intervento di Mamma. Così Io impedirò che voi possiate cadere nelle seduzioni di Satana. Sarete da Me stessa protetti e difesi; sarete da Me consolati e rafforzati. Ciascuno si consacri al Mio Cuore Immacolato; é come un vaccino che, da Mamma buona, vi do per preservarvi dall'epidemia dell'ateismo che contamina tanti Miei figli e li conduce alla morte dello spirito"
"A Me interessa solo che viviate quanto vi ho detto. Allora il vostro cuore verrà scaldato d'amore, la vostra anima sarà illuminata dalla Mia luce e Io vi trasformerò interiormente, per condurvi ogni giorno a fare quello che piace al Cuore di Gesù. Se siete a Me consacrati, Io vi prendo come siete, con i vostri limiti, con i vostri difetti e peccati, con la vostra fragilità, ma poi ogni giorno vi trasformo, per condurvi a essere secondo il disegno che Dio ha affidato al Mio Cuore Immacolato".
"Io vi chiamo alla preghiera, alla penitenza, alla mortificazione, alla pratica delle virtù, alla fiducia, alla speranza, all'esercizio di una sempre più perfetta carità. Come Mamma, vi dico i pericoli che correte, le minacce che incombono, quanto potrebbe capitarvi di male".
"Io domando questa consacrazione a Me anche a tutti i Vescovi, a tutti i Sacerdoti, a tutti i religiosi e a tutti i fedeli. Questa è l'ora in cui tutta la Chiesa deve raccogliersi nel sicuro rifugio del Mio Cuore Immacolato. Perché vi domando la consacrazione? Quando una cosa viene consacrata, essa è sottratta ad ogni altro uso per essere adibita solo a uso sacro. Così è di un oggetto, quando è destinato al culto divino. Ma può esserlo anche di una persona, quando essa viene chiamata da Dio a rendergli un culto perfetto. Comprendete perciò come il vero atto della vostra consacrazione sia quello del Battesimo. Con questo Sacramento, istituito da Gesù, vi viene comunicata la Grazia, che vi inserisce in un ordine di vita superiore al vostro, cioè nell'ordine soprannaturale. Partecipate così alla natura divina, entrate in una comunione di amore con Dio e le vostre azioni hanno perciò un nuovo valore che supera quello della vostra natura, perché hanno un vero valore divino. Dopo il Battesimo siete ormai destinati alla perfetta glorificazione della Santissima Trinità e consacrati a vivere nell'amore del Padre, nella imitazione del Figlio e nella piena comunione con lo Spirito Santo. Il fatto che caratterizza l'atto della consacrazione è la sua totalità: quando venite consacrati, ormai lo siete tutti e per sempre. Quando vi domando la consacrazione al Mio Cuore Immacolato, è per farvi comprendere che dovete affidarvi a Me completamente, in maniera totale e perenne, perché Io possa disporre di voi secondo il volere di Dio. Vi dovete affidare in modo completo, donandoMi tutto. Non dovete donarMi qualcosa e tenere ancora qualcosa per voi: dovete essere veramente e solamente tutti Miei. E poi non vi dovete affidare a Me un giorno sì e uno no, o per un periodo di tempo, finché voi volete, ma per sempre. E per sottolineare questo importante aspetto di completa e duratura appartenenza a Me, vostra Mamma celeste, che Io “domando la consacrazione al mio Cuore Immacolato”.
"Essere consacrato a Me, vuol dire lasciarsi condurre da Me. Vuol dire fidarsi di Me, come un bambino che si lascia condurre dalla mamma. Allora ti devi abituare ad un altro modo di pensare, ad un altro modo di agire. Non tocca a te pensare quello che è per il tuo bene; non fare progetti per il domani. Uno che si è consacrato a Me, Mi appartiene totalmente. Non può, in nessun momento della giornata, disporre di sé liberamente. Stando con Me, Io stessa ti dirò in ogni momento quello che a Me piace che tu faccia e allora il tuo agire sarà sempre secondo il Mio volere. Ti prenderò Io stessa per mano e faremo assieme ogni cosa. Io vi amo, sono presente fra voi, vi parlo e vi conduco, perché siete gli strumenti del Mio materno volere".
(il resto sul post del mio blog: Consacrarsi a Maria)
"Sono venuta dal Cielo nella povera Cova da Iria in Fatima per domandarvi la consacrazione al Mio Cuore Immacolato. Conducete le anime a questa consacrazione da Me voluta. A chi a Me si consacra Io torno a promettere la salvezza: la salvezza dall'errore in questo mondo e la salvezza eterna. La otterrete per un Mio speciale intervento di Mamma. Così Io impedirò che voi possiate cadere nelle seduzioni di Satana. Sarete da Me stessa protetti e difesi; sarete da Me consolati e rafforzati. Ciascuno si consacri al Mio Cuore Immacolato; é come un vaccino che, da Mamma buona, vi do per preservarvi dall'epidemia dell'ateismo che contamina tanti Miei figli e li conduce alla morte dello spirito"
"A Me interessa solo che viviate quanto vi ho detto. Allora il vostro cuore verrà scaldato d'amore, la vostra anima sarà illuminata dalla Mia luce e Io vi trasformerò interiormente, per condurvi ogni giorno a fare quello che piace al Cuore di Gesù. Se siete a Me consacrati, Io vi prendo come siete, con i vostri limiti, con i vostri difetti e peccati, con la vostra fragilità, ma poi ogni giorno vi trasformo, per condurvi a essere secondo il disegno che Dio ha affidato al Mio Cuore Immacolato".
"Io vi chiamo alla preghiera, alla penitenza, alla mortificazione, alla pratica delle virtù, alla fiducia, alla speranza, all'esercizio di una sempre più perfetta carità. Come Mamma, vi dico i pericoli che correte, le minacce che incombono, quanto potrebbe capitarvi di male".
"Io domando questa consacrazione a Me anche a tutti i Vescovi, a tutti i Sacerdoti, a tutti i religiosi e a tutti i fedeli. Questa è l'ora in cui tutta la Chiesa deve raccogliersi nel sicuro rifugio del Mio Cuore Immacolato. Perché vi domando la consacrazione? Quando una cosa viene consacrata, essa è sottratta ad ogni altro uso per essere adibita solo a uso sacro. Così è di un oggetto, quando è destinato al culto divino. Ma può esserlo anche di una persona, quando essa viene chiamata da Dio a rendergli un culto perfetto. Comprendete perciò come il vero atto della vostra consacrazione sia quello del Battesimo. Con questo Sacramento, istituito da Gesù, vi viene comunicata la Grazia, che vi inserisce in un ordine di vita superiore al vostro, cioè nell'ordine soprannaturale. Partecipate così alla natura divina, entrate in una comunione di amore con Dio e le vostre azioni hanno perciò un nuovo valore che supera quello della vostra natura, perché hanno un vero valore divino. Dopo il Battesimo siete ormai destinati alla perfetta glorificazione della Santissima Trinità e consacrati a vivere nell'amore del Padre, nella imitazione del Figlio e nella piena comunione con lo Spirito Santo. Il fatto che caratterizza l'atto della consacrazione è la sua totalità: quando venite consacrati, ormai lo siete tutti e per sempre. Quando vi domando la consacrazione al Mio Cuore Immacolato, è per farvi comprendere che dovete affidarvi a Me completamente, in maniera totale e perenne, perché Io possa disporre di voi secondo il volere di Dio. Vi dovete affidare in modo completo, donandoMi tutto. Non dovete donarMi qualcosa e tenere ancora qualcosa per voi: dovete essere veramente e solamente tutti Miei. E poi non vi dovete affidare a Me un giorno sì e uno no, o per un periodo di tempo, finché voi volete, ma per sempre. E per sottolineare questo importante aspetto di completa e duratura appartenenza a Me, vostra Mamma celeste, che Io “domando la consacrazione al mio Cuore Immacolato”.
"Essere consacrato a Me, vuol dire lasciarsi condurre da Me. Vuol dire fidarsi di Me, come un bambino che si lascia condurre dalla mamma. Allora ti devi abituare ad un altro modo di pensare, ad un altro modo di agire. Non tocca a te pensare quello che è per il tuo bene; non fare progetti per il domani. Uno che si è consacrato a Me, Mi appartiene totalmente. Non può, in nessun momento della giornata, disporre di sé liberamente. Stando con Me, Io stessa ti dirò in ogni momento quello che a Me piace che tu faccia e allora il tuo agire sarà sempre secondo il Mio volere. Ti prenderò Io stessa per mano e faremo assieme ogni cosa. Io vi amo, sono presente fra voi, vi parlo e vi conduco, perché siete gli strumenti del Mio materno volere".
(il resto sul post del mio blog: Consacrarsi a Maria)